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sabato 30 novembre 2013

Si diede fuoco, Equitalia chiede 60 mila euro alla vedova

La donna: «Io non ho quei soldi, sono senza pietà»
Le Entrate: «Per cancellare il debito serve una legge»

L'auto dell'uomo davanti alla
Agenzia Entrate nel marzo 2012
BOLOGNA - Una cartella Equitalia da oltre 60 mila euro, per il triennio 2005-07: se l'è vista recapitare Tiziana Marrone, vedova di Giuseppe Campaniello, artigiano in crisi che il 28 marzo 2012 si diede fuoco davanti alla Commissione tributaria di Bologna e morì pochi giorni dopo. Debiti «ereditati» per la comunione dei beni. «Sono senza pietà, io non c'entro niente col lavoro di mio marito. Non ho i soldi per pagare quella cifra, al momento non ho neanche un lavoro», ha detto la donna al Resto del Carlino.

Tiziana Marrone
I DEBITI - La cartella che Marrone ha ricevuto il 25 ottobre si riferisce ad un cumulo di Irpef, Iva, addizionali regionali e imposte sulle attività produttive. Nei mesi scorsi Marrone aveva anche organizzato una marcia delle «vedove» della crisi. Ha scritto lettere al presidente della Repubblica, a numerosi politici, al Papa. Ma nessuno, dice, le ha mai risposto. È consapevole che, secondo le norme, quanto è accaduto è corretto: «Ma le leggi si cambiano, tutto si può fare quando lo si vuole fare. E deve esistere anche un briciolo di umanità. Mi sono rivolto alle istituzioni per avere un lavoro o un sussidio, ma mi hanno risposto che non ne ho diritto. Ma a 50 anni un lavoro non te lo dà più nessuno di questi tempi?».

 EQUITALIA - Agenzia delle Entrate ed Equitalia fanno sapere che «per cancellare il debito della signora Tiziana Marrone è necessaria una legge dello Stato». Equitalia, comunque, «lunedì mattina contatterà la contribuente per fornirle tutte le informazioni e l'assistenza necessaria». Le stesse fonti di Agenzie delle Entrate e di Equitalia spiegano che «se il debito della cartella era del marito, la signora Marrone deve pagarlo se ha accettato l'eredità perchè così prevede la Legge (si accettano gli attivi e i passivi). Non è nelle possibilità nè di Equitalia, nè dell'Agenzia non rispettare quanto prevede la legge, per cui solo un intervento del Parlamento può cancellare il debito». (fonte: Ansa)


Ruby. I Giudici di Milano vogliono affossarlo: "Il Cav elargì danaro a testimoni'


Corruzione in atti giudiziari: è questo il reato ipotizzato nei confronti di Silvio Berlusconi e dei suoi legali Ghedini e Longo, oltre che di alcune ragazze ospiti ad Arcore, dai giudici di Milano nelle motivazione del cosiddetto processo Ruby 2.


E' di ieri la notizia che divulga l'agenzia ANSA, dove legge che Silvio Berlusconi è ''gravemente'' indiziato del reato ''di corruzioni in atti giudiziari'' in qualità ''di soggetto che elargiva il denaro e le altre utilità'' alle ragazze-testimoni. Lo scrivono i giudici della Quinta sezione penale del tribunale di Milano, presieduti da Annamaria Gatto, nelle motivazioni della sentenza 'Ruby 2'.

Giudici, Cav utilizzatore finale prostitute- Silvio Berlusconi è stato ritenuto dai giudici del tribunale di Milano l'"utilizzatore finale delle prostitute" e l'ex consigliera regionale Nicole Minetti "il tramite, per il pagamento di "una parte del corrispettivo corrisposto per il meretricio". Lo si legge in un passaggio delle motivazioni del processo cosiddetto Ruby 2. Il tribunale nelle motivazioni ha spiegato che Nicole Minetti avrebbe avuto un ruolo di "intermediazione affinché le ragazze (...) avessero la disponibilità di abitare in appartamenti in via Olgettina a titolo completamente gratuito, ossia non dovendo pagare né il canone di affitto" né le altre spese. Pertanto per il collegio "il dato che i canoni di locazione e le bollette varie venissero per il tramite della Minetti, pagati dall'utilizzatore finale delle prostitute denota come tali pagamenti costituissero, in concreto, una parte del corrispettivo corrisposto per il meretricio stesso.

