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THE NEST - NEWS

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domenica 29 settembre 2013

Trovato con 1380 dosi di marijuana: il giudice lo assolve.!

Il giudice ha riconosciuto le ragioni di un 36enne di Ferrara. Non era detenzione per spaccio, ma parte di una dieta che prevedeva un consumo mensile di oltre "170 grammi di marijuana"...

 
La giurisprudenza si arricchisce di una nuova, discutibile sentenza in materia di droghe. Un 36enne di Copparo, nel Ferrarese, è stato trovato in possesso di un quantitativo di marijuana sufficiente per 1380 dosi, venendo tuttavia assolto.

Come riporta La Nuova Ferrara, in casa dell’uomo non sono stati trovati né somme di contante fuori dal normale né gli strumenti necessari per confezionare le bustine da rivendere: insomma niente che potesse far supporre un’attività di spaccio consolidata. E infatti, come gli avvocati sono riusciti a dimostrare, l’erba serviva per uso esclusivamente personale.

Fuma canne per dimagrire: è uso personale.
La motivazione offerta riguarda dei semplici chili di troppo: l’uomo, un operaio incensurato, si era imbattuto navigando in Internet in una dieta alternativa, basata sulle presunte proprietà dimagranti della cannabis. Questo il programma del regime alimentare: otto canne al giorno e una tisana di erba filtrata alla sera al posto della consueta camomilla, in totale più di un etto e mezzo al mese. L’uomo era dunque costretto a premunirsi di abbondanti scorte, ottenendo dai pusher consistenti “sconti fedeltà”.

Sentenza shock basata sulle parole e sulla fantasia.
Il giudice Luca Marini ha ritenuto plausibile la ragione della difesa, assolvendolo dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio. “Mancavano gli elementi oggettivi – ha commentato il legale, Morassutto - Diciamo che il nostro assistito utilizzava follemente la marijuana per scopi dimagranti”

Dove si è nascosta la norma che prevede la detenzione oltre la modica quantità.? Quando si fermano per strada autovetture cariche di panetti e/o buste.. non ci sono ne bilancini ne contanti, ma vergono arrestati lo stesso.. perché è la legge che lo prevede, come prevede anche la giusta condanna.

Fonte

sabato 28 settembre 2013

Disoccupato ruba fette d’arrosto per sfamare il figlio: condannato.!

Giustizia all'italiana
 
Prima di raccontare la storia "infame" di Filippo.. Faccio una premessa. 
 
Non tanto tempo addietro un albanese è stato arrestato per la quarta volta in cinque anni con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.  I militari lo hanno colto in flagrante mentre cedeva una dose di eroina a un rappresentante di commercio di 40 anni. In seguito alla perquisizione occorsa presso l’abitazione dell’albanese, sono stati trovati altri 15 involucri contenenti cocaina, risultata pura all’83 per cento e sufficiente per confezionare 63 dosi.  Da mesi l’arrestato riforniva di cocaina “clienti” della Media Valle del Tevere, facendo pagare 90 euro a dose.!
 
IL CASO.!!
ROMA - Dovrà scontare sei mesi di carcere per essersi infilato dentro le tasche e sotto i vestiti una fetta d'arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia d'olio. Ha rubato per fame, Filippo P., 34 anni e disoccupato, con una famiglia da mantenere e ridotto sul lastrico dalla crisi economica che nel 2010 gli ha fatto perdere anche l'ultimo lavoretto precario. Era già stato arrestato due settimane fa, per aver sottratto pane, latte e una confezione di prosciutto dagli scaffali di un supermercato. Un furto più che modesto: aveva arraffato quello che bastava per sfamare la sua famiglia, giusto per mettere qualcosa nel frigorifero di casa, e per dare da mangiare alla moglie e al figlio di quattro anni. Processato con rito direttissimo, Filippo era stato condannato a cinque mesi con la condizionale, e liberato con l'obbligo di firma.

LA CATTURA
Due giorni fa, però, l’uomo è stato sorpreso di nuovo mentre tentava di uscire dal Conad di Corso Francia con una spesa di dieci euro non pagata e nascosta sotto la giacca. I vigilantes del supermercato lo hanno bloccato e hanno chiamato i carabinieri. Giunti sul posto i militari lo hanno arrestato con l'accusa di furto aggravato. Ieri mattina, Filippo è tornato sul banco degli imputati del tribunale di Roma, per la convalida dell'arresto e un nuovo processo per direttissima. Il giudice dell'ottava sezione penale, Fabio Mostarda, pur comprendendo il dramma personale dell'imputato, non ha comunque potuto fare altro che disporne la custodia cautelare in carcere. Filippo, difeso dall'avvocato Gianluca Arrighi, ha poi patteggiato una condanna a 6 mesi di reclusione che sconterà a Regina Coeli.

LA DIFESA
«Ho assunto gratuitamente la difesa - ha commentato l'avvocato Arrighi - perché ritengo che vi siano dei casi umani che noi penalisti non possiamo esimerci dall'accettare. Purtroppo negli ultimi anni i casi di persone che commettono furti di generi alimentari è aumentato in modo esponenziale. È ovvio che nulla giustifica la commissione di reati ma una cosa è rubare per arricchirsi e una cosa è rubare per mangiare. Il dato è allarmante e deve far riflettere su come i crimini siano spesso il riflesso dei malesseri della nostra società».
 

venerdì 27 settembre 2013

"Allons enfant" Quando l'azione diventa un giusto diritto..

La marcia su Roma
 
Le recenti vicende politiche ed industriali del nostro paese raccontano una verità di per se stessa evidente che nemmeno il tentativo di incantamento messo in opera dai gruppi editoriali sostenuti economicamente dal potere riesce più a nascondere.

 Qualche testata indipendente, le mille voci senza autorità, ma grandemente autorevoli a cui la rete offre l’opportunità di esprimersi, hanno contribuito a mettere sotto gli occhi di tutti lo stato reale delle cose privato degli orpelli retorici dietro i quali i servi dei vari potentati tentano di nascondere gli interessi primari dei loro padroni.

Che quella del PDL non sia una battaglia per la “Giustizia”, ma mera guardiania del corpo e delle proprietà del padrone del partito è evidente oltre ogni dubbio. Che Il PD non sia “antagonista”, ma complice di questa operazione di tutela lo dicono i fatti in essere, non le supposizioni. Che in Italia non si faccia più politica, programmazione industriale, ricerca, cultura, dibattito sul tema dei diritti o pianificazione energetica è esperienza quotidiana di tutti quelli che, in un modo o nell’altro, sono ancora coinvolti nel residuo di attività economica che decenni di disattenzione ci hanno lasciato.

Questo per dire che nessuno di noi, preso singolarmente, ha più scuse. Nessuno può dire: non sapevo, non me ne ero accorto, avevo capito male. Che votiate PD, PDL , M5S o Lista Civica, se non agite ora, subito, non avrete nessuna attenuante. E che nessuno, per carità, si rifugi nel: “a me non interessa, me ne vado all’estero”, perché all’estero non aspettano gli italiani e se vi volete mettere in gioco come stradini o operai, liberissimi, purché sappiate che ci sono turchi, rumeni e africani in fila da molto tempo prima di voi e con lo stomaco già ampiamente foderato d’acciaio.

Da queste pagine non voglio e non posso incitare alla sedizione ed alla rivolta. Anche se molti che leggono lo fanno continuamente nei loro tweet o post alla Robespierre, io parlo sempre seriamente e se pensassi veramente che è la strada giusta non starei a scriverlo in pubblico. Entrerei in clandestinità e me la giocherei alla vecchia maniera.

 Non lo penso e quindi non lo dico, invece vi prego di fare questo: mettete finalmente alla prova chi vi rappresenta politicamente. Prendete la parola in sezione, fatevi ricevere dal vostro deputato, intervenite in un meet up, ma chiedete esplicitamente che siano messe in atto azioni organizzate di dimostrazione contro l’attuale condizione di degrado programmatico del paese. Fate gruppo, date forza alla vostra istanza, chiedete azione immediata e non promesse, artifici, occupazione di soffitte, battaglie ideali in punta di diritto, ma azione, azione, azione. Cerchiamo, tutti insieme, di portare gli italiani sulle prime pagine dei giornali europei, facciamogli capire che non ci stiamo e che se saremo costretti ad affogare, ce li porteremo tutti dietro.

