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THE NEST - NEWS

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giovedì 29 agosto 2013

Governo: agli italiani, carota o cetriolo?

Quest'oggi, non ho fatto altro che pensare a quanto ipocrita verso i cittadini, è stato questo compromesso PD - PDL sull’Imu e la sua “cancellazione”.

Come si possono proferire, parole come queste: ”Una buona notizia per gli italiani, anzi un ottima notizia; finalmente l’accordo, l’imu sulla prima casa è stata cancellata; soddisfazioni del PDL, il Presidente Letta ha mantenuto la promessa”..!!  

Tutto il PDL all’esecutivo è divento idiota? Letta con la sua bacchetta magica ha plagiato le loro menti?

NO, nulla di tutto questo, è un ignobile compromesso per mantenere in piedi un governo, a tutti i costi.!

Esce l’Imu dalla finestra e fa ingresso la “service tax” dalla porta.
Facciamo il punto della situazione…
Tutti indistintamente pagheremo la Tares con inglobata la nuova tassa chiamata service tax, poco importa il nome, è l’ex Imu, pertanto l’Imu non è stata cancellata, gli anno semplicemente cambiato il nome.

Ma quanto pagheremo in più? Occhio, non ho detto in meno!
I titolari di seconde case, magari lasciate in eredità dai genitori e pagate a caro prezzo per poterle ereditare e sacrificati da un usuraio mutuo per l’acquisto della prima casa; dovranno pagare comunque l’Imu su quella ereditata e vecchia seconda abitazione, incrementata per sopperire in qualche maniera, alla “cancellazione” sulla prima casa. E qui che casca, quello che il governo reputa, il popolino asino..!!

Facciamo due conti..
I titolari della prima casa (non proprietari, poiché la maggior parte delle prime case appartiene alle banche), pagheranno l’Imu attraverso la service tax; i titolari o proprietari della seconda casa, non solo pagheranno l’Imu incrementata, ma anche la service tax, ovvero, tutti indistintamente pagheremo la nuova tassa, le seconde case la pagheranno per ben due volte..

Un compiacimento all’esecutivo, che durante le vacanze, ha studiato se agli italiani fosse meglio somministrare la carota piuttosto che il cetriolo, hanno deciso per quest’ultimo.!  

Egitto: attacchi alle Chiese e terrore tra i Cristiani.

Nuove aggressioni ad opera dei Fratelli Musulmani contro le comunità cristiane a Minya e in altri governatorati dell'Alto Egitto. A Deir Muwass gli islamisti tagliano l'erogazione di acqua per impedire ai cristiani di spegnere gli incendi. Gli arresti dei leader della Fratellanza esasperano il clima di odio. A Kerdasa (Giza), gli estremisti assaltano una stazione di polizia e urinano sui cadaveri degli agenti. 
Il Cairo (AsiaNews) - Un tassista decapitato ad Alessandria perché cristiano, poliziotti uccisi senza pietà e umiliati sulla pubblica piazza a Kerdasa (Giza), interi villaggi devastati e lasciati alla fame nella provincia di Minya. Sono alcune delle storie drammatiche raccolte da fonti di AsiaNews - anonime per motivi di sicurezza - dopo l'attacco contro le comunità cristiane lanciato dai Fratelli Musulmani lo scorso 14 agosto, costato la vita a decine di persone. Al momento sono almeno 58 le chiese completamente distrutte. Al bilancio si aggiungono 162 fra abitazioni e negozi distrutti e la minaccia quotidiana di subire nuovi assalti e sequestri.
Secondo le fonti, i recenti arresti dei leader dei Fratelli Musulmani hanno aumentato la violenza dei loro seguaci, che ora non si limitano ad assedi e assalti, ma uccidono i loro nemici in modo premeditato. Lo scorso 21 agosto a Kerdasa (Giza), un gruppo di miliziani della Fratellanza ha cinto d'assedio la stazione di polizia. I terroristi hanno fatto irruzione nell'edificio lanciando contro gli agenti una pioggia di proiettili, bombe molotov e razzi. Per terrorizzare la popolazione, essi hanno trascinato fuori i corpi degli uccisi e urinato sui loro cadaveri gridando "islam, islam".
Le fonti parlano di un clima di tensione e paura che da settimane avvolge il governatorato di Minya (Alto Egitto) e in altre aree del Paese. Copti-ortodossi, cattolici e protestanti denunciano continue minacce e tentativi di aggressione. Molte famiglie sono barricate in casa, o hanno abbandonato i villaggi. Ieri a Saft el-Laban (Minya) un gruppo di estremisti islamici ha preso di nuovo d'assalto case e negozi della comunità copta ortodossa, spargendo il terrore nella popolazione.  Nei giorni scorsi il patriarca copto-ortodosso Tawadros II, ha lanciato un appello per condannare le violenze e ha invitato i musulmani ad aiutare i loro fratelli cristiani: "Preghiamo l'Unico Dio adorato dagli egiziani di qualsiasi culto, affinché Egli faccia da scudo per difendere la nostra patria dal terrorismo e dalla violenza".
Le fonti di AsiaNews affermano che "le storie raccontate dalle vittime degli attacchi sono agghiaccianti e appesantiscono i cuori di tutta la popolazione egiziana". Una di esse riguarda Mina Rafaat Aziz, tassista di Alessandria, massacrato in piazza solo perché cristiano. Il ragazzo, poco più che ventenne, è stato ucciso lo scorso 16 agosto da una folla di islamisti scesa in strada dopo le notizie degli attacchi contro i sit-in del Cairo. In un video amatoriale girato da un residente si vede una folla di persone che blocca le auto, controllando i passeggeri al loro interno. Anche il taxi di Aziz viene fermato. Uno dei manifestanti nota una croce appesa allo specchietto. In poco tempo il giovane viene trascinato fuori e preso a calci, pugni e bastonate finché non muore. Gli estremisti infieriscono per diversi minuti sul corpo senza vita del ragazzo con sputi e calci. L'esecuzione termina con la decapitazione del cadavere, che viene abbandonato sul marciapiede.  
Altri racconti descrivono quanto accaduto fra il 14 e il 17 agosto giungono da Minya (Alto Egitto) l'area più martoriata dalla furia islamista. Qui gli estremisti hanno devastato quasi tutte le chiese e ancora in queste ore in molte aree persiste un clima di assedio. "In un piccolo villaggio - spiegano - gli islamisti hanno inflitto 30 coltellate a un cristiano che cercava di spegnere uno degli incendi appiccati alla chiese locale. L'uomo è sopravvissuto, ma è ricoverato in ospedale in terapia intensiva".  A Deir Muwass, Minya, nei giorni scorsi 30 islamisti armati hanno fatto irruzione nella locale stazione idrica e distrutto gli impianti che forniscono di acqua i villaggi. In questo modo la popolazione non potrà fare nulla in caso di nuovi attacchi incendiari. Sempre nell'Alto Egitto, ad Assiut, la popolazione sta facendo di tutto per aiutare i membri della locale chiesa protestante devastata dagli islamisti. I cristiani denunciano anche il rapimento del pastore protestante e di sua moglie. Per le fonti "i casi di violenza, rapimenti e  aggressioni sono così numerose che è quasi impossibile tenerne il conto". Nemmeno grandi istituzioni come la biblioteca di Alessandria sono state risparmiate. Lo scorso 16 agosto durante una manifestazione organizzata dagli islamisti, un gruppo di estremisti si è staccato dal corteo e si è diretto verso la biblioteca, fra le più famose al mondo, intenti ad incendiarlo. Il gruppo è riuscito ad entrare all'interno del cortile della biblioteca difeso da alcuni uomini della sicurezza. Nello scontro a fuoco vi sono stati diversi feriti. Secondo Khaled Azab, responsabile per i media della biblioteca, gli islamisti hanno devastato la sala conferenza e mandato in frantumi parte della facciata di vetro. (S.C.)