Le motivazioni sono state depositate con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza dei termini le motivazioni della sentenza con cui lo scorso luglio Lele Mora ed Emilio Fede sono stati condannati a 7 anni e Nicole Minetti a 5 anni per il caso Ruby. Nelle motivazioni si sapranno anche le ragioni per cui il tribunale ha disposto la trasmissione degli atti al Pm per, tra gli altri, Silvio Berlusconi, i suoi legali e Ruby.

Corruzione in atti giudiziari anche per la giovane marocchina e il suo ex avvocato Luca Giuliante. Il legale si sarebbe interessato ''ai vari pagamenti in contanti e bonifici'' che Karima avrebbe ricevuto ''periodicamente''.

In un passaggio delle motivazioni della sentenza a carico di Emilio Fede e Lele Mora, condannati a sette anni, e di Nicole Minetti, condannata a cinque anni, i giudici della quinta sezione penale (presidente del collegio Annamaria Gatto) ricostruiscono la riunione avvenuta ad Arcore il 15 gennaio 2011, quando dopo le perquisizioni del giorno precedente molte delle ragazze ospiti alla serate vennero convocate a Villa San Martino. ''Tutti i soggetti partecipanti alla riunione e, quindi, anche tutte le ragazze, sono gravemente indiziati'', secondo i giudici del reato di corruzione in atti giudiziari. Le ragazze, infatti, ''che poi rendevano false testimonianze (...) in qualità di testimoni e, quindi, pubblici ufficiali, ricevevano denaro ed altre utilità, sia prima che dopo aver deposto come testimoni''. Berlusconi viene indicato dai giudici come ''colui che elargiva (e tuttora elargisce) le somme'' alle ragazze. Gli avvocati Ghedini e Longo ''in qualità di concorrenti'' avrebbero ''partecipato, nella loro qualità di difensori di Berlusconi, alla riunione del 15 gennaio 2011''.

I giudici del tribunale di Milano, nelle motivazioni della sentenza del processo 'Ruby 2', per la giovane marocchina in concorso con il suo ex legale, l'avvocato Luca Giuliante, hanno ipotizzato anche il reato di rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale. È quanto si legge nell'atto nella parte in cui il collegio ha disposto la trasmissione degli atti ai pm per Karima e Giuliante in riferimento al 'misterioso' interrogatorio della notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010 della giovane davanti al legale, a Mora e ''un emissario di lui''.

Ruby ha inquinato prove con conferenza stampa - Ruby ''prima di deporre come testimone'' nel processo a carico di Fede, Mora e Minetti rese ''pubbliche dichiarazioni'' mettendo in atto ''un'attività di possibile contaminazione probatoria''. Lo scrivono i giudici di Milano riferendosi alla protesta che inscenò la ragazza davanti al Tribunale convocando la stampa lo scorso aprile per difendere se' stessa e Berlusconi. Il collegio fa notare come Ruby lesse un testo dal ''linguaggio particolarmente tecnico'', per sua stessa ammissione ''preparato da altri'', non ''è noto da chi''.

Giudici, Giuliante rivelò atti secretati a Cav  L'avvocato Luca Giuliante, ex legale di Ruby, avrebbe rivelato a Silvio Berlusconi il contenuto dell' ''anomalo'' interrogatorio a cui la giovane venne sottoposta nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010. È quanto si legge nelle motivazioni del processo Ruby 2. I giudici nella loro ricostruzione hanno aggiunto che il Cavaliere ''a sua volta rendeva partecipi delle notizie apprese vari personaggi del suo entourage, tra cui Nicole Minetti''. Nell'interrogatorio a Karima vennero chieste notizie coperte da segreto istruttorio.