Ascoltate ciò che vi viene risposto dai vostri capi sezione, deputati, coordinatori. Cercate di leggere negli occhi del vostro interlocutore quanto è disposto a farsi carico della vostra istanza, quanto l’organizzazione che avete votato e che sostenete può veramente rappresentare questa esigenza non differibile aldilà della messa in scena di azioni il cui obiettivo è avere cinque minuti di popolarità  con il video in ascensore. E se non vi convince, passate oltre. Abbiate il coraggio di fare spesa al PD se il PDL latita o al M5S se Sel vi sembra interessata ad obiettivi diversi. Fatelo, perché solo facendolo potete comprendere in prima persona se e quanto sarà possibile che questo sistema possa trovare in se stesso la forza e le regole per ripartire. Abbiate il maledetto coraggio di guardare negli occhi le Gorgoni.

Il luogo virtuale nella quale avete confinato il vostro dissenso è divertente, ma è inutile. Può servire per coordinarsi, scambiare le idee, ma l’opposizione a questo stato di cose va riportata per strada, agli incroci, nelle piazze perché un tweet può ferire l’orgoglio, ma la testa la spaccano i manganelli e noi abbiamo bisogno di dimostrare che questo stato sa solo parlarci con tasse, disoccupazione e manganelli.

Bene, ora che avete finito di leggere queste dieci righe ve la sentite di prendervi l’impegno personale di iniziare da subito e voi soli il percorso che io ho già iniziato stamattina parlando con chi dovevo? Siete pronti ad alzare il culo e dimostrare in prima persona quanto siete in disaccordo con ciò che state vivendo? Pensate che sia inutile? Che non succederà nulla?

Come scusa per rimanere seduti è buona, anche se non chiedete non potrete mai sapere ciò che vi verrà risposto. E se non ve la sentite, se pensate che il massimo che possiate fare è mettere una crocetta su una scheda elettorale, allora, scusate, non rompetemi più il cazzo con rivoluzione e emigrazione che di chiacchiere, alla mia età, ne ho le palle piene.

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A Treviso: bambini italiani studieranno il Corano e ‘prove di burqa’ alle bambine

 
TREVISO – I bambini vanno indottrinati da subito. E così, nella nuova Treviso del marocchino consigliere comunale, all’Istituto Coletti si insegnerà l’arabo, non solo la lingua, ma anche tradizioni, cultura, religione e cibo. Questo per ‘integrare’ gli italiani nella nuova realtà.

Il corso inizierà la seconda settimana di ottobre e durerà per tutto l’anno scolastico, durante il quale i bambini italiani verranno indottrinati alla nuova cultura dominante. Verrà loro insegnato il Corano, che il maiale è un animale impuro, e alle bambine impartite lezioni sul ruolo della donna nella società islamica, comprese prove di ‘burqa’.

Il tutto pagato dal governo del Marocco, che investe così nella colonizzazione del Nordest.

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giovedì 26 settembre 2013

Romeno stupra impiegata: il magistrato lo multa per 3mila euro e lo libera!

Molestata, aggredita e violentata in ufficio da un immigrato a cui la sua famiglia aveva dato lavoro. Un’impiegata 22enne è rimasta vittima di un odioso episodio di violenza sessuale che si è consumato nella sede di una società dell’Appennino parmense lo scorso 7 marzo.

La giovane era rimasta sola in ufficio e stava sbrigando le ultime pratiche prima della chiusura quando un operaio 30enne rumeno, G. T., è entrato nella stanza e si è seduto accanto a lei. Secondo quanto riportato nel capo d’imputazione, l’uomo ha iniziato a molestarla con pesanti avances. Quando ha allungato le mani, palpeggiandola, la giovane si è ritratta e ha cercato di lasciare l’ufficio. L’uomo non gliene ha lasciato il tempo. L’ha raggiunta, afferrata con violenza e trascinata dentro a un antibagno. Lì ha sbattuto la vittima contro il muro, l’ha bloccata col peso del suo corpo, è riuscito a spogliarla e a compiere su di lei pesantissimi abusi sessuali. La ragazza è riuscita a fatica a sfuggire a un brutale stupro. Si è divincolata finché l’aggressore non ha mollato la presa. Un assalto che le è costato 25 giorni di prognosi per le ferite riportate, oltre alle gravi ripercussioni psicologiche.

L’operaio è stato arrestato dai carabinieri ad aprile, alcune settimane dopo l’aggressione, al termine di un’attività d’indagine scattata con la denuncia della vittima. E’ stato rinchiuso in carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata e lesioni. Negli scorsi mesi, vista l’incensuratezza dell’uomo, la misura è stata attenuata con gli arresti domiciliari.

Oggi la sentenza del gup Paola Artusi: il 30enne ha patteggiato due anni di reclusione. La pena è stata sospesa e l’imputato è tornato in libertà. Ha risarcito la vittima con una somma di 3mila euro e ha rinunciato a un credito di 5mila euro pari a due mensilità e al Tfr a favore della ditta, di proprietà della famiglia della giovane.

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venerdì 20 settembre 2013

Egitto, a Delga islamisti minacciano i cristiani: "Quando l'esercito se ne andrà, distruggeremo tutto"

I Fratelli Musulmani visitano le abitazioni dei copti e gli impongono con la forza di scagionarli per le violenze. Chi non firma verrà ucciso dopo la partenza dei militari. Dallo scorso 18 settembre la città, diventata rifugio per migliaia di estremisti, è sotto coprifuoco militare.

I copti di Delga (Alto Egitto) subiscono ancora la persecuzione degli islamisti anche davanti alla presenza di esercito e polizia. Testimoni raccontano che "i Fratelli Musulmani passano in rassegna le abitazioni cristiane prima dei poliziotti, imponendo loro il silenzio. Chi parla muore".

Secondo Anba Aghabious, sacerdote di Delga, i Fratelli Musulmani incolpano i cristiani di aver fatto giungere l'esercito nella città: "Viviamo ancora in un clima di terrore".

Intervistato da Mina Thabet, fondatore della Maspero Youth Union, un testimone spiega che "gli islamisti costringono gli abitanti a firmare documenti dove si attesta che non hanno subito alcun attacco da parte degli estremisti. Se il foglio non viene firmato i Fratelli Musulmani distruggeranno le abitazioni non appena l'esercito lascerà la città".

Lo scorso 14 agosto gli islamisti hanno approfittato del caos iniziato con lo sgombero dei sit-in pro-Morsi al Cairo per occupare Delga e imporre la sharia a tutta la popolazione. I Fratelli Musulmani hanno incendiato almeno 62 abitazioni e costretto metà della popolazione a fuggire fuori dal governatorato di Minya. Molte delle persone rimaste vivono in strada o ospitate da altre famiglie cristiane e musulmane.

Oggi, la polizia ha annunciato che il regista delle azioni di "terrorismo" contro i cristiani di Delga e Minya è Abdel Maged, storico leader della Jamaa al-Islamya, fuggito in Alto Egitto lo scorso 3 luglio dopo la deposizione di Mohamed Morsi.

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India, riesplode la lebbra. Ma il governo ‘non ne vuole parlare’

Negli ultimi anni i malati sono aumentati: 2 persone ogni 10mila, rispetto a 1 persona ogni 10mila nel 2005. Nell’ashram-lebbrosario del Pime “Swarga Dwar” (Porta del Cielo) vi sono dai due ai tre nuovi casi a settimana. Fonti locali di AsiaNews: “L’ondata di migrazione dalle campagne alle città ha prodotto nuovi poveri, più soggetti a contrarre la lebbra”.

Mumbai – Nell’indifferenza del governo, la lebbra torna a mietere vittime in India. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) quest’anno il Paese ha registrato nuovi casi di contagio: su 36 distretti, in media vi sono più di 2 casi ogni 10mila persone. Nel 2005 la proporzione era di 1 ogni 10mila: dati confortanti, che avevano spinto le autorità a parlare di “eliminazione del morbo”. Tuttavia, fonti locali diAsiaNews - anonime per motivi di sicurezza – spiegano che “la realtà dei fatti è ben diversa e il governo deve accettarla, se vuole davvero sconfiggere la lebbra”.
 