Fonte

mercoledì 28 agosto 2013

Cécile Kyenge: cosa si nasconde dietro la sua nomina a ministro dell’integrazione.?

 
SI GIOCA SUI DESTINI DI UNA NAZIONE.

 
Cosa si nasconde dietro al ministro Kyenge..?

Il piano strategico è di creare un Partito islamico in Italia, l'entrata in politica della Kyenge è stata voluta dal P.D., che in modo “ingenuo” puntava sull'accaparrarsi il voto degli stranieri presenti in Italia che sono già più di 5.000.000 e la maggioranza è islamica.

Kyenge nel 2002 fonda l'associazione interculturale DAWA (in lingua swahili: magia) con l'aiuto dell' on. Khalid Chaouchi (deputato del P.D.) di origine marocchina, islamico, che fa parte della Consulta per l'Islam italiano, prendono e stringono contatti con la Lega musulmana mondiale.

Iniziano a collaborare entrambi con l'U.C.O.I.I. (Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia).  La presente Associazione è il prodotto della fusione di varie organizzazioni precedentemente esistenti, come i siriani e palestinesi, dall'organizzazione dell’Unione degli Studenti Musulmani in Italia (USMI), da alcune organizzazioni islamiche femminili come l'Islam Donne e il contributo di alcuni individui, come Hamza Roberto Piccardo, ex militante di Autonomia Operaia convertito all'Islam e di fatto direttore della casa editrice Libreriaislamica.it (precedentemente conosciuto come 'Al Hikma').

Cécile Kyenge ha contatti forti anche con la Consulta per l'Islam italiano, organismo di carattere consultivo del Ministero dell'Interno formato da alcuni personaggi ritenuti autorevoli rappresentanti dell’Islam in Italia. Istituita con decreto nel 2005 dall'allora Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, è stata confermata nel 2006 dal nuovo ministro degli interni Amato, Inizialmente la presidenza era stata assunta da Nour Dachan , leader della componente siriano della Fratellanza Musulmana , e la Segreteria di Ali Abu Shwaima , leader della componente palestinese della stessa organizzazione; successivamente tale carica è andata a Roberto Piccardo convertitosi anche lui all'islam!.

Collaborano attivamente anche con il Co.Re.Is. (Comunità Religiosa Islamica), Sezione italiana della Lega musulmana mondiale, U.I.O. (Unione islamica in Occidente, di cui Mario Scialoja, italiano, ambasciatore a riposo, è direttore della Sezione italiana della Lega musulmana mondiale).

Kyenge crea anche l' ANOLF, Associazione presente in Tunisia,( 98% musulmani) in Marocco, (97% musulmani) Senegal (92% musulmani) ed è distribuita e organizzata capillarmente su tutto il territorio Nazionale con uffici Regionali (20), le Sezioni Provinciali (101) e Territoriali (10).

Tra pochi anni il ministro Kyenge probabilmente si staccherà dal P.D. e con il potere che avrà politicamente acquisito formerà un partito Musulmano, potrà contare su un bacino di circa 7.500.000 voti, con i finanziamenti che gli verranno concessi facilmente dal Mondo Arabo potrà....... lascio a Voi la previsione...!

Fonte

martedì 27 agosto 2013

Guerra in Siria? Sarebbe una catastrofe!

La crisi siriana sta entrando in una fase caldissima e, per la prima volta dal marzo 2011, sembra aver imboccato la strada del non ritorno verso un rischiosissimo crescendo di tensione militare. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno già fatto sapere di aver preso seriamente in considerazione l’ipotesi di intervenire direttamente attraverso la Nato per colpire il regime del presidente Assad dopo che, a detta loro, sarebbe ricorso all’utilizzo di armi chimiche contro la popolazione civile.
Eppure, a cominciare dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, sono in molti a nutrire seri dubbi in merito alle recenti accuse mosse contro il governo siriano. Obama, Hollande e Cameron, difatti, non hanno atteso nemmeno la conclusione delle indagini della commissione Onu ospitata a Damasco che ha cominciato proprio oggi il suo lavoro al fine di verificare la presenza di residui chimici nelle aree dei recenti scontri e di stabilire le responsabilità dell’eventuale crimine di guerra.
I satelliti militari russi avrebbero individuato nei covi dei ribelli i luoghi di provenienza dei lanci di armi chimiche, notizia che pare confermata dal ritrovamento, alcuni giorni fa, di notevoli quantitativi di tali ordigni nei rifugi delle forze antigovernative da parte dell’esercito siriano e di alcuni hezbollah libanesi. Gli unici operatori sul campo a smentire la versione governativa sono gli attivisti di Medici senza frontiere, ong che afferma di aver curato alcune centinaia di persone che presentavano sintomi neurotossici senza, però, poter dimostrare la loro versione dei fatti.
 
Le minacce della Nato
«È troppo tardi», ha tuonato il presidente statunitense Barack Obama considerando ampiamente superata la linea rossa fissata un anno fa. Nel frattempo ha rinforzato la VI flotta della Marina nel Mediterraneo. Il presidente francese Hollande, da giorni molto attivo sul fronte interventista, ha ribadito che «è necessaria una reazione forte contro Assad». Il primo ministro britannico David Cameron ha ricordato come il suo Paese non si tirerà indietro di fronte ad una risposta «ormai necessaria» contro il governo siriano.
Insomma le trombe di guerra sono squillate ma pochissimi sembrano voler fare davvero i conti con la realtà del teatro di guerra che si andrebbe a comporre nel caso in cui le prime tre potenze nucleari occidentali dovessero intervenire in Siria. La scontata reazione della Russia, principale alleato di Assad, non si è fatta attendere: il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha esortato gli Stati Uniti ad evitare gli errori del passato con un esplicito riferimento al primo mandato Bush jr quando, con documentazioni poi rivelatesi inattendibili, aggredirono l’Iraq di Saddam Hussein accusato di detenere un intero arsenale di armi di distruzione di massa, in realtà mai rinvenuto. Tuttavia la reazione più dura è quella dell’Iran che, per voce del vice-capo di stato maggiore Massod Jazayeri, fa sapere che un attacco contro la Siria avrebbe «serie conseguenze per la Casa Bianca».
Secondo le prime indiscrezioni, le operazioni militari dovrebbero seguire le modalità già osservate in Libia. Allora l’operazione Odissey Dawn registrò un massiccio bombardamento aeronavale iniziale, seguito poco dopo dalle incursioni aeree dell’Alleanza contro obiettivi ritenuti sensibili. I danni furono incalcolabili e, come ormai sappiamo, interi quartieri di città importanti (soprattutto Sirte, Bengasi e Tripoli) furono rasi al suolo da centinaia di raid condotti dalla Nato. Per di più il supporto logistico fornito alle forze ribelli non teneva conto della massiccia presenza tra le loro file dei miliziani di al-Qaeda che, ai comandi del salafita Mokthar Belmokhtar, l’anno seguente avrebbero assaltato l’Algeria e il Mali costringendo la Francia ad un’intensiva operazione antiterrorismo.
Anche in Siria si calcola che la presenza islamista all’interno dell’Esercito libero siriano si attesti tra il 65% e l’85%. Sei brigate su otto stanno lottando per rimpiazzare l’ordinamento politico multiconfessionale governato da Assad con uno Stato fondato su un’interpretazione eterodossa e settaria della sharia sostenuto dall’Arabia Saudita. Tra queste organizzazioni, quelle più note e agguerrite sono il Movimento per lo Stato islamico di Siria-Iraq (Isis) e il Fronte al-Nusra, entrambe filiazioni della fazione irachena di al-Qaeda direttamente ai comandi di Ayman al-Zawahiri.
 