Fede e Mora compari che agivano in tandem  - Emilio Fede e Lele Mora condannati dal tribunale a 7 anni di carcere nel processo 'Ruby 2' sono stati compari e avrebbero agito "costantemente in tandem (...), in totale sinergia per procurare al 'produttore' i 'programmi' che gli piacevano". Lo scrivono i giudici nelle motivazioni parlando anche dei "servigi" di Mora "per procurare a Silvio Berlusconi ospiti di suo gradimento". Attività per cui Fede "trattava con l'ex premier la dazione di denaro a Mora pretendendo da questi un rilevante compenso per la mediazione".

'Da ragazze-testi risposte e frasi identiche ' - Le ragazze ospiti alle serate di Arcore, che hanno preso 2.500 euro al mese da Silvio Berlusconi mentre erano testi nei processi sul caso Ruby, ''rendevano'' in aula ''dichiarazioni perfettamente sovrapponibili, anche con l'uso di linguaggio non congruo rispetto alla loro estrazione culturale''. Lo scrivono i giudici di Milano del processo 'Ruby 2', che sottolineano la ''ricorrenza'' nelle deposizioni ''di frasaggi identici'' e ''terminologie'' di cui le giovani ''a precisa domanda'' non ''sapevano riferire il significato''.

Avvocati Berlusconi, 'motivazioni sconnesse da realtà''.  Le motivazioni della sentenza Ruby bis per quanto attiene l'asserita attività di inquinamento probatorio, sono totalmente sconnesse dalla realtà e dai riscontri fattuali". Lo dichiarano i legali di Silvio Berlusconi Piero Longo e Niccolò Ghedini.

D'Alessandro e Capezzone disegno criminoso contro Berlusconi - "Le motivazioni del processo 'Ruby bis' sono la prova regina del disegno criminoso nei confronti di Silvio Berlusconi". E' quanto afferma Luca d'Alessandro (FI), segretario della commissione Giustizia della Camera.

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Ruby: 'Sesso in cambio di soldi e gioielli'. Depositate le motivazioni della condanna


venerdì 29 novembre 2013

Quattrocchi. Come si uccide due volte un italiano.!

Roma, assolti i carcerieri dei contractors italiani in Iraq: “Non fu terrorismo”

La decisione della corte d'Assise di Roma scatena gli attacchi della destra. I quattro vennero rapiti e tenuti in ostaggio dalle "Falangi verdi di Maometto" per due mesi, in cambio della loro liberazione il gruppo chiedeva il ritiro delle truppe italiane. Durante il sequestro venne ucciso Fabrizio Quattrocchi

 
Si scatenano le polemiche politiche sulla decisione della corte d’Assise di Roma che ha assolto, per un vizio procedurale, i due carcerieri dei quattro italiani rapiti in Iraq nel 2004.

Durante il sequestro, che durò due mesi e venne interrotto dell’intervento delle truppe speciali statunitensi l’8 giugno del 2004 in una scuola nei sobborghi di Baghdad, venne ucciso davanti a una telecamera Fabrizio Quattrocchi.

Nelle motivazioni della sentenza emessa a settembre, recita ilfattoquotidiano, i giudici non hanno considerato il sequestro di Maurizio Agliana, Umberto Copertino e Salvatore Stefio come un’operazione con finalità di terrorismo, ma una violanza comune, respingendo così la richiesta del sostituto procuratore Erminio Amelio che, a conclusione della fase dibattimentale, aveva chiesto la condanna a 25 anni di reclusione per i due imputati. La decisione è stata impugnata dal pm che ricorrerà in appello, ma intanto alcuni esponenti di Forza Italia e del Nuovo centrodestra si sono scagliati contro l’assoluzione di Hamed Hillal Hamad Al Oubeidi e Hamid Hillal Hamad Al Oubeidi.