Chi lavora con le persone colpite dal batterio conferma la presenza di nuovi casi di contagio. Nel dispensario allestito dallo Swarga Dwar (Porta del Cielo), l’ashram-lebbrosario istituito nel 1983 dal Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), ogni settimana si presentano in medio due o tre nuovi malati. “Di recente – racconta adAsiaNews p. Vijaya Kumar Rayarala – abbiamo avuto un bambino, nato in uno slum da genitori lebbrosi. Abbiamo scoperto subito una macchia dietro le spalle, sintomo della malattia. Dopo una cura di sei mesi la macchia è sparita e lui è guarito”.
 
Altre fonti locali di AsiaNews riconoscono che “per un certo periodo i casi sono diminuiti, ma oggi non è più così”. Il problema della lebbra è che non esiste una vera e propria prevenzione e può venire a chiunque. Povertà, scarsa pulizia, mancanza di igiene, cibo scadente o del tutto assente favoriscono la diffusione del batterio che causa la lebbra. Oltretutto il morbo ha un periodo di incubazione di diversi anni, il che rende ancora più difficile evitarne la diffusione.
 
“Nelle grandi metropoli come Mumbai – rivelano le fonti – c’è un boom delle costruzioni che ha scatenato una nuova ondata migratoria. Gli imprenditori hanno bisogno di manodopera e dai villaggi moltissime persone si sono riversate in città. Vengono pagate pochissimo, non hanno una casa e quindi vivono sotto i ponti. Non mangiano, e quando lo fanno cucinano all’aperto; respirano polvere e sporco. Molti bambini vengono lasciati soli, perché i genitori devono lavorare. Tutto questo contesto favorisce l’insorgere della malattia, ma quasi nessuno controlla. Poi magari queste persone tornano a casa, ed ecco che la lebbra torna a diffondersi”.
 
“Il problema – sottolineano le fonti – è che il governo non vuole accettare questa realtà, ovvero che dobbiamo ancora debellare la lebbra. Finché le autorità fingono il contrario, non si può andare avanti e avviare programmi di sostegno. Per i malati, e anche per questi nuovi immigrati”.
 

giovedì 19 settembre 2013

"Gestiti come bordelli", sequestrati sei cinema porno

Sei cinema porno (tre a Milano, gli altri a Genova, Catania e Mestre) sono stati sequestrati dalla polizia locale nell'ambito di un'operazione condotta dalla Procura di Milano.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, le sale cinematografiche venivano utilizzate "con il solo scopo di permettere che all'interno si svolgessero prestazioni sessuali a pagamento offerte da persone di sesso maschile (omosessuali, transessuali, ragazzi di giovane età anche minorenni) a uomini che, con il pretesto della visione cinematografica potevano usufruire di tali prestazioni pagando il solo biglietto per la visione del film".

Nell'ambito della stessa operazione, sono state arrestate tre persone, responsabili e amministratori dei cinema e il pm Ester Nocera ha notificato un documento di conclusione delle indagini ad una ventina di persone.

 "Le prestazioni sessuali - si legge nel documento di chiusura delle indagini - potevano svolgersi liberamente in ogni luogo (sala proiezione, bagni, atrio)". Il pm osserva che in sala venivano proposti "spezzoni di film senza alcuna trama oppure ripetuti senza soluzione di continuità'". I cinema sequestrati a Milano dalla polizia locale sono il 'Garden', il 'Sempione' e l''Ambra'. A due delle tre persone arrestate viene contestato di essere stati amministratori e proprietari di una società, con sede a Catania, che avrebbe concesso in affitto gli immobili adibiti a sale cinematografiche e di averne affidato la gestione ad una terza persona, con lo scopo, in sostanza, di trasformarle in bordelli gay. A Mestre e' stato sequestrato il cinema 'Piave', a Genova il 'Centrale' e a Catania il 'Sarah'.

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Equitalia: inchiesta per corruzione. Indagati funzionari e imprenditori

Ventinove perquisizioni (presso abitazioni, uffici e sedi di societa') sono in corso in alcune citta' italiane (Roma, Napoli, Latina, Venezia, Genova) su ordine della procura della capitale a carico di funzionari di Equitalia che avrebbero garantito indebiti vantaggi finanziari a imprenditori e professionisti.

In cambio della promessa di denaro, infatti, sarebbero state accolte, senza che vi fossero i requisiti, istanze di rateizzazione di cartelle esattoriali oppure si sarebbe interferito nelle procedure di versamento dei contributi previdenziali alterando sia la correttezza dei dati relativi al pagamento sia la visibilita' degli stessi, anche al fine di ottenere la rinuncia, da parte dell'ente di riscossione, ad adottare le procedure di esecuzione immobiliare.

L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi e condotta dai pm Francesca Maria Loy e Francesco Ciardi, contempla alcune ipotesi di corruzione e chiama in causa, oltre a professionisti e imprenditori, anche Francesco Pasquini, l'ex direttore regionale di Equitalia del Lazio, attuale direttore regionale della Liguria. Pronta la reazione della societa'.

"Equitalia sta gia' collaborando con gli inquirenti affinche' venga fatta piena luce sui fatti oggetto di indagine e sulle eventuali responsabilita'" afferma la societa' di riscossione delle imposte in una nota a commento delle perquisizioni ordinate dalla Procura di Roma in corso in diverse citta'. "A tal fine - si legge nel comunicato -, rimarra' a disposizione per fornire tutti i documenti e le informazioni necessari e procedera' a porre in essere le opportune iniziative a tutela della funzione pubblica dell'agente della riscossione e della propria immagine".

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Letta bocciato dall’europa! Rehn a Roma: “L’ITALIA VA IN DIREZIONE OPPOSTA ALLE RICHIESTE UE”

 
“Abolire l’IMU sulle prime case e non vendere patrimonio immobiliare è preoccupante. La pressione fiscale va spostata su patrimonio e consumi” - Il povero Saccomanni ha provato a spiegare l’abolizione IMU come “incentivo all’economia”, ma Rehn sa benissimo che è un gettone elettorale dato in pasto al Banana - “L’Italia è come la Ferrari: non basta la tradizione, serve innovazione”…

La Commissione europea non condivide la scelta del governo di abolire l'Imu sulle prime case per il 2013 e rinnova all'Italia la richiesta di spostare il carico fiscale dai fattori di produzione, come è il lavoro, verso patrimonio, consumi ed emissioni inquinanti.
L'avvertimento arriva dal commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, oggi a Roma per un incontro con il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e un'audizione in Parlamento.

Olli Rehn
"La recente decisione di abolire l'Imu sulle prime case per il 2013 ha suscitato e suscita preoccupazione", ha detto Rehn intervenendo presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato.
La Commissione "ha il dovere di chiedere correzioni" quando gli Stati membri dell'Unione europea prendono decisioni non coerenti con gli impegni assunti a Bruxelles.
"Il consiglio [dei Capi di Stato e di governo europei] ha raccomandato di spostare la pressione fiscale verso patrimonio e consumi. In questo quadro la decisione sull'Imu va nella direzione opposta rispetto alla raccomandazione del Consiglio. Tuttavia, se viene configurata bene, la nuova service tax potrebbe essere coerente con la raccomandazione del Consiglio", ha detto il commissario.


A fine agosto il governo ha approvato un decreto che cancella la prima rata dell'Imu sulle abitazioni principali, i terreni agricoli e i fabbricati rurali. L'esecutivo si è impegnato a presentare il 15 ottobre un secondo decreto per cancellare anche il saldo di dicembre. L'impatto dell'operazione è di quasi 5 miliardi sul bilancio del 2013.
Dal 2014 la Service tax dovrebbe sostituire l'Imu e assorbire la Tares, la tassa sui rifiuti e sui servizi urbani.

OLLI REHN
Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha definito la manovra sull'Imu un intervento di natura congiunturale, cioè di sostegno all'ancora stagnante economia italiana.
Nell'aggiornamento al Piano nazionale per le riforme, che dovrebbe essere ufficializzato entro venerdì 20 settembre, il Tesoro ribadisce l'impegno a "trasferire il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente assicurando la neutralità di bilancio".
La strada che l'Europa raccomanda all'Italia è la "svalutazione fiscale" e consiste nel rendere meno costosi i prezzi dei beni destinati all'esportazione.