I fronti di guerra e il fattore-chiave iracheno
Fermo restando lo scenario politico odierno, i due fronti che si andrebbero componendo vedrebbero Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia schierate contro la Siria in un conflitto aeronavale sulle coste orientali del Mediterraneo. L’annuncio di Jazayeri lascia intendere che l’Iran interverrebbe immediatamente in difesa di Assad, anche sfruttando l’accordo di cooperazione militare concluso lo scorso ottobre dall’allora ministro della Difesa Ahman Vahidi con l’Iraq di al-Maliki chiudendo definitivamente uno dei capitoli più spinosi del secolo scorso, ossia quello del conflitto iracheno-iraniano.
A spingere l’Iraq verso l’Iran non è stato soltanto il ritiro delle ultime truppe occidentali dal Paese ma anche l’atteggiamento aggressivo della Turchia che nel corso degli ultimi anni ha più volte violato la sovranità aerea del vicino per intervenire contro i curdi iracheni. A tal proposito, stando all’annuncio del ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoğlu, Ankara ha già fatto sapere di volere far parte di qualsiasi coalizione militare dovesse formarsi contro la Siria. Gli interessi turchi nel Medio Oriente arabo sono ancora molto forti e il supporto garantito al sedicente governo siriano in esilio indica che difficilmente Erdoğan si farà condizionare dal dissenso interno espresso dai partiti kemalisti.
Sebbene con interessi divergenti, alla Turchia si affiancherebbero anche le monarchie del Golfo a cominciare dall’Arabia Saudita, storicamente impegnata a finanziare il jihadismo salafita con l’obiettivo di eliminare l’Iran sciita, considerato dalla setta wahhabita alla stregua di “un tempio dell’eresia” al pari dei Paesi kāfir, ossia “infedeli”.
Da valutare il ruolo di Israele, a lungo diviso al suo interno da un’aspra polemica tra interventisti e neutralisti, ma senz’altro interessato ad eliminare Assad per isolare l’Iran in Medio Oriente. Lo scorso 5 maggio l’aviazione di Tel Aviv aveva colpito un deposito militare nel centro di Damasco con un raid aereo improvviso, mentre lo scorso 5 luglio i caccia israeliani hanno attaccato un altro deposito presso il porto di Latakia nel presumibile tentativo di distruggere alcuni missili Yakhont di produzione russa. Recentemente Netanyahu si è unito al coro di Obama e Hollande, puntando il dito contro Assad e rimarcando i timori che l’Iran possa ricavare prestigio e credibilità internazionale dalla crisi siriana.
Sullo sfondo del fronte pro-Assad rimarrebbe presumibilmente invariata proprio la posizione del Cremlino, primo fornitore militare della Siria sin dagli anni Settanta. I sistemi missilistici antiaerei S300 garantiti alla Siria lo scorso maggio rappresenterebbero uno dei principali ostacoli per l’aviazione della Nato che, diversamente dalla guerra in Libia, stavolta sarebbe costretta a ricorrere anche ai caccia F22 oltre che ai tradizionali F16. Le caratteristiche stealth dell’F22 aumenterebbero le capacità di penetrazione nello spazio aereo siriano ma non garantirebbero alcuna certezza di successo in battaglia. Ecco che si farebbe largo, dunque, l’asso nella manica dell’aviazione statunitense, il terrificante (e costosissimo) bombardiere strategico B-2, già utilizzato per lo sfondamento nelle prime fasi delle operazioni Allied Forces (Serbia), Enduring Freedom (Afghanistan), Iraqi Freedom (Iraq) e Odissey Dawn (Libia).
I grandi passi in avanti fatti dall’industria militare iraniana con la presentazione del nuovo drone Hamaseh lo scorso 9 maggio si sposano alle capacità aeree difensive messe in evidenza lo scorso 13 maggio, quando un caccia della Repubblica Islamica ha intercettato e seguito lungo gran parte del suo percorso un drone statunitense in volo sopra le acque del Golfo Persico. Risulterebbero pressoché inutili, perciò, i celebri velivoli automatici finora ampiamente utilizzati dall’amministrazione Obama con risultati molto criticati per le numerose vittime civili provocate in Pakistan, Afghanistan e Yemen tra il 2010 e il 2013.
Ipotizzando che Maliki garantisca la sua collaborazione “esterna” all’Iran (anzitutto in funzione antisaudita e antiturca), Tehran potrebbe inoltre dispiegare un’enorme forza terrestre principalmente composta dai Pasdaran ed una consistente forza navale nel caso in cui l’Arabia Saudita non si limitasse alla sola concessione delle sue installazioni alla Nato, ma intervenisse attivamente nel conflitto. In quella circostanza le basi navali iraniane di Bandar Abbas, Bandar Khomeini e Bandar Lengeh sarebbero pronte ad entrare in azione mobilitando almeno diecimila unità della Marina e circa cinquemila fanti di marina dei Pasdaran. Solida resterebbe la capacità di appoggio sul Libano dove Hezbollah, già presente in Siria, assicura assoluta fedeltà alla causa sciita.
Più distanti dallo scenario bellico, e non solo geograficamente, resterebbero la Cina – che negli ultimi anni ha già fornito alla Siria missili antinave CSS-C-3, missili anticarro HJ-8 e lanciamissili multipli – e la Corea del Nord, che già ha assicurato all’Esercito di Assad diversi missili balistici tattici SS21 (Scarab) e alcuni missili balistici a medio raggio Rodong-1.
 
Conseguenze
Il pericoloso intreccio di interessi contrapposti spingerebbe l’intera regione mediorientale in una spirale di conflitti dalle conseguenze assolutamente imprevedibili ma senz’altro catastrofiche in primo luogo per le popolazioni civili e in secondo luogo per l’elevata probabilità che lo Stretto di Hormuz si paralizzi e che l’intero traffico commerciale proveniente dal Golfo sia seriamente compromesso dalle operazioni belliche con ingenti danni economici per tutto il mercato mondiale.La presenza di numerose brigate salafite nel contesto siriano deve inoltre preoccupare anche l’Europa dal punto di vista della sicurezza collettiva e della legalità. La deposizione di Morsi in Egitto e la repressione della Fratellanza musulmana non hanno che scalfito il rischio della proliferazione dell’islamismo, aumentandone le proporzioni nel lungo termine, allorquando gli interessi sauditi dietro il golpe del generale al-Sisi andranno ad appalesarsi con maggiore nitidezza.

Narcotrafficante dal carcere inviava "pizzini" in Marocco!