Secondo Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera del Ncd, la sentenza del tribunale di Roma lascia esterrefatti e testimonia non sappiamo se ignoranza dei fatti o faziosità politica”. Più duro il deputato forzista Luca D’Alessandro: Il livello più basso toccato da una parte della magistratura è rappresentato oggi dalla sentenza della corte di Assise di Roma”. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia parla di decisione “ideologica”.

La corte non ha ritenuto che il sequestro dei tre contractors italiani sia stata un’azione di terrorismo, nonostante che, durante il periodo di prigionia, il gruppo delle “Falangi verdi di Maometto” diffuse diversi video - con i quattro prigionieri tenuti sotto la minaccia delle armi - nei quali si chiedeva al governo italiano, in cambio della liberazione, il ritiro delle truppe impegnate in Iraq, nell’operazione “Antica Babilonia”, durante la guerra iniziata da George W. Bush nel 2003 per deporre Saddam Hussein.

I giudici non hanno ritenuto sufficiente nemmeno la testimonianza di Stefio. Il contractor, in udienza, aveva ricordato come uno dei due imputati facesse continuamente riferimento al gruppo terroristico al-Qaida, ammettendo anche di aver partecipato ed essere rimasto ferito nell’attentato di Nassiriya contro la base italiana “Maestrale”, del 12 novembre 2003, dove persero la vita 50 vittime, 25 delle quali italiane.

L’esecuzione di Fabrizio Quattrocchi venne ripresa e successivamente, nel 2006, trasmessa parzialmente dal Tg1. Prima di morire Quattrocchi tentò di togliersi il cappuccio, gridando ai suoi assassini: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano”.
https://www.youtube.com/watch?v=7icWctYvrXg
https://www.youtube.com/watch?v=ENIml09ujcE

 

giovedì 28 novembre 2013

India choc. Maro' rischiano la pena di morte.!

 
De Mistura, pronti a mosse e contromosse

 
NEW DELHI - La polizia indiana Nia ha presentato un rapporto in cui accusa i maro' in base a una legge che prevede la pena di morte. Lo scrive The Hindustan Times. Secondo il giornale, gli investigatori avrebbero presentato lunedi' al ministero degli Interni un rapporto in cui si chiede di perseguire i due militari in base al 'Sua Act' che reprime la pirateria marittima con la pena di morte 'nonostante le ripetute richieste pressanti del ministero degli Esteri di trattare il caso con capi di imputazione che prevedono pene piu' lievi'.

Il quotidiano ha avuto conferma ieri sera della consegna del rapporto dai ministeri degli Interni, Esteri e dalla stessa Nia. Parlando con l'ANSA, una fonte diplomatica ha tuttavia ricordato ''che la decisione finale spetta al giudice che dovra' formulare i reali capi di accusa'' a carico di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il giornale sottolinea, inoltre, il forte contrasto esistente tra gli Esteri e gli Interni sulla vicenda.

Lo scorso aprile, il ministro degli Esteri Salman Khurshid, infatti, si era impegnato con l'Italia sostenendo che il caso dei maro' non rientrava fra quelli "rari tra i piu' rari" che prevedono l'applicazione della pena di morte. Lo stesso ministero degli Interni aveva modificato un suo ordine alla Nia rimuovendo il riferimento al ''Sua Act''. La legge, approvata nel 2002 in conformita' con i trattati internazionali sulla sicurezza marittima, sarebbe al centro dell'acceso dibattito fra i due ministeri. La ''Legge per la repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della Navigazione marittima e le strutture fisse sulla piattaforma continentale'' stabilisce chiaramente che se qualcuno uccide un altro, sara' passibile di pena di morte. Questo e' fissato nell'articolo 3, comma g e i della legge in cui si dice che "Chi causa la morte di qualsiasi persona sara' punito con la morte".