ITALIA NON PUÒ PERDERE TEMPO AI PIT STOP
Rehn ribadisce la convinzione che la Zona euro sia prossima ad agganciare la ripresa ma avverte che "sarebbe prematuro" dichiarare la fine della crisi.
È ad esempio "allarmante" che il rendimento dei titoli di Stato italiani abbia superato nei giorni scorsi - oggi è tornato ad essere inferiore - quello degli analoghi titoli spagnoli.
"Sia in Italia che in Europa dobbiamo avviare le riforme. Ci vuole una forte volontà ma non c'è margine di manovra. Un fattore fondamentale è la stabilità politica. Nel caso dell'Italia l'incertezza politica frena gli investimenti e la ripresa necessaria".

Per spronare il governo, Rehn utilizza come metafora la Ferrari prendendo spunto dal ritorno del pilota - finlandese come il commissario - Kimi Raikkonen.
"La Ferrari come l'Italia incarna una grande tradizione di stile e capacità. Però, per poter vincere, bisogna avere il motore più competitivo ed essere sempre pronti a cambiare, ad adeguarsi. Il motore della crescita in Italia non può andare a basso regime, il motore ha bisogno di un'urgente revisione e non si può perdere tempo ai pit stop. Spero che l'Italia rimanga fermamente in pista".

Rehn dice di aver ricevuto da Saccomanni nuove rassicurazioni sull'impegno a mantenere il deficit sotto il 3% del Pil.
L'Italia è in linea con l'obiettivo di avere un saldo strutturale in pareggio nel 2014, "a condizione che gli impegni attuali vengano rispettati e che vengano concordate misure compensative laddove si creino buchi di bilancio", ha detto il commissario europeo.
Altra priorità è la riduzione dell'elevato debito pubblico, che secondo le nuove previsioni del Tesoro dovrebbe superare il 132% del Pil nel 2014.


Rehn giudica "preoccupante" che il governo abbia disatteso l'impegno a fare dismissioni per un punto di Pil già da quest'anno.  Subito dopo però aggiunge: "Detto questo, la Commissione ha una posizione di assoluta neutralità" sulle dismissioni. Un modo per dire che spetta all'Italia individuare la strada migliore per ridurre stabilmente il debito.

mercoledì 18 settembre 2013

Kyenge: “Zingari non rubano, ve lo siete immaginato”

Stamani, presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministro per la dis-integrazione  Kyenge e la viceministro con delega alle pari opportunità Maria Cecilia Guerra hanno avviato i lavori della Cabina di regia politica che, con le competenze di tutte le Amministrazioni, intende spendere i nostri soldi per attuare la  ’Strategia nazionale per l’integrazione di Rom, Sinti e Caminanti 2012-2020′.

L’obiettivo è quello di riuscire a capire come sperperare i soldi degli italiani,  individuando nuove linee di indirizzo delle politiche di inclusione delle comunità rom e sinte.

Il Tavolo interministeriale ha visto la partecipazione, fra gli altri,  della crème del governo Letta: del Ministro per gli Affari Esteri Emma Bonino, del Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Interno Domenico Manzione, del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Rossi Doria, del Sottosegretario di Stato al Ministero di Giustizia Giuseppe Beretta e del Sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Giuseppe Castiglione. E come sempre hanno mangiato, bevuto e fatto nulla alla faccia nostra.

Nel corso della riunione, la Kyenge ha sottolineato come persiste ancora oggi “un’immagine stereotipata delle Comunità di Rom, Sinti e Caminanti presenti in Italia perché troppo spesso continuano ad essere alimentati stereotipi ed ansie collettive per i quali deve ammettersi una responsabilità della politica, dei media e, in particolare dei new social media che, come dimostrano i recenti casi di cronaca, impattano direttamente in ambiti strategici come quello della scuola”.

Insomma, gli zingari non rubano e non occupano suolo pubblico abusivamente, ve lo siete immaginato voi razzisti.

La congolese ha quindi ribadito la necessità di“unire le forze, al fine di assicurare l’adeguatezza delle risorse rispetto agli obiettivi prefissati, di colmare i gaps esistenti, integrando, di volta in volta, le politiche scelte in base alle esperienze e ai bisogni manifesti e, infine, di continuare a garantire un confronto serrato tra tutte le istituzioni su metodologie, priorità e risorse, per l’inclusione sociale delle comunità rom e sinte”.
È stato inoltre evidenziata l’esigenza di promuovere, in collaborazione con l’UNAR – Punto di Contatto Nazionale per l’attuazione della Strategia, “un maggiore coordinamento delle politiche di inclusione di Rom e Sinti in ambito regionale e di favorire lo sviluppo di piani locali di integrazione sociale, d’ intesa con i comuni, oltre allo sviluppo di linee di indirizzo tematico a livello nazionale sui fronti dell’occupazione, della salute, dell’educazione e delle politiche abitative”. I quattro assi primari d’intervento sono stati richiamati anche dalla Viceministra Guerra la quale, intervenendo anche sulla difficile condizione di marginalità in cui versano le donne Rom, ha affermato che “la prospettiva di genere, inserita ormai in quasi tutti i programmi in materia di pari opportunità, impone l’individuazione dei fattori discriminatori tra uomo e donna, l’analisi delle disparità anche culturali e la formulazione di specifici obiettivi che, nel caso delle donne e delle fanciulle rom richiede un sforzo aggiuntivo in considerazione della loro esposizione alle forme multiple di discriminazione, in quanto donne ed in quanto membri di una minoranza”.

Detto in termini chiari: soldi, soldi, soldi per gli zingari. Dalle nostre tasse ovviamente. Ecco come spendono le loro giornate i ministri del governo italiano. Mentre l’Italia affonda, mentre i clandestini sbarcano ovunque, loro perdono tempo con gli zingari. Su come ‘integrarli’. Nemmeno li sfiora l’idea che a noi, italiani, di integrare gli zingari, non solo non freghi nulla, ma che siamo ferocemente contrari all’idea. Li integrino loro, gli zingari. Vada, la Kyenge, ad abitare in un campo nomadi, senza scorta.

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martedì 17 settembre 2013

PERCHÉ USA, INGHILTERRA, UNIONE EUROPEA E ISRAELE VOGLIONO DISTRUGGERE LA SIRIA.?

 
Una giovane dalla voce delicata che vive la crisi siriana la descrive con molto più buon senso, verità e onestà dei potenti governi occidentali e dei loro mass media controllati dal denaro come burattini.

Identificandosi semplicemente come “siriana, patriota, anti-neocon, anti-nuovo-ordine-mondiale, anti-sionista”, lo scorso anno ha aperto un suo canale YouTube (YouTube/User/SyrianGirlpartisan).
In un breve video (nove minuti) spiega “otto ragioni per cui il Nuovo Ordine Mondiale odia la Siria”. Faremmo tutti bene ad ascoltarlo …

Nella foto: La banca centrale della Siria in Sabaa Bahrat Square a Damasco
Le sue “Otto ragioni principali per cui ci odiano” è un eccellente resoconto, applicabile praticamente a quasi tutti i Paesi rispettabili del mondo: nessuna banca centrale controllata dai Rothschild; nessun debito dal FMI; nessun OGM, petrolio o oleodotti; società anti-segrete, anti-sioniste; laicismo e nazionalismo.

Il suo breve messaggio si svela come una sorta di manuale di buon senso, che spiega perché gli Stati Uniti, l'Inghilterra, L'Unione europea (specialmente la Francia) e Israele sono così ansiosi di distruggere la Siria, un Paese il cui leader non si piegherà di fronte alle élite del Nuovo Ordine Mondiale immerse a fondo nelle strutture di potere pubbliche (i governi) e private (le aziende e le banche) delle potenze occidentali.
Descrive queste otto ragioni in maniera succinta e convincente, dando molto da pensare con la speranza di ispirare una profonda ricerca interiore. Questo è vero soprattutto per i cittadini di USA, Inghilterra, UE e Israele, i quali sono gli unici che possano applicare una pressione diretta sui loro politici eletti di Washington, Londra, Parigi, Tel Aviv e delle altre capitali occidentali, costringendoli a smettere di comportarsi come dei folli criminali globali e a iniziare a prestare attenzione alle parole delle persone in una maniera responsabile e democratica.