Le istruzioni al nipote su come gestire il traffico e lo spaccio di droga. Tutto dalla cella del Due Palazzi.
Dal carcere il filo diretto è ben saldo. E le indicazioni arrivano precise su come continuare a tirare le fila del traffico di droga, a tenere i contatti giusti e a evitare i luoghi a rischio. È un vero e proprio manuale quello sequestrato dagli investigatori in occasione dell’ennesimo arresto di alcuni spacciatori di “alto rango” di origine marocchina. Dal carteggio risulta che lo zio M.B. – importante narcotrafficante con attività nel Padovano accusato di comprare e vendere hascisc a quintali – dalla sua cella nella casa circondariale inviava lettere in arabo al nipote B.B., 25 anni, anche lui finito nei guai. E lo consigliava e avvertiva, esordendo sempre con una preghiera o un’invocazione: «Pace sia su di voi... Grazie a Dio Unico la preghiera e la pace su nostro Signore... Fratello come ti ho detto nelle lettere precedenti, stai attento e non fidarti di nessuno. Allontanati dal giro di Piove sono tutti spie... La situazione è pericolosa... Non essere presente tanto a Padova che lì ormai siamo bruciati. Siamo conosciuti dal Governo (la procura e i carabinieri)... Sei appena uscito dal carcere. Sei seguito al 200%». In un’altra missiva lo zio continua: «Usa la testa, lavora piano finché esce tuo fratello in modo che ti aiuta... Cerca di allontanarti dall’hascisc. Solo il colore bianco (la cocaina)». Lo zio ritiene più rischioso il traffico di hascisc, importato in ingenti qualità dal Marocco, e spinge il parente ad acquistare la cocaina sul territorio da altri pusher: un tipo di spaccio meno complicato e visibile. «È vietato trasportare... Chi vuole qualcosa la viene a prendere... Il telefono è un problema.... allontanati dal telefono» continua, «E allontanati da S.H., è il più grande figlio di p... fai in modo di mandarlo in carcere». E in effetti S.H. è stato poi “bruciato” da B.B., ma è riuscito a fuggire. La maggior preoccupazione di B.B. è di tornare libero: «Contatta il figlio di M.A. Digli di trovarmi qualcuno per farmi gli arresti domiciliari... Ho collaborato con il Governo e mi devono dare l’obbligo di firma o gli arresti domiciliari... Riguardo al lavoro cerca di allontanarti da Padova. Vedi Firenze o Milano». Lo zio è sospettoso. E invita il nipote a esserlo pure lui: «Fai tanta attenzione che tutto è controllato. Sei appena uscito dal carcere... Allontanati da Padova, dall’autostrada, usa il cervello. Vedi l’avvocato se c’è una soluzione per arresti domiciliari o obbligo di firma. Se non c’è, digli di mandarmi in Marocco e dagli il passaporto». In un’altra lettera scrive: «Dio ti porti sulla strada giusta... Cerca di allontanarti dai trasportatori di Piove che finirai a chiedere l’elemosina... Ho sentito che S.S. ti ha rubato due chili. Lavori con i ladri? Mandami il suo nome, cognome e dove abita. È necessario che loro vengano incarcerati...». Su un connazionale scrive: «Ho collaborato con pm. La Finanza sta seguendo K. e il suo amico e io avrò cose positive da questa collaborazione».

Fonte

lunedì 26 agosto 2013

Non chiamateli "eroi".!! I partigiani che hanno violentato e trucidato le ausiliarie militari.

Non chiamateli eroi. L’elenco delle ausiliarie uccise dai partigiani dopo che si erano arrese.

Amodio Rosa: 23 anni, assassinata nel luglio del 1947, mentre in bicicletta andava da Savona a Vado.
Antonucci Velia: due volte prelevata, due volte rilasciata a Vercelli, poi fucilata.
Audisio Margherita: Fucilata a Nichelino il 26 aprile 1945.
Baldi Irma: Assassinata a Schio il 7 luglio 1945.
Batacchi Marcella e Spitz Jolanda: 17 anni, di Firenze. Assegnate al Distretto militare di Cuneo altre 7 ausiliarie, il 30 aprile 1945, con tutto il Distretto di Cuneo, pochi ufficiali, 20 soldati e 9 ausiliarie, si mettono in movimento per raggiungere il Nord, secondo gli ordini ricevuti. La colonna è però costretta ad arrendersi nel Biellese ai partigiani del comunista Moranino. Interrogate, sette ausiliarie, ascoltando il suggerimento dei propri ufficiali, dichiarano di essere prostitute che hanno lasciato la casa di tolleranza di Cuneo per seguire i soldati. Ma Marcella e Jolanda non accettano e si dichiarano con fierezza ausiliarie della RSI. I partigiani tentano allora di violentarle, ma le due ragazze resistono con le unghie e con i denti. Costrette con la forza più brutale, vengono violentate numerose volte. In fin di vita chiedono un prete. Il prete viene chiamato ma gli è impedito di avvicinare le ragazze. Prima di cadere sotto il plotone di esecuzione, sfigurate dalle botte di quelle belve indegne di chiamarsi partigiani, mormorano: “Mamma” e “Gesù”. Quando furono esumate, presentavano il volto tumefatto e sfigurato, ma il corpo bianco e intatto. Erano state sepolte nella stessa fossa, l’una sopra l’altra. Era il 3 maggio 1945.
Bergonzi Irene: Assassinata a Milano il 29 aprile 1945.
Biamonti Angela: Assassinata il 15 maggio 1945 a Zinola (SV) assieme ai genitori e alla domestica.
Bianchi Annamaria: Assassinata a Pizzo di Cernobbio (CO) il 4 luglio 1945.
Bonatti Silvana: Assassinata a Genova il 29 aprile 1945.
Brazzoli Vincenza: Assassinata a Milano il 28 aprile 1945.
Bressanini Orsola: Madre di una giovane fascista caduta durante la guerra civile, assassinata a Milano il 10 maggio 1945.
Buzzoni Adele, Buzzoni Maria, Mutti Luigia, Nassari Dosolina, Ottarana Rosetta: Facevano parte di un gruppo di otto ausiliarie, (di cui una sconosciuta), catturate all’interno dell’ospedale di Piacenza assieme a sei soldati di sanità. I prigionieri, trasportati a Casalpusterlengo, furono messi contro il muro dell’ospedale per essere fucilati. Adele Buzzoni supplicò che salvassero la sorella Maria, unico sostegno per la madre cieca. Un partigiano afferrò per un braccio la ragazza e la spostò dal gruppo. Ma, partita la scarica, Maria Buzzoni, vedendo cadere la sorella, lanciò un urlo terribile, in seguito al quale venne falciata dal mitra di un partigiano. Si salvarono, grazie all’intervento di un sacerdote, le ausiliarie Anita Romano (che sanguinante si levò come un fantasma dal mucchio di cadaveri) nonché le sorelle Ida e Bianca Poggioli, che le raffiche non erano riuscite ad uccidere.
Carlino Antonietta: Assassinata il 7 maggio 1945 all’ospedale di Cuneo, dove assisteva la sua caposquadra Raffaella Chiodi.
Castaldi Natalina:Assassinata a Cuneo il 9 maggio 1945.
Chandrè Rina, Giraldi Itala, Rocchetti Lucia: Aggregate al secondo RAU (Raggruppamento Allievi Ufficiali) furono catturate il 27 aprile 1945 a Cigliano, sull’autostrada Torino – Milano, dopo un combattimento durato 14 ore. Il reparto si era arreso dopo aver avuto la garanzia del rispetto delle regole sulla prigionia di guerra e dell’onore delle armi. Trasportate con i loro camerati al Santuario di Graglia, furono trucidate il 2 maggio 1945 assieme ad oltre 30 allievi ufficiali con il loro comandante, maggiore Galamini, e le mogli di due di essi. La madre di Itala ne disseppellì i corpi.
Chiettini (si ignora il nome): Una delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri di Schio il 6/7 luglio 1945.
Collaini Bruna, Forlani Barbara: Assassinate a Rosacco (Pavia) il 5 maggio 1945.
Conti – Magnaldi Adelina: Madre di tre bambini, assassinata a Cuneo il 4 maggio 1945.
Crivelli Jolanda: Vedova ventenne di un ufficiale del Battaglione “M” costretta a denudarsi e fucilata a Cesena, sulla piazza principale, dopo essere stata legata ad un albero, ove il cadavere rimase esposto per due giorni e due notti.
De Simone Antonietta: Romana, studentessa del quarto anni di Medicina, fucilata a Vittorio Veneto in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Degani Gina: Assassinata a Milano in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Ferrari Flavia: 19 anni, assassinata l’ 1 maggio 1945 a Milano.
Fragiacomo Lidia, Giolo Laura: Fucilate a Nichelino (TO) il 30 aprile 1945 assieme ad altre cinque ausiliarie non identificate, dopo una gara di emulazione nel tentativo di salvare la loro comandante.
Gastaldi Natalia: Assassinata a Cuneo il 3 maggio 1945.
Genesi Jole, Rovilda Lidia: Torturate all’hotel San Carlo di Arona (Novara) e assassinate il 4 maggio 1945. In servizio presso la GNR di Novara. Catturate alla Stazione Centrale di Milano, ai primi di maggio, le due ausiliarie si erano rifiutate di rivelare dove si fosse nascosta la loro comandante provinciale.
Greco Eva: Assassinata a Modena assieme a suo padre nel maggio del 1945.
Grill Marilena: 16 anni, assassinata a Torino la notte del 2 maggio 1945.
Landini Lina: Assassinata a Genova l’1 maggio 1945.
Lavise Blandina: Una delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri di Schio il 6/7 luglio 1945.
Locarno Giulia: Assassinata a Porina (Vicenza) il 27 aprile 1945.
Luppi – Romano Lea: Catturata a Trieste dai partigiani comunisti, consegnata ai titini, portata a a Lubiana, morta in carcere dopo lunghe sofferenze il 30 ottobre 1947.
Minardi Luciana: 16 anni di Imola. Assegnata al battaglione “Colleoni” della Divisione “San Marco” attestati sul Senio, come addetta al telefono da campo e al cifrario, riceve l’ordine di indossare vestiti borghesi e di mettersi in salvo, tornando dai genitori. Fermata dagli inglesi, si disfa, non vista, del gagliardetto gettandolo nel Po. La rilasciano dopo un breve interrogatorio. Raggiunge così i genitori, sfollati a Cologna Veneta (VR). A metà maggio, arriva un gruppo di partigiani comunisti. Informati, non si sa da chi, che quella ragazzina era stata una ausiliaria della RSI, la prelevano, la portano sull’argine del torrente Guà e, dopo una serie di violenze sessuali, la massacrano. “Adesso chiama la mamma, porca fascista!” le grida un partigiano mentre la uccide con una raffica.
Monteverde Licia: Assassinata a Torino il 6 maggio 1945.
Morara Marta: Assassinata a Bologna il 25 maggio 1945.
Morichetti Anna Paola: Assassinata a Milano il 27 aprile 1945.
Olivieri Luciana: Assassinata a Cuneo il 9 maggio 1945.
Ramella Maria: Assassinata a Cuneo il 5 maggio 1945.
Ravioli Ernesta: 19 anni, assassinata a Torino in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945.
Recalcati Giuseppina, Recalcati Mariuccia, Recalcati Rina:  Madre e figlie assassinate a Milano il 27 aprile 1945.
Rigo Felicita: Assassinata a Riva di Vercelli il 4 maggio 1945.
Sesso Triestina: Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza.
Silvestri Ida: Assassinata a Torino l’1 maggio 1945, poi gettata nel Po.
Speranzon Armida: Massacrata, assieme a centinaia di fascisti nella Cartiera Burgo di Mignagola dai partigiani di “Falco”. I resti delle vittime furono gettati nel fiume Sile.
Tam Angela Maria: Terziaria francescana, assassinata il 6 maggio 1945 a Buglio in Monte (Sondrio) dopo aver subito violenza carnale.
Tescari -Ladini Letizia: Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza.
Ugazio Cornelia, Ugazio Mirella: Assassinate a Galliate (Novara) il 28 aprile 1945 assieme al padre.
Tra le vittime del massacro compiuto dai partigiani comunisti nelle carceri di Schio (54 assassinati nella notte tra il 6 ed il 7 luglio 1945) c’erano anche 19 donne, tra cui le 3 ausiliarie (Irma Baldi, Chiettini e Blandina Lavise) richiamate nell’elenco precedente.
In via Giason del Maino, a Milano, tre franche tiratrici furono catturate e uccise il 26 aprile 1945. Sui tre cadaveri fu messo un cartello con la scritta “AUSIGLIARIE”. I corpi furono poi sepolti in una fossa comune a Musocco. Impossibile sapere se si trattasse veramente di tre ausiliarie.
Nell’archivio dell’obitorio di Torino, il giornalista e storico Giorgio Pisanò ha ritrovato i verbali d’autopsia di sei ausiliarie sepolte come “sconosciute”, ma indossanti la divisa del SAF.
Cinque ausiliarie non identificate furono assassinate a Nichelino (TO) il 30 aprile 1945 assieme a Lidia Fragiacomo e Laura Giolo.
Al cimitero di Musocco (Milano) sono sepolte 13 ausiliarie sconosciute nella fossa comune al Campo X.
Un numero imprecisato di ausiliarie della “Decima Mas” in servizio presso i Comandi di Pola, Fiume e Zara, riuscite a fuggire verso Trieste prima della caduta dei rispettivi presidi, furono catturate durante la fuga dai comunisti titini e massacrate.