L'incidente della Enrica Lexie e' avvenuto a 20,5 miglia nautiche al largo delle coste del Kerala, oltre quindi le acque territoriali indiane ma all'interno della cosiddetta ''zona di interesse economico esclusivo'' che si estende fra 12 e 200 miglia nautiche e su cui il Sua Act si applica. "La nostra logica - ha detto al giornale un responsabile della Nia - e' che uccidendo i pescatori, i maro' hanno commesso un atto che ha messo in pericolo la navigazione marittima. E siccome c'e' stato un omicidio, sono passibili di essere accusati in base ad una Legge che prevede la pena di morte". Secondo quanto riferisce ancora Hindustan Times, il ministero degli Esteri si e' impegnato ad ''assicurare che i due militari non siano perseguiti in base al Sua Act''. ''Questo sarebbe una violazione della promessa fatta da Khurshid - spiega - che ha il valore di una garanzia di uno Stato sovrano'' Per questo, dopo la consegna del rapporto della Nia, il dicastero degli Esteri ''fara' un'attenta valutazione e esaminera' tutti gli aspetti legali prima di dare la sua posizione ufficiale''.

La polizia investigativa indiana Nia ha risposto oggi con un 'no comment' ad una richiesta dell'ANSA di conferma dell'esistenza di un suo rapporto in cui si chiede la pena di morte per i maro'. Consultato telefonicamente sulle notizie pubblicate oggi dall'Hindustan Times, il vice ispettore P.V. Vikraman ha detto soltanto: "Non posso commentare. Non sono in una posizione per poterlo fare".

"Siamo pronti ad ogni evenienza con mosse e contromosse". Lo ha detto all'ANSA Staffan de Mistura, inviato del governo per la vicenda dei maro', commentando indiscrezioni secondo le quali la Nia ha presentato un rapporto in cui accusa Latorre e Girone in base a una legge che prevede la pena di morte. De Mistura ha precisato che si tratta comunque di "illazioni di stampa che né l'Italia né l'India commentano" perché "anche in passato le illazioni sono state smentite dai fatti".

L'India ha ribadito la propria posizione a proposito dei maro' secondo la quale ''il caso non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte''. Lo ha detto il portavoce Syed Akbaruddin rispondendo a una domanda dell'ANSA durante una conferenza stampa.

 

mercoledì 27 novembre 2013

Il Cocer dei CC denuncia lo Stato: “E' responsabile della tensione e dei suicidi”

 
Forti dichiarazioni/denuncia, del Cocer dei carabinieri
 
 
Dalla redazione di articolotre del 4 maggio 2013, si legge - "Ancora una volta la cronaca è costretta a riproporre nuovi casi di suicidi di cittadini innocentivittime delle scelte disastrose di una classe politica sempre meno intenzionata a risolvere i gravi problemi che attanagliano il Paese".

E' la denuncia choc del Cocer dei Carabinieri. L'organismo di rappresentanza dell'Arma stigmatizza il comportamento dei politici, "arrivati addirittura a non costituire un governo a distanza di oltre 40 giorni dalle elezioni ed ancor di più a non istituire le commissioni parlamentari, la cui costituzione viene aggirata attraverso la previsione di fantomatiche commissioni speciali".

Quindi l'attacco a Laura Boldrini: "La stessa classe politica elegge un presidente della Camera che dichiara candidamente di non aver immaginato che in Italia oggi ci fosse tanta povertà".

"Gli stessi politici, inoltre - continua il Cocer - hanno determinato un'insanabile situazione di disagio e di imbarazzo agli stessi rappresentanti delle istituzioni presenti ai funerali di queste vittime innocenti, che sono stati fatti oggetto di tutta la comprensibile rabbia dei cittadini, ormai stanchi della colpevole inerzia dimostrata sino ad oggi dallo Stato, quella rabbia che, ormai quotidianamente, viene scaricata addosso alle forze dell'ordine, sempre più spesso chiamate a dover difendere queste istituzioni dal crescente malcontento".