Le otto ragioni per cui il Nuovo Ordine Mondiale odia la Siria
1) La Banca Centrale siriana è pubblica e controllata dallo Stato – In altre parole, gestisce la valuta nazionale stando al servizio del popolo siriano e non dei banchieri internazionali, controllati dalla Rothschild, che operano nei loro covi di New York, Londra, Francoforte, Tel Aviv, Basilea e Parigi.

Questo significa che il volume di valuta che essa emette è adeguatamente sincronizzato con i bisogni reali dell'economia del lavoro, della manodopera, della produzione e di tutto ciò che è utile al popolo siriano, invece di essere sincronizzato con finanziatori stranieri parassiti, usurai e speculatori. Questi ultimi cercano di controllare le banche centrali locali in modo da limitare artificialmente il volume valutario disponibile per i veri bisogni economici, specialmente per quanto riguarda i crediti senza interesse necessari per finanziare infrastrutture utili all'economia: centrali elettriche, strade, lavori del gas, abitazioni, iniziative e imprese private. Questo costringe gli attori produttivi – pubblici e privati – a fare ricorso a prestiti bancari con interessi letali, dando il via all'infinita catena di debiti portando alle cosiddette “crisi del debito pubblico” che colpiscono ogni Paese per decenni.
Distorcendo artificialmente il volume della “valuta pubblica” emessa dalle banche centrali nazionali, che non generano interessi, le nazioni vengono così forzate a ricorrere a prestiti di “valuta privata” ad alto tasso di interesse concessi dalla società segreta monopolistica e privata dei bankster nelle mani di Rothschild, Rockefeller, Warburg, Goldman Sachs, HSBC, CitiCorp e JP Morgan Chase.

È chiaro che si tratta di una buona ragione per eliminare la Siria.
2) La Siria non ha debiti con il FMI – Questo significa che la leadership siriana capisce che il FMI – un'agenzia pubblica multilaterale composta dai governi membri – è controllata dai mega-banchieri internazionali e che agisce come loro revisore contabile e polizia finanziaria ogni qualvolta uno dei suoi membri più deboli finisce nei guai con il debito nazionale, che è un altro modo per dire che raggiungono un punto in cui non possono ricavare abbastanza denaro dalle loro economie reali – il lavoro, la fatica e la manodopera della loro gente – per darlo a quei banchieri parassiti privati internazionali.

In un certo senso, il vero lavoro del FMI è comportarsi come l'autorità tributaria internazionale, solo che non tassa direttamente le persone, ma piuttosto delega agli uffici nazionali. Iniziate a capire le vere radici delle “crisi del debito” che colpiscono Cipro, Grecia, Irlanda, Argentina, Spagna, Italia, USA, Inghilterra, Portogallo e Francia?
Di fatto, le nazioni islamiche rifiutano i prestiti bancari frazionati e le pratiche degli interessi come qualcosa di immorale. Questo è quanto fatto dalla Libia di Gheddafi e quello che la Siria e l'Iran stanno facendo ora.

Dunque, un buon motivo per eliminare la Siria, così come hanno eliminato la Libia e ora puntano sull'Iran.
3) La Siria ha bandito le sementi OGM – Bashar al-Assad ha bandito l'uso di sementi OGM per poter “preservare la salute umana”, sapendo benissimo che i Monsanto di questo mondo vogliono controllare tutte le provviste alimentari del mondo, dato che con l'imminente crisi globale non si tratterà solo del petrolio, ma anche della quantità di cibo che ogni nazione riuscirà a mettere sulla tavola del suo popolo.

Ecco perché dopo aver invaso l'Iraq gli Stati Uniti hanno ordinato l'uso esclusivo di sementi Monsanto. Ecco perché i deboli stati clientelari come l'Argentina stanno avvelenando la loro terra e la gente si sta inginocchiando di fronte alle richieste della Monsanto.
Una buona ragione per la Monsanto per eliminare la Siria.

4) La popolazione siriana è ben informata sul Nuovo Ordine Mondiale – I suoi media e le sue università discutono apertamente dell'influenza delle élite al potere della comunità internazionale. Ciò significa che afferrano perfettamente il fatto che in Occidente il vero potere non è nelle mani della Casa Bianca, del n.10 di Downing Street, del Congresso o del Parlamento, ma piuttosto è gestito dalla potente rete di gruppi di pressione alla guida del Consiglio di Relazioni Internazionali di New York, la Conferenza Bilderberg, la Commissione Trilaterale, l'Americas Society, il World Economic Forum e l'Istituto di Affari Internazionali di Londra, che a loro volta interagiscono con i mega-banchieri, i media, le università, l'esercito, le multinazionali e le aziende di tutto il mondo.
Come spiega adeguatamente la nostra giovane amica, i siriani osano parlare di società segrete come la loggia Skull & Bone dell'università di Yale, tra i cui membri spiccano l'ex presidente George W. Bush e l'attuale Segretario di Stato John Kerry.

Una buona ragione per questi pezzi grossi per ordinare al loro galoppino Obama di eliminare la Siria.
5) La Siria possiede massicce riserve di petrolio e gas – E ci risiamo! Ogni volta che l'Occidente va in guerra per proteggere “la libertà, i diritti umani e la democrazia”, c'è sempre puzza di petrolio, che sia in Iraq, Libia, Kuwait, le Malvinas, l'Afghanistan … La Siria possiede riserve terrestri e marine di petrolio e gas e sta contribuendo alla costruzione di un massiccio oleodotto con l'Iran, ma senza il controllo dei giganti petroliferi occidentali. Di certo, la piena militarizzazione di tutte le zone di riserva e produzione petrolifera, nonché la militarizzazione delle rotte di trasporto per “portare il petrolio a casa” da ogni punto del mondo, è una strategia fondamentale comune a Inghilterra e Stati Uniti.

Un buon motivo per la BP, la Exxon, la Royal Dutch Shell, la Texaco, la Total, la Repsol e la Chevron per voler eliminare la Siria.
6) La Siria è chiaramente contro il sionismo e Israele – Israele opera un apartheid criminale contro i palestinesi occupati. La leadership siriana non ha problemi ad accusare Israele di essere quello che è: un'entità razzista imperialista e genocida, come mostrato dal Muro dell'Odio che il governo israeliano ha eretto intorno alla Palestina. Israele gestisce quello che può essere definito solo come un mega campo di concentramento stile Auschwitz, con milioni di prigionieri maltrattati, umiliati e spesso uccisi.

Questa chiara visione politica veniva condivisa dalla Libia di Gheddafi e dall'Iraq di Saddam e oggi anche da Iran, Cina, Russia e India.
Un buon motivo per i giganti politici come l'AIPAC (American-Israeli Public Affairs Committee), il World Jewish Congress, l'ADL (Anti-Defamation League), Likud, Kadima e Netanyahu/Lieberman per voler eliminare la Siria.

7) La Siria è uno degli ultimi Stati musulmani laici in Medio Oriente, mentre gli ebrei sionisti che credono nella supremazia della loro razza, come pure i rinati cristianiisraelo-Bushisti in occidente, hanno bisogno che tutti si adeguino alla volontà del loro oscuro dio demiurgo che possiede il suo “popolo eletto”.
L'ordine della élite del potere internazionale è chiaro: tutti devono credere nella superiorità di Israele, mentre la nostra giovane amica siriana nota che la Siria, come l'Iraq di Saddam, la Libia di Gheddafi e l'Iran, potrebbe non esserne convinta.

Aggiunge che in Siria “fare domande sulla religione non è educato”, dal momento che la Siria è stata per millenni la culla delle religioni originarie e che questi millenni hanno insegnato ai siriani ad essere sensibili, tolleranti e rispettosi di ogni fede. Una cosa che di certo non si vede negli sceiccati arabi filo-occidentali, né negli Stati Uniti, in Inghilterra e nell'Unione europea, con la loro paranoia anti-islamica, dove le leggi passano imponendo le più lampanti menzogne culturali, politiche e storiche ordinate da bigotti che insistono sul fatto che il loro dio non accetterà altro che le vittime sacrificali del loro olocausto.
Un altro ottimo motivo per fanatici neocon e la loro polizia orwelliana per eliminare la Siria.