domenica 25 agosto 2013

La galleria “stregata” che terrorizza gli autisti!!

Una galleria sita lungo l'autostrada Palermo-Catania è ormai divenuta nota per gli inspiegabili eventi che qui si verificano, in grado di mettere in pericolo gli autisti. Ora l'Arpa vuole vederci chiaro.

Fino a questo momento risulta essere un mistero, tanto più che non sono in pochi ad additare quella galleria, sita sull'autostrada Palermo-Catania, nel tratto che collega Scillato e Tremonzelli, come stregata. Leggende, niente più, ma che traggono origine dagli inspiegabili e frequenti incendi alle vetture che qui si verificano.

L'ultimo episodio, il più recente, ha riguardato un autocompattatore della nettezza urbana, che ha preso improvvisamente fuoco mentre percorreva il tunnel. L'autostrada è stata pertanto chiusa, in entrambi i sensi di marcia, a causa del fumo che ha invaso totalmente la galleria. Un incidente come tanti, non fosse che, appena 2 mesi fa, era accaduto anche a un pullman, con a bordo 38 persone. E prima ancora ad altre decine di vetture.

Ma non solo: nelle cronache che riguardano il tunnel ci sono anche casi in cui i guidatori registrano blackout improvvisi dell'impianto elettrico e blocco del motore. Sbandamenti senza motivo e altri episodi preoccupanti che mettono in allerta gli autisti.

Già alcuni anni fa l'Anas aveva annunciato un monitoraggio degli impianti presenti nella galleria e, ora, l'Arpa, l'agenzia regionale per l'ambiente, è tornata sull'argomento, con la volontà di far luce sulla vicenda. Per questo, ha installato due colonnine, in grado di rilevare alte frequenze, da cento kilohertz a tre gigahertz, all'entrata e all'uscita dal tunnel. Le centraline avranno così il compito di raccogliere i dati e inviarli in tempo reale ai laboratori di ricerca dell'Arpa Sicilia. Il tutto per svelare il mistero, prima che si registrino vittime.

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venerdì 23 agosto 2013

La spinge nel bagno la stupra e si vanta!

Egiziano arrestato dai CC a Crema

Dopo averla spinta all'interno del bagno, ha violentato una donna nella toilette di un bar, e quindi si è vantato dello stupro con un amico: i carabinieri di Crema hanno fermato un ventunenne egiziano, irregolare, con le accusedi violenza sessuale, lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Rintracciato da un artigiano presso il quale aveva cercato lavoro, l'immigrato ha aggredito i carabinieri prima di essere bloccato.