Infine, la difesa da parte degli agenti a chi si scaglia contro di loro: "Non ci sentiamo, tuttavia, di 'condannare' quel popolo che ci insulta perchè ci identifica come l'interfaccia di uno Stato cinico e predatore, quello stesso Stato che da sempre manifesta la sua 'riconoscenza' per l'opera svolta dalle forze armate e dalle forze di polizia con continui tagli e penalizzazioni".

 

L'ex senatore Berlusconi: "Democrazia in lutto". In piazza brindano i rossi


Silvio Berlusconi non è più senatore. Lo ha deciso l'aula del Senato. "Oggi è un giorno triste per l'Italia, è un giorno di lutto per la democrazia". Il Cavaliere parla in piazza ai manifestanti accorsi a sostenerlo. "I magistrati vogliono portare la sinistra al potere per via giudiziaria. Magistratura democratica è vicina alle Brigate Rosse".

Leader del partito politico FI - Silvio Berlusconi
Tanti esponenti di Forza Italia, soprattutto quelli appartenenti all'ala piu' dura, attendevano per oggi attacchi frontali e bordate ai 'traditori' del Nuovo Centrodestra ma anche alla volta del Quirinale. E invece, fatta eccezione per l'affondo ormai tradizionale contro i giudici, e in particolare Magistratura Democratica, e la sinistra, Silvio Berlusconi in tutto il suo discorso dal palco in via del Plebiscito non cita mai il Presidente della Repubblica. Mentre c'e' un unico riferimento all'ex delfino Angelino Alfano e ai ministri ex Pdl e parlamentari di Ncd. Quanto al Colle, il Cavaliere fa riferimento alla prima carica dello Stato solo quando, parlando delle riforme necessarie, elenca quella dell'elezione diretta del Capo dello Stato (con tanto di ovazione della piazza).

Piu' esplicito il riferimento agli alfaniani. L'ex premier ringrazia i manifestanti, dicendo: "A tutti voi il ringraziamento piu' sentito anche da parte dei miei collaboratoti e dei parlamentari. Altri se ne sono andati...". Ed e' a questo punto che Berlusconi viene interrotto dai fischi e dal grido che si leva dalla piazza di "traditori" alla volta degli alfaniani. Il Cavaliere riprende la parola e dice: "Accetto questa interruzione, ruvida ma efficace". Poi aggiunge, alzando il tono della voce: "Noi siamo sicuri di essere dalla parte giusta e siamo sicuri che non tradiremo mai i nostri elettori".

Polemiche per la rimozione di uno striscione con scritto "È un colpo di Stato". Undici persone sono state fermate dalla Polizia in via del Plebiscito a Roma dopo un tentativo di ingresso a palazzo Grazioli. Due persone hanno tentato di entrare nella residenza dell'ex Premier mentre altri quattro hanno distratto le Forze dell'Ordine attirando la loro attenzione sotto il palco. Secondo quanto si è appreso si tratta di 11 lavoratori napoletani e casertani del consorzio Bacino per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti in Campania.

 
Uno degli 11 fermati per aver tentato di entrare a Palazzo Grazioli, portato all'interno del commissariato Trevi di Roma, ha tentato di darsi fuoco ma è stato fermato dagli agenti. Non è la prima volta che i lavoratori del consorzio Bacino portano la loro protesta a Roma nel centro storico.
Lo scorso luglio davanti a Montecitorio un altro operaio della stessa azienda aveva tentato di darsi fuoco. Niente Palazzo ne' tv per il Cavaliere, oggi. Annullata la partecipazione a 'Porta a Porta', il leader FI fara' sentire la sua voce proprio dal suo quartier generale romano, come fece in un assolato sabato agostano, dopo la sentenza della Cassazione che ne confermava la condanna.