La Siria mantiene e protegge fieramente la sua identità nazionale politica e culturale – la nostra amica sottolinea come la Siria “si tiene stretta la sua unicità” mentre rispetta quella degli altri. L'imminente governo mondiale aborre praticamente chiunque si metta contro agli standard di pensiero, comportamento e “valori” stabiliti, dove le mega-marche occidentali, i centri commerciali e le dittature della moda “fanno sembrare ogni posto uguale all'altro, il che porta ad un mondo davvero noioso”.

Oggi, anche tra i giovani, il pensiero rivoluzionario occidentale si riduce alla scelta tra Coca Cola e Pepsi.
Un buon motivo per Coca Cola, Pepsi, McDonald's, Levi's, Lauder, Planet Hollywood e Burger King per voler eliminare la Siria.

La nostra giovane amica siriana conclude il messaggio ricordandoci che “la caduta della Siria potrebbe essere il punto di svolta per la vittoria del Nuovo Ordine Mondiale”, aggiungendo che oggi “la Siria è in prima linea contro il Nuovo Ordine Mondiale”.
Parole sagge di una giovane donna che comprende il fallimento catastrofico della classe politica delle potenze occidentali, che ormai hanno capovolto il nostro mondo, dove i criminali peggiori hanno infettato i governi e le strutture private di potere, che sia a Washington, New York, Londra, Parigi, Berlino, Roma, Bogotà, Madrid, Tokyo, Seul, Amsterdam, Buenos Aires o Riad.

Se a volte Hollywood serve come vetrina per rivelare i recessi più oscuri della psiche malata della élite dei potenti occidentali, allora potremmo anche dire che stanno recitando la saga del “Pianeta delle Scimmie”, in cui una strana e infernale inversione genetica mette degli animali orrendamente distruttivi al posto delle potenze mondiali, mentre gli umani vengono imprigionati nelle gabbie e fatti schiavi.
È questa oggi la metafora migliore per descrivere gli USA di fronte al dramma in Siria?

Gli otto punti summenzionati sono una buona guida per rimettere in carreggiata tutti i nostri Paesi per quanto possibile in questo mondo fuori controllo.
A prescindere dall'essere americani, europei, arabi, musulmani, cristiani, ebrei, buddisti, indù o shintoisti, è arrivato il momento per noi cittadini di far sentire la nostra voce nelle strade, con gli amici, i vicini e i familiari, i colleghi di scuola e del lavoro, attraverso i social network, chiedendo che i governi occidentali cosiddetti “eletti democraticamente” smettano di fare quello che stanno facendo e comincino a fare quello che gli chiediamo. Ora. Immediatamente. Dobbiamo riprenderci le nostre nazioni.

La nostra giovane amica siriana è sicuramente l'esempio che tutti noi dobbiamo seguire.

lunedì 16 settembre 2013

SIRIA: affonda nave cargo Usa, carica di armi per i “terroristi”

 
I media russi hanno riferito che una nave cargo è affondata nel Mar Arabico vicino a Salalah, con a bordo 4.500 container carichi di armi destinate ai “ribelli” in Siria.

Il carico partito dagli Stati Uniti ha seguito il seguente percorso: (Singapore – Oceano Indiano – porto del Mar Rosso di Gedda, Arabia Saudita, porto giordano di Aqaba e poi via terra in territorio siriano.

La nave cargo più grande della flotta americana di nome "Mol Comfort", che trasportava armi americane ai terroristi in Siria, si è spaccata nell'Oceano Indiano con a bordo 4.500 container carichi di armi di vario tipo che erano destinate al porto Aqaba in Giordania per poi essere consegnate ai terroristi in Siria dal confine giordano siriano.

La nave, verso la metà di giugno 2013, aveva abbandonato il porto militare di Singapore con l’intenzione di attraversare il mar rosso fino al porto giordano di Aqaba, per consegnare le armi alle ““truppe americane e giordane, attualmente impegnate nell’esercitazione denominata “Eager Lion”””
 

Dal paese della Kyenge: dove massacrano e mangiano i Pigmei, per razzismo

Visto che i nostri amici del partito unico Pd-Pdl hanno deciso di importare dal Congo il ministro dell’integrazione, avranno notizie che in quel paese deve esserci una situazione di armonia tra le etnie, e quindi si saranno detti: “chiamiamo subito uno di loro, per applicarne il modello in Italia!”.

Quello che vi presentiamo è il modello di integrazione congolese:
Minority Rights Group International – un gruppo che difende veramente le minoranze perseguitate, non come quelli da noi che difendono le minoranze privilegiate – raccolse nel 2004 prove di uccisioni di massa, cannibalismo e stupri che avvengono nel paese del “nostro” ministro della “integrazione”.

Più di 600.000 pigmei – gli ultimi cacciatori raccoglitori sopravvissuti allo sterminio attuato nei secoli dalla razza bantù (negri), che è la razza maggioritaria nell’Africa sub-sahariana – vivono nelle enormi foreste della Repubblica Democratica del Congo, dove sopravvivono cacciando animali selvatici e raccogliendo frutta.

Tuttavia, i congolesi bantù li considerano come “subumani” e molti credono che la loro carne conferisca poteri magici.

“Ci sono stati stupri sistematici e uccisioni su larga scala”, riferì il direttore del gruppo, Mark Latimer, alla BBC Africa.

“La violenza che è stata perpetrata contro i pigmei è parte, o era parte, di una campagna volta a sterminarli,”.

Secondo il Guardian i pigmei vengono cacciati e massacrati come animali, perché considerati scimmie – e in Congo le scimmie si mangiano – e nelle foreste del nord-est del Congo, funzionari ONU indagano le accuse di cannibalismo nella provincia dell’Ituri, dove la lotta tra diversi gruppi di ribelli nel 2003 sfollò circa 150.000 persone.

Molti degli sfollati parlano di veri e propri macelli dove i pigmei vengono macellati, secondo la testimonianza di Manoddje Mounoubai, portavoce per la missione di monitoraggio dell’ONU in Congo.

Non basta. I vari gruppi etnici che si scontrano nella zona schiavizzano ordinariamente i pigmei perché procurino il foraggio e l’alimentazione e li utilizzano nello sfruttamento dei minerali, riferì un funzionario delle Nazioni Unite.

Quando i cacciatori pigmei tornano a mani vuote vengono uccisi e mangiati.
Sudi Alimasi, un funzionario filogovernativo, testimoniò di rapporti nei quali si parla di cannibalismo da parte di persone sfollate.
“Sentiamo i rapporti dei comandanti sull’alimentazione di organi sessuali dei pigmei, credendo a quanto pare che questo darebbe loro forza,” disse.


“Abbiamo anche rapporti di pigmei costretti a nutrirsi di resti cotti di altri pigmei”.
Il cannibalismo è riemerso nel Congo orientale non appena le ultime vestigia di influenza coloniale sono state erose. Gran parte della vasta area boschiva era controllata nel 2003-2004 dai Mayi-Mayi, un raggruppamento sciolto delle milizie tribali le cui credenze magiche e il gusto per la carne umana sono note.
Molti combattenti Mayi-Mayi indossando parti dei corpi dei loro nemici, nella convinzione che ciò li renderebbe invincibili.
“Ci sono rapporti di orrori indicibili nell’Ituri,” disse Wyger Wentholt, di Médecins sans Frontières.


Ecco, noi ora, quegli orrori li importiamo e li mettiamo al governo.

Voi capite che chi dovrebbe “insegnare” l’integrazione a noi, viene da un paese dove le etnie si massacrano un giorno si e l’altro pure. Dove le minoranze vengono letteralmente – e non in senso figurato – “mangiate”.

Noi che amiamo le differenze – e quindi vogliamo proteggerle dal nuovo razzismo degli assimilazionisti – vorremmo che anche i Pigmei potessero vivere nelle loro foreste senza che i connazionali del ministro li mangiassero. E magari, vorremmo anche che non venisse a darci lezioni di “integrazione” chi proviene da ambienti simili.