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Camera, nuova carta intestata per "la" Boldrini

Laura Boldrini è "la" presidente della Camera e non "il" presidente. La questione può sembrare irrilevante a molti, ma non a lei, la terza carica dello Stato, che ha così deciso di rifare in toto il look alla cancelleria di Montecitorio. Già, perché l'articolo maschile sulla carta intestata non era adeguato e, quindi, alla faccia della spending review, si buttano le vecchie lettere e si spendono soldi pubblici per stamparne delle nuove.

Come riporta il quotidiano Libero, tutte le vecchie carte intestate sarebbero finite al macero per lasciar posto a quelle fresche di stampa con la scritta "La Presidente". Poco importa se Irene Pivetti quando rivestì la carica non pensò minimamente di cambiare l'articolo. "Essendo un termine neutro e ambigenere, non ho considerato un problema presentarmi come 'il presidente della Camera'. Se è vero che la Boldrini ha eliminato la vecchia carta, ha sbagliato", dice.

E che la questione stia veramente a cuore alla presidente lo dimostra anche la sua pagina Facebook, in cui l'articolo femminile appare chiaramente sulla foto del profilo. Ma basta cliccare sul sito della Camera - anch'esso al centro delle polemiche per i 4 milioni necessari al restyling - e la cosa salta all'occhio: in alto a sinistra campeggia l'immagine della Boldrini con l'intestazione "La Presidente". E' tutta questione di articoli...
 

giovedì 22 agosto 2013

“Sono immigrato, non ho bisogno dei documenti”: e aggredisce militari

A Putignano (Ba) i carabinieri hanno arrestato un cittadino nigeriano di 25 anni residente a Bari, con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, interruzione di pubblico servizio, lesioni personali e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità. I militari, intervenuti dopo una telefonata al 112, sono intervenuti nella stazione ferroviaria, perchè lo straniero pretendeva di viaggiare sul treno diretto a Bari senza possedere un biglietto. Alla richiesta di fornire i documenti d’identità lo straniero, al fine di sottrarsi al controllo, ha aggredito i militari, sferrando calci e pugni venendo tuttavia bloccato dopo una breve colluttazione. Su disposizione della Procura di Bari, l’extracomunitario è stato rinchiuso in carcere, mentre uno dei carabinieri ha riportato lesioni agli arti superiori giudicate guaribili in otto giorni.

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mercoledì 21 agosto 2013

Bluff del governo su abolizione Imu: "Arriva la service tax"!

Il governo ha annunciato che la rata di giugno dell’Imu non si pagherà.

Per la seconda rata? Trovato l’escamotage!
L'obiettivo del governo di cancellare la rata di giugno, definitivamente, ha avuto successo, ma l’Imu resta..!

Baretta: "Presto il varo della service tax che sostituirà la seconda rata dell’Imu".

Il Bluff: al contrario di quello che ci vogliono far credere sull’ “Abolizione dell’Imu”, il governo ha “studiato” la nuova tassa per i poveri, varerà al più presto la “service tax” che sostituirà l'Imu.
Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, riferisce che "la data di pagamento della prima rata della nuova tassa sarà definita nella riforma stessa". La prima scadenza potrebbe essere già a dicembre, in sostituzione della seconda rata Imu.

La service tax, di "stampo federalista” sarà gestita dai Comuni e verrà probabilmente inglobata nella Tares.
In conclusione; il governo Letta aggira l’ostacolo, fa uscire l’Imu dalla Porta e fa entrare la service tax dalla finestra!

Chi subirà le conseguenze di questa “nuova” tassa? Come al solito a pagare è la classe medio-bassa, con enormi sacrifici e meno soldi per la spesa.
L’agenzia Ansa riporta che, la mensa diocesana di Rossano, in 7 anni di attività, ha quintuplicato gli italiani che chiedono di avere un pasto caldo al giorno. Nel 2006 gli italiani che si servivano di quella mensa erano una decina scarsi, oggi, oltre agli stranieri, ci sono 30 italiani che consumano nella struttura ed altri 15 che, per vergogna, prendono il cibo e lo consumano a casa.

E' una maledettissima lobby di ipocriti.
l'Imu dovrebbe essere pagata dai ricchi proprietari e per cui anche dagli stessi politici. Ma possono mai pagare loro? Che già vivono (agiatamente) con i soldi dei contribuenti? ovvio che no, per cui la pagheranno in tutti i sensi, sempre i soliti cittadini poveri e indigenti.. sotto altra forma!.

martedì 20 agosto 2013

Sardegna: inventano le borse di studio per studenti rom

Borse di studio per sei ragazzi rom che frequentano le scuole superiori sarde. 1000 euro per 6 zingari che si sono distinti nelle scuole superiori.
Intento: farli andare all’università. Con i nostri soldi.
Ecco la nuova stupefacente invenzione di una fondazione sarda (insieme al Banco di Sardegna!) che ha trovato il sostegno delle istituzioni.
Una discriminazione per i ragazzi italiani: se sei povero e italiano ti attacchi, se sei zingaro arrivano i soldi.
Soldi per “includere” dicono; ma perchè l’inclusione dovrebbe sfavorire chi è italiano?.
Integrare (spesso chi non vuole essere integrato) non ha senso se si finisce per dimenticare i bisogni dei nostri connazionali.
Ma questa è ormai la tendenza buonista all’italiana… che figlia della sottocultura della sinistra ormai si diffonde in tutto il Paese.
 

lunedì 19 agosto 2013

Egiziano picchia e rapinana 2 donne!


Ieri sera due donne dedite alla prostituzione sono state picchiate e rapinate da due uomini in zona Casilina a Roma.
Dopo l’aggressione, una delle due ha chiamato il 113: gli agenti hanno rintracciato la giovane donna romena che, con due amiche, è stata trovata in stato di agitazione. Ha raccontato ai poliziotti che verso le 21, dopo essere stata avvicinata da un uomo, questo prima le ha rubato i soldi che aveva nella tasca dei pantaloni e poi ha iniziato a palpeggiarla su tutto il corpo.
E’ quanto si apprende da una nota della questura di Roma in cui si legge che la ragazza, dopo aver tentato di reagire, è stata tirata per i capelli e schiaffeggiata violentemente dall’uomo.
Nel frattempo, si è avvicinato anche un altro uomo, forse di nazionalità romena, che, come l’altro, ha iniziato a colpire la ragazza.
Quando due sue amiche si sono avvicinate a lei, i due hanno iniziato a picchiarle, rapinandole dei soldi che avevano indosso.
Le giovani gli hanno indicato un uomo che, corrispondente perfettamente alla descrizione fornita poco prima, stava cercando di nascondersi dietro un furgone parcheggiato.
Circondato dagli Agenti, è stato bloccato e accompagnato negli uffici del Commissariato San Giovanni, dove è stato arrestato per tentata violenza sessuale e rapina aggravata.
Perquisito, l'egiziano di 38 anni, è stato trovato in possesso degli orecchini e della collana appartenenti alle ragazze rapinate.

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sabato 17 agosto 2013

L’amica della Boldrini vuole censurare il web

La Boldrini vuole tappare la bocca a chi dissente attraverso l’uso spregiudicato della polizia postale. Ma la signora risponde a un disegno più ampio, di misura globale.

Il Comitato delle Nazioni Unite con il compito di combattere la discriminazione razziale – paghiamo dei burocrati lauti stipendi per romperci le scatole e dirci cosa possiamo o non possiamo dire – ha inaugurato due giorni fa il suo ultimo ciclo di lavori a Ginevra con una particolare attenzione al bloccare la diffusione del dissenso contro immigrazione e società multietnica su social network e Internet, così come la necessità di utilizzare la rieducazione di stampo sovietico per prevenire il ‘razzismo’ e la ‘xenofobia’.