Vergognatevi", dice Sandro Bondi rivolto ai senatori a vita, perche' presenti il giorno del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi mentre "nei mesi scorsi non si sono certo distinti per la loro presenza ai lavori del Senato". "L'articolo 1 del regolamento del Senato afferma che i senatori acquisiscono le prerogative della carica e tutti i diritti per il solo fatto dell'elezione e della nomina. Questo puo' bastare", gli ribatte il presidente del Senato, Pietro Grasso.

Un'altra giornata particolare si annuncia, dunque per il centro della Capitale e, naturalmente, per lo scenario politico. Con 5 esponenti forzisti attualmente al governo (il viceministro agli Esteri Bruno Archi, i sottosegretari al Lavoro, Jole Santelli, e alle Infrastrutture, Rocco Girlanda; alla Pubblica amministrazione, Gianfranco Micciche', eletto con Grande Sud, alleato del Pdl; agli Affari regionali, Walter Ferrazza, aderente al Mir, Moderati in Rivoluzione dell'imprenditore Samori'; l'incognita del 'tecnico' di area centrodestra, Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia) che dopo la decisione FI di uscire dalla maggioranza e non sostenere piu' il governo, dovrebbero lasciare le poltrone. Per ora, spiegano fonti FI, non vi e' nessuna richiesta ufficiale da parte del Cavaliere di presentare le dimissioni, ma al riguardo il premier Enrico Letta, questa mattina, e' stato chiaro: "Il tema della squadra non si pone, la squadra continua a lavorare cosi' com'e'. Tuttavia mi aspetto atti conseguenti dai membri del governo che hanno deciso di sostenere una forza che non ha votato la fiducia, mi aspetto che tirino le conseguenze".

A Berlusconi subentra Ulisse Di Giacomo - Decaduto Silvio Berlusconi, per la mancata convalida della sua elezione nella regione Molise, gli subentra il primo dei non eletti nella stessa circoscrizione, ovvero Ulisse Di Giacomo, gia' assessore alla Sanita' della terza giunta di Michele Iorio.

Berlusconi parte per Arcore. Parlamentari a sede FI - Silvio Berlusconi ha lasciato, pochi minuti dopo il voto del Senato sulla decadenza da parlamentare, la sua residenza romana di palazzo Grazioli alla volta di Ciampino: destinazione Arcore, dove lo attendono i figli. I parlamentari di Forza Italia, invece, terminata la manifestazione a via del Plebiscito, si stanno dirigendo nella sede nazionale del partito, in piazza San Lorenzo in Lucina, per fare il punto della situazione.

Striscione M5S su Camera, 'Fuori uno, tutti a casa' - Uno striscione appeso fuori delle finestre del palazzo dei Gruppi di Montecitorio con la scritta 'Fuori uno!!! Tutti a casa'. Ad esporlo sono stati i deputati 5 stelle, a via degli Uffici del Vicario, subito dopo che il Senato ha proclamato la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

Pd insorge, 'vergogna fotomontaggio Silvio-Moro' - E' ancora polemica per i cartelli in piazza dei sostenitori di Silvio Berlusconi. Sono i deputati Pd Michele Anzaldi, Alfredo Bazoli, Giovanna Burtone, Francesco Garofani, Federico Gelli, Gero Grassi ed Ernesto Magorno ad insorgere contro "il gravissimo e offensivo fotomontaggio che accosta l'immagine di Silvio Berlusconi a quella di Aldo Moro imprigionato dalle Brigate Rosse, apparso alla manifestazione davanti a Palazzo Grazioli".

"Sarebbe opportuno che tutte le forze politiche prendessero in maniera inequivocabile le distanze", dicono gli esponenti 'Dem' parlando di "un grave atto di analfabetismo storico e istituzionale con cui si tenta di ottenere visibilita' utilizzando uno dei momenti piu' bui e pericolosi nella storia della Repubblica italiana. Un'immagine - dicono