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venerdì 13 settembre 2013

"Berlusconi minacciò uscita Italia da euro".. Silurato

Lorenzo Bini Smaghi, nel suo libro, scrive che nel 2011 l'ex premier parlò dell'ipotesi in "colloqui privati" con altri governi Ue.

Nel 2011, l'allora premier Silvio Berlusconi, in incontri privati con altri leader dei governi dell'Unione monetaria, presumibilmente la cancelliera tedesca Angela Merkel e l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, minacciò l'uscita dell'Italia dall'euro. E' la rivelazione contenuta nel libro Morire di austerità, scritto dall'ex membro della Bce Lorenzo Bini Smaghi.

Precisamente, stando a quanto riporta il Telegraph, nel libro, Bini Smaghi scrive: "L'ipotesi di uscita dall'euro era stata ventilata in colloqui privati con i governi degli altri paesi dell'euro".

Le minacce di Berlusconi innervosirono non poco i membri dell'Eurozona; di qui, le sue dimissioni nel novembre del 2011, praticamente imposte dai piani alti dell'Ue.

Bini Smaghi rivela anche che Merkel continuò a ritenere di poter cacciare la Grecia dall'euro, senza che la mossa provocasse gravi ripercussioni sull'Eurozona, fino a quando capì che invece le conseguenze sarebbero state disastrose e sistemiche. "Merkel l'ha capito solo nell'autunno del 2012", è scritto nel libro di Bini-Smaghi.

L'ex membro della Bce conferma inoltre che, di fatto, la Germania è in attesa di ricevere crediti per un valore di 574 miliardi di euro che la Bundesbank ha erogato alle banche centrali di Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia, Cipro e Slovenia.

Nell'articolo pubblicato dal Telegraph, il giornalista Ambrose Evans-Pritchard scrive: "siamo sempre stati rassicurati sul fatto che i crediti cosiddetti Target2 del sistema interno di pagamenti della Bce fossero un semplice aggiustamento di carattere tecnico, senza rischi significativi".

Ma Bini Smaghi sottolinea che, nel caso di default di un paese membro dell'Eurozona, la banca centrale del paese non riuscirebbe ripagare le passività accumulate in relazione ad altri membri dell'Eurozona, passività registrate nel sistema interno di pagamenti dell'Unione (noti appunto come Target2).

"L'insolvenza provocherebbe perdite notevoli per le controparti in altri paesi dell'Eurozona, inclusi stati e banche centrali".

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giovedì 12 settembre 2013

I "nuovi italiani" terroristi in Siria

 
Haisam detto Abu Omar arrestato e subito dopo rilasciato a Roma il 10 febbraio 2012 dopo che insieme ad Ammar Bacha il quale è legato alla famiglia di Nour Dachan presidente emerito dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, immortalato in compagnia di Bersani ad una manifestazione romana e altri 10 “attivisti” legati al “Coordinamento dei siriani liberi di Milano” avevano attaccato l’ambasciata siriana nella capitale come si può vedere in questo video; qui il terrorista rilascia dichiarazioni dopo la sua scarcerazione; qui l’attacco all’ambasciata ripreso dagli stessi e caricato sui canali degli oppositori siriani in Italia.
Dopo quei fatti, i militanti “pro democrazia” furono identificati, interrogati e infine ascoltati dal giudice monocratico Marina Finiti che li ha rinviati a giudizio per direttissima il 15 marzo 2012 imponendo loro l’obbligo di firma, essendo infatti indagati per danneggiamento aggravato, violazione di domicilio e violenza privata aggravata. Quest’ultima imputazione si riferiva all’aggressione dei due vigilanti in servizio all’interno dell’ambasciata.
Intanto a Roma il ginecologo Feisal al Mohammed dissidente siriano capitolino a capo dell’Unione dei coordinamenti per il sostegno della rivoluzione in Siria, dopo essere stato avvertito da una telefonata alle sei del mattino dei “fratelli milanesi”, si occupò anche della loro difesa, rintracciando gli avvocati Simonetta Crisi e Amedeo Boscaino.
Qui in seguito i commenti della giornalista anconetana e figlia del presidente emerito dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia: “Il prossimo 15 marzo a Roma verrà giudicato il gruppo di attivisti per i diritti umani in Siria che il 10 febbraio scorso ha assalito l’ambasciata di Damasco nella capitale italiana. Il gesto, dall’alto valore simbolico, è stato fatto in nome del diritto alla vita del popolo siriano ed è stato dedicato alle donne, ai bambini, ai giovani, all’intero popolo, che sta pagando con la vita la scelta della libertà e della democrazia. L’ambasciata siriana rappresenta il governo siriano, quindi coloro che stanno massacrando il nostro popolo e, di conseguenza, non rappresenta chi crede nel diritto alla sacralità della vita umana. La bandiera dell’indipendenza, invece, ci rappresenta, mi rappresenta, rappresenta il futuro di pace e libertà della Siria. Asmae Dachan”.
Dopo il 15 marzo non si hanno notizie certe sull’esito della sentenza delle autorità italiane ma poco dopo come si può notare in questo video alcuni dei 12 attivisti si recarono in Siria per imbracciare le armi al fianco dei terroristi che la insanguinano con i loro massacrando la popolazione civile.
Nel video ottenuto dal “The New York Time” girato vicino Idlib in Siria nell’aprire 2013  dove si vedono sette uomini a torso nudo, inginocchiati e con la faccia rivolta verso il suolo. Dietro di loro, altri nove uomini tra i quali si può notare sulla sinistra Haisam “Abu Omar”, vestiti e armati di ak-47 che rivolgono contro i corpi dei sette. Inizia così il video che un ex ribelle siriano ha fatto recapitare al New York Times alcuni giorni fa. Le immagini mostrano in diretta l’esecuzione di sette soldati dell’esercito di Assad. Nelle immagini si vede il leader di questo commando, il trentasettenne Abdul Samad Issa, ordinare ai suoi compagni l’uccisione dei sette ufficiali.
Ci chiediamo come le autorità italiane abbiano permesso la fuga di questo terrorista dal proprio territorio nazionale permettendoli di continuare a commettere crimini.

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mercoledì 11 settembre 2013

L'Esercito italiano proteggerà Amman dagli Scud siriani?

 
Non bastava aver inviato due navi da guerra verso le coste libanesi. Non bastava neanche aver ribadito il legame transatlantico ricordando implicitamente che le basi militari USA e Nato in territorio italiano sono a disposizione di Washington (salvo poi essere smentito dalla ministra Bonino, ma chi comanda?). Non bastava neanche aver vigliaccamente firmato, senza neanche ammetterlo durante la sua conferenza stampa a margine dei lavori del G20 a San Pietroburgo, una risoluzione statunitense di condanna della Siria. Ora pare che il democristiano Letta voglia coinvolgere l’Italia ancora più a fondo nel meccanismo di aggressione militare contro Damasco. La notizia viene dal quotidiano di Confindustria.

L'Esercito italiano proteggerà Amman dagli Scud siriani?