“Dove finisce il diritto di espressione, e dove inizia la necessità di sanzionare e prevenire la discriminazione? Qual è il momento in cui si ha diritto a riconoscere che il diritto di espressione non può essere esercitato se implica una violazione?”
E’ questa la premessa piuttosto agghiacciante – perché la libertà d’espressione può esistere solo se senza limiti imposti da qualcuno – del Vice Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani, tal Flavia Pansieri alla inaugurazione della 83esima sessione del Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD).
Hanno anche un comitato, con una sigla chiccosa dietro la quale si nasconde un obiettivo diverso: distruggere le nazioni occidentali e creare un ‘governo mondiale’. Scopo raggiungibile solo attraverso l’immigrazione di massa e quindi la sparizione delle differenze nazionali.


Ma hanno un nemico, in questa loro ‘cavalcata trionfale’ da angeli dell’apocalisse: la libertà d’espressione. Il web che impedisce loro il controllo totale della diffusione mediatica. E noi, che utilizziamo il web per ‘diffondere idee contro il Sistema’.

Per questo, in un mondo sempre più interconnesso, l’amica della Boldrini, Pansieri, ha esortato il Comitato ad includere nelle sue deliberazioni il Piano di azione di Rabat, adottato da ‘esperti indipendenti’ – a pagamento – delle Nazioni Unite in una riunione in Marocco – direi paese ‘molto adatto’, nel quale discutere di censura – nel mese di ottobre 2012, sul divieto di diffusione di idee che possano costituire incitamento alla discriminazione, all’ostilità o la violenza. Ovviamente sarebbe il Sistema a decidere quali siano queste ‘idee’: ad esempio essere contrari a immigrazione e matrimoni misti.

La sessione, che durerà tre settimane nelle quali i burocrati dell’Onu gozzoviglieranno a Ginevra a spese nostre, esaminerà le relazioni presentate da Cile, Ciad, Venezuela, Burkina Faso, Bielorussia e Giamaica. Sicuramente troveranno ottimi spunti per censurare il web.

Come dice Luttwak, ‘all’Onu ci sono solo due categorie di persone, i ladri e gli incapaci’. Decidete voi a quale delle due categorie appartiene l’amica della Boldrini.

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La chiarezza delle Leggi tutela il cittadino..

Cari amici,

quest’oggi mi sono posto un quesito che voglio condividere con voi e conoscere il vostro pensiero…

Da più parti, si sentono urlate le parole “stalking”, “stupro”, “femminicidio”.  Da destra a sinistra, si “studiano” leggi più severe per cercare di arginare e combattere questi orribili reati di specie; ma l'ipocrisia del “caso” è l'apice del nostro parlamento, le leggi ci sono già, i reati nominati sono p. e p. dal nostro Ordinamento Giuridico, sarebbe sufficiente inasprire la pena e attuarla attraverso la “certezza”, dopo la condanna del reo.

MA FACCIAMO CHIAREZZA. Questi crimini, posti dai media sullo stesso piano, tutti orribili e punibili, stanno creando una confusione populistica da una parte, d’altro canto, una mediatica propaganda-parlamentare al solo fine di uno strumentalismo politico.

Due, dei tre reati menzionati, spesso sono legati tra loro, ma non possono essere posti sullo stesso piano, per esempio, si inizia con lo stalking (persecuzione e serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge l'altra persona), per terminare tale, oppure, causare l’evento tragico del femminicidio (omicidio di specie).

Parlano bene e razzolano male!! Cosa in realtà hanno fatto?? Hanno aperto le porte delle carceri attraverso il D.L. “Svuota carceri”, ovvero, l’occulto “indulto”; e gli stalker? Liberi ovviamente.

Verifichiamo ora, il “fumo” che ci vendono i parlamentari in ordine a ulteriori nuove norme, in base ad alcune sentenze vergognose, passate in giudicato per il reato di “Stupro”, dalle magistrature…

*Avendo perso la verginità, ovvero, avendo già avuto rapporti sessuali, avrebbe riportato danni minori di quelli di stupro.

*Lo stupro non esiste se indossi i jeans, e sentenzia: “E’ un indumento che non si può sfilare nemmeno in parte senza la fattiva collaborazione di chi lo porta“.

*Niente custodia cautelare in carcere per chi stupra in gruppo: Ciò che vulnera i parametri costituzionali non è la presunzione in sé, ma il suo carattere assoluto, che implica una indiscriminata e totale negazione di rilevanza al principio del ‘minore sacrificio necessario’“.

*Stupro di gruppo: Sconto di pena al terzo violentatore, ha solo “consumato” e non costretto..

*Se il violentatore non raggiunge l’orgasmo non c’è stupro: “siccome il presunto stupratore non ha avuto un orgasmo durante la penetrazione, non si può parlare di reato”.

*Condannata dopo lo stupro subìto, perché riconosciuta colpevole di rapporti sessuali extra-matrimoniali… Strano che una persona che denuncia uno stupro venga condannata per atti che nella nostra parte di mondo non sono neanche un crimine“..

*Sentenza choc, tunisino scarcerato: avrebbe stuprato una donna in modo “attenuato”..

Signori parlamentari, il quesito è questo!

E’ possibile che in Italia ci siano così tante leggi che, per come il “legislatore” le ha emanate e continua ad emanarle, “alcune”, lasciano spazio a più interpretazioni personali?  Può questo motivo, far sì che l’Organo preposto all’applicazione, riesca “causa legis” ad andare “contro corrente”!!.. Possiamo pretendere in Italia norme chiare, come i dieci Comandamenti?.
 
 

venerdì 16 agosto 2013

"ASSUMO SOLO STRANIERI, ITALIANI SENZA FAME".

"Assumo solo stranieri, gli italiani non hanno fame". Queste le dichiarazioni esternate durante una intervista da Giovanni Pagotto, presidente dell'Arredo Plast Spa.

Gli italiani non sono disposti e non hanno voglia di lavorare, non hanno fame, al contrario degli stranieri, disponibili a turni tripli e senza giorni di riposo.
Queste esternazioni hanno scosso molto i sindacati di categoria e scatenato la reazione del popolo del web e non, che si sente indignato e incredulo di fronte a tanta infamia.

Ha aggiunto: «So che con le mie parole mi sono fatto qualche nemico, ma ho soltanto illustrato una situazione che avviene nella mia azienda. Adesso siamo sommersi da mail e fax con i curriculum delle persone».

Il presidente di Arredo Atlas ha annunciato un ampliamento del personale per il 2014, ha invitato le persone a inviare i propri Curriculum e ha detto: «Valuteremo chi avrà voglia di lavorare, ma non dimentico che è soltanto grazie agli stranieri che la mia azienda ha avuto modo di emergere e crescere nel mercato».
A chi insinuava che gli stranieri assunti alla Atlas fossero sfruttati e sottopagati, Pagotto ha risposto prontamente: «Ma quale sottopagati, un capo servizio prende 1.600 - 1.700 euro al mese e senza straordinari».

 

mercoledì 14 agosto 2013

Stupro, sentenze vergognose: “l’elenco”

Dopo il danno, la beffa: molte donne che subiscono violenza sessuale e che trovano il coraggio di denunciare i fatti per avere giustizia, spesso si ritrovano nelle aule dei Tribunali, davanti a un giudice, a dovere fare i conti con delle sentenze che appaiono del tutto vergognose. Spesso, durante i processi, le donne passano dall’essere vittime a essere considerate colpevoli, ma colpevoli di cosa? In buona sostanza la colpa sembra essere proprio quella di essere donne.

In Italia, in Europa e nel resto del mondo, ancora nel 2013, la violenza sulle donne continua, gli stupri si susseguono brutalmente e le legislature dei vari Paesi non sono, evidentemente, ancora concepite per tutelare davvero la donna e stabilire giuste pene per chi si macchia di un crimine così odioso e terribile.