Dopo l'invio del cacciatorpediniere Andrea Doria nelle acque libanesi per proteggere i caschi blu italiani nel sud del Libano, l'Italia potrebbe aumentare presto il coinvolgimento militare nella crisi siriana pur senza partecipare ad azioni offensive contro Damasco. Fonti ben informate hanno riferito a "Il Sole 24 Ore" che due batterie di missili antimissile Aster (sistema SAMP/T) del 4° reggimento artiglieria contraerea "Peschiera" di Mantova, potrebbero venire schierate in Giordania per proteggere Amman da eventuali rappresaglie siriane.
 La nuova missione oltremare non avrebbe ancora avuto il via libera definitivo ma il rischieramento a difesa della capitale giordana è previsto per fine settembre e del resto l'Esercito ha stanziato recentemente molto denaro per approntare le batterie e perfezionare l'addestramento del 4° reggimento che ha appena acquisito (con alcuni mesi di anticipo sui tempi previsti) la Full Operational Capability (Foc), cioè la completa capacità operativa. Attività culminate nel marzo scorso quando militari francesi e italiani si addestrarono congiuntamente lanciando una serie di missili Aster-30 simulando l'intercettazione di missili balistici e velivoli presso il Centro Sperimentazioni Missilistiche di Biscarrosse, in Francia.
Il sistema antiaereo e antimissile balistico mobile SAMP/T è stato acquisito dalle forze aeree francesi in 10 batterie e dall'Esercito italiano in 5 batterie (più una per addestramento) assegnate al 4° reggimento che si è distinto in un'esercitazione nel novembre scorso allestendo in soli 21 minuti una batteria pronta al lancio. I missili Aster 30 (utilizzati anche dal sistema PAAMS impiegato dalla Marina) sono concepiti per intercettare in un raggio di 100 chilometri missili balistici a corto raggio (come quelli siriani), missili da crociera e aerei. L'intero programma ha un costo previsto per l'Italia di 1,7 miliardi di euro ma assicura per la prima volta una capacità nazionale di difesa contro i missili balistici.  Uno degli aspetti militari che finora hanno ostacolato un intervento internazionale in Siria è costituito dalle decine di lanciatori di missili balistici (Iskander russi, Scud e derivati di origine nordcoreana e iraniana) di cui dispone il regime di Bashar Assad e che potrebbero venire impiegati per scatenare rappresaglie contro i Paesi vicini (Israele, Turchia e Giordania) anche impiegando testate chimiche. Dall'autunno scorso batterie di missili antimissile Patriot forniti da Stati Uniti, Olanda e Germania sono stati dislocati, su richiesta di Ankara, lungo il confine tra Siria e Turchia. Due batterie di Patriot americani sono state trasferite in aprile da Kuwait e Qatar in Giordania dove sono poste a difesa della base di Mafraq (che ospita i jet F-16, forze speciali e un migliaio di marines) e dei campi d'addestramento nei quali consiglieri militari statunitensi addestrano i miliziani dell'esercito Siriano Libero.

I giordani hanno manifestato preoccupazione per le conseguenze di un intervento militare internazionale in Siria durante il summit dei vertici militari dei Paesi arabi e Occidentali tenutosi ad Amman a fine agosto. Un incontro incentrato sulle "questioni legate alla sicurezza nella regione tra cui la ripercussione della crisi siriana, oltre a mezzi di cooperazione militare in modo da garantire la sicurezza della Giordania" come ha riferito un responsabile del governo. All'incontro ha partecipato anche il Capo di stato maggiore della Difesa italiana, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e del resto la cooperazione militare tra Roma e Amman è solida e vede da alcuni anni la partecipazione di forze speciali italiane ad esercitazioni negli ampi poligoni giordani. Nell'estate 2005 l'intera brigata aeromobile Friuli si rischierò in Giordania con truppe, blindati ed elicotteri per un ampio ciclo addestrativo con le forze del regno Hashemita.
Benché il rischieramento degli italiani avvenga su richiesta giordana e sia previsto esclusivamente a scopo difensivo, la presenza di truppe e mezzi in un'area che potrebbe presto diventare calda implica il rischio di coinvolgimento, anche indiretto, di forze italiane nel conflitto. Se la missione verrà confermata si può stimare l'impegno nei dintorni di Amman di almeno 2/300 militari italiani tra artiglieri, unità logistiche e forze di sicurezza. Oltre al 4° reggimento, per la missione in Giordania sarebbero già state coinvolte le aziende del consorzio Eurosam (composto in quote uguali da MBDA Italia, MBDA France e Thales) chiamate a fornire supporto tecnico-logistico al rischieramento e ovviamente interessate al primo impiego operativo del SAMP/T, l'unico sistema europeo di difesa contro i missili balistici, Nessuna fonte ha saputo precisare se alle batterie italiane verranno affiancati nella difesa antimissile della Giordania anche SAMP/T francesi mentre voci non confermate hanno riferito di un interesse turco a ospitare batterie antimissile italo-francesi. Al di là dei suoi eventuali sviluppi bellici la crisi siriana contribuisce a sottolineare l'esigenza per molti Paesi di disporre di uno "scudo" mobile contro i missili balistici da utilizzare a difesa di città e installazioni fisse o di reparti militari. Un mercato che finora è stato in mano ai Patriot statunitensi prodotti da Raytheon che teme ora le migliori prestazioni dei missili italo-francesi in gara per la commessa turca e oggetto di interesse da parte di molti altri Paesi.
 
Fonte

Bomba islamica. Mentre il Papa prega, islamici decapitano e massacrano i Cristiani.


E’ senza vergogna, il livello di servilismo dei giornalisti italiani al “progetto” globale di annichilimento delle identità.
Mentre migliaia di cristiani vengono massacrati in Egitto e Siria, mentre interi villaggi cristiani dove si parla ancora l’antica lingua di Cristo vengono occupati, così scrive sul blog identità, le case e le chiese date alle fiamme e gli abitanti costretti alla conversione – pena la decapitazione – i nostri pennivendoli si eccitano come verginelle del multiculturalismo perché “quattro mussulmani pregano in piazza per la pace con il Papa”. A questo livello di demenza siamo.

Per analogia. E’ come se, mentre dieci persone massacrano un uomo per strada, il giornalista il giorno dopo parlasse dell’unico che non lo fa. E’ il metodo della ‘distorsione delle notizie’ che applicano anche ai reati commessi dai loro amici “migranti”.

Ma anche il Papa non è esente da colpe. Lui prega, i cristiani muoiono. Lui parla. I cristiani vengono perseguitati. Lui digiuna. Le chiese vengono date alle fiamme.

ISLAMICI MASSACRANO INTERO VILLAGGIO CRISTIANO 

VILLAGGIO CRISTIANO PRESO D’ASSALTO 
SOLDATI GIUSTIZIATI COME BESTIE

E’ questo il dialogo interreligioso? Loro uccidono e noi digiuniamo?
Come sempre ci troviamo contro tutti. Contro Barack Hussein Obama, che schiera – come da tradizione dalla Bosnia in avanti – l’Impero al fianco dei fanatici wahabbiti. Impero che, lungi dall’essere al guinzaglio di Israele, è in realtà all’inseguimento della ‘carota’ saudita. Che ne controlla e impone le scelte.

E siamo anche contro il Papa. Perché la pace non è, un valore in sé. E se è sbagliato bombardare Assad, non sarebbe sbagliato schierare le forze cristiane – è l’Occidente ancora cristiano? – dalla parte dell’esercito siriano.
E’ il grido di dolore degli abitanti di Maaloula, occupata dagli alleati di Obama: “Perché ci avete abbandonato?”. E’ questo grido che dovrebbe risuonare in piazza San Pietro, non gli inutili e vuoti lamenti verso il cielo.

Francesco, perché li hai abbandonati? In nome di chi e che cosa, avete voi – e abbiamo noi – rinunciato a difendere i cristiani?
In nome dell’eresia umanitarista che impone ai suoi fanatici fedeli di non riconoscere alcuna differenza tra l’amico e il nemico. In nome di una perversa interpretazione del cristianesimo che viene ridotto a succursale di Emergency.

Il primo dovere di chi crede, è difendere quello in cui crede. Quando questo ‘cade’, tutto il resto cade. Tutto il resto non ha più senso. E si finisce per trasformare una religione e una civiltà  in una parentesi chiusa.
Gli islamici sono un reale pericolo per il nostro paese, si possono paragonare ad una bomba pronta a scoppiare in qualsiasi momento. La sinistra in Italia continua a difenderli e sostenerli, non rendendosi conto che gli islamici giorno dopo giorno stanno conquistando il nostro paese, l'odio che nutrono contro i cristiani è forte e insito in loro, fedeli nella loro religione, che presto ci renderemo conto del potere distruttivo di questo popolo sia nel nostro Paese che in Europa.

Le moschee in Italia come in Europa continuano ad aumentare, sono 258 i luoghi di culto islamici sul territorio nazionale.

Nei loro paesi gli islamici bruciano le chiese cristiane e perseguitano, massacrano, decapitano, chiunque sia Cristiano o abbia solo dei monili che possano condurre gli islamici che possa essere un credente. In Italia li accogliamo e gli permettiamo di continuare ad espandersi senza alcun controllo ed indiscriminatamente, grazie all’attuale “SISTEMA” posto in essere da un esecutivo anti-democratico e anti-nazionalista, marionetta del potere finanziario e delle multinazionali che con quei paesi hanno degli accordi di mercato.



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