Fece molto parlare il seguente verdetto, quando uscì nel 2006. Secondo la sentenza numero 6329 del 20 gennaio 2006, V. S., giovane quattordicenne cresciuta in un ambiente socialmente degradato e difficile, avendo già avuto altri rapporti sessuali, avrebbe riportato meno danni dallo stupro subito dal patrigno. In pratica, visto che aveva già perduto la verginità, secondo la Terza Sezione Penale della Cassazione, lo stupro che lei ancora adolescente ha subito da parte del patrigno di 40 anni, è stato uno stupro meno grave di altri. I giudici quindi hanno considerato giusto che al violentatore fossero riconosciute le attenuanti per la “minore gravità del fatto“.

Lo stupro non esiste se indossi i jeans

Altra sentenza shock, la sentenza numero 1636 della Cassazione, risalente al 1999, coinvolge ancora la Terza Sezione Penale, che negò l’esistenza di uno stupro perché la vittima “indossava i jeans”. Un particolare di non poco conto, secondo i giudici, visto che i jeans sarebbero impossibili da sfilare in caso violenza sessuale. Ma in questo pronunciamento c’è un elemento in più: l’interpretazione a favore dello stupratore dell’elemento del consenso estorto alla ragazza. Nelle motivazini, i giudici della Suprema Corte scrivono, a proposito dei heans: “E’ un indumento che non si può sfilare nemmeno in parte senza la fattiva collaborazione di chi lo porta“. Lo sanno tutti, scrivono ancora i giudici, è un “dato di comune esperienza“: è impossibile sfilare i jeans se la vittime si oppone “con tutte le sue forze“. Per cui, evidentemente, Rosa non si è opposta con tutte le sue forze. I giudici della Cassazione continuano: “è illogico affermare che una ragazza possa subire uno stupro, che è una grave offesa alla persona, nel timore di patire altre ipotetiche e non certo più gravi offese alla propria incolumità fisica“.

Niente carcere per chi stupra in gruppo

Anche quando sussistono gravi indizi di colpevolezza non si può imporre per legge la custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale di gruppo, ma occorre valutare caso per caso se siano possibili misure alternative alla detenzione. Lo ha stabilito la Consulta, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 275 comma 3 del codice di procedura penale, come modificato dal decreto legge 11/2009. Alla base dell’intervento della Corte Costituzionale una questione di legittimità sollevata dalla sezione riesame del Tribunale di Salerno. “Ciò che vulnera i parametri costituzionali – si legge nella sentenza n.232 – non è la presunzione in sé, ma il suo carattere assoluto, che implica una indiscriminata e totale negazione di rilevanza al principio del ‘minore sacrificio necessario’“.

Sconto di pena al terzo violentatore: ha solo “consumato” e non costretto

In caso di violenza di gruppo, gli atteggiamenti tenuti dagli stupratori sono valutati distinguendo diversi gradi di responsabilità nel portare a compimento il reato. Con la sentenza 40565 del 16 ottobre 2012 la Corte di Cassazione ha stabilito che durante una violenza di gruppo va dunque riconosciuto uno sconto di pena a chi non abbia partecipato a indurre la vittima a soggiacere alle richieste sessuali del gruppo, ma si sia semplicemente limitato a consumare l’atto. Nello specifico, è stata annullata una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, che stabiliva una pena per un giovane accusato di stupro di gruppo. L’uomo era stato il terzo violentatore di una diciottenne. Lo stupro era avvenuto su uno yacth che si trovava nelle acque dell’isola di Panarea nelle Eolie, ma al contrario degli altri due del branco non aveva partecipato alla fase precedente, durante la quale la ragazza era stata fatta ubriacare fin quasi a perdere i sensi. All’uomo sono state riconosciute le attenuanti.

Se il violentatore non raggiunge l’orgasmo non c’è stupro

Alcune studentesse della University of Southern California hanno confessato che alcune denunce di stupro effettuate nel campus son state volontariamente ignorate dai vertici dell’Istituto. Le autorità federali americane hanno aperto un’indagine. Tra i vari pretesti addotti per non prendere in carico le denunce delle violenze subite dalle ragazze, leggiamo anche quella che, siccome il presunto stupratore non ha avuto un orgasmo durante la penetrazione, non si può parlare di reato. Le autorità di sicurezza dell’ateneo erano “totalmente in errore quando hanno deciso che da cinque a dieci minuti di penetrazione forzata non rappresentano uno stupro perchè il mio stupratore era troppo ubriaco” per raggiungere l’orgasmo, ha spiegato la giovane coinvolta.

Condannata dopo lo stupro subito, graziata dal Tribunale di Dubai

Marte Deborah Dalelv è una donna norvegese di 24 anni che ora è finalmente libera di lasciare gli Emirati Arabi Uniti dopo aver ricevuto la grazia in seguito ad uno stupro subito, e dopo essere stata, proprio per questo motivo, riconosciuta colpevole di rapporti sessuali extra-matrimoniali. Dalelv aveva denunciato a marzo alla polizia di Dubai lo stupro subito da un collega, ma era stata fermata e rilasciata solo quattro giorni dopo, grazie all’intervento dei diplomatici norvegesi. La corte di Dubai l’ha riconosciuta colpevole di rapporti sessuali fuori dal matrimonio, falsa testimonianza e consumo di alcol senza permesso, e la donna rischiava fino a 16 mesi di carcere. Il ministro degli Esteri di Oslo, Espen Barth Eide, ringraziando “tutti coloro che si sono messi a disposizione per aiutare” a chiudere la vicenda, si è detta molto soddisfatta. E’ “molto strano che una persona che denuncia uno stupro venga condannata per atti che nella nostra parte di mondo non sono neanche un crimine“, ha commentato.

Sentenza choc, tunisino scarcerato: avrebbe stuprato una donna in modo “attenuato”

13 ago 2013 – Nonostante il parere negativo della Procura generale della Cassazione, la Suprema Corte – con la sentenza 34945 – ha dato il via libera alla sospensione dell’esecuzione della pena (beneficio previsto per chi ha condanne inferiori ai tre anni), e dunque all’uscita dal carcere se non detenuti per altra causa, ai condannati per violenza sessuale che hanno commesso stupri in vicende di “minore gravità”, come le definisce l’art. 609bis del codice penale che prevede già, in simili ipotesi non meglio specificate, forti riduzioni sull’entità della condanna.

A beneficiare di questa decisione, emessa dalla Sezione feriale della Suprema Corte, è stato un tunisino di 28 anni, Bilel B., condannato per violenza sessuale, nella fattispecie definita “attenuata”, a un anno e otto mesi di reclusione. All’imputato, la Corte di Appello di Roma – giudice dell’esecuzione – aveva negato la sospensione dell’esecuzione del residuo pena pari a dieci mesi e 23 giorni di carcere, tolto quanto già scontato in cella, sostenendo che proprio la natura del reato commesso, indipendentemente dalla sua gravità o tenuità, era “ostativa alla sospensione dell’esecuzione della pena”.

Ma la Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato Monica Schipani, legale di Bilel B., ha sottolineato che “il condannato per violenza sessuale, di riconosciuta minore gravità, non è soggetto a limitazione nell’accesso ai benefici penitenziari, diversamente dai condannati per altri delitti in materia di libertà sessuale e per lo stesso reato di violenza sessuale, ove non attenuato”. Anche in questi altri casi, rilevano i supremi giudici, la sospensione della pena può essere concessa ma “solo sulla base dell’osservazione scientifica della personalità condotta collegialmente per almeno un anno” anche con la “partecipazione di esperti”.
 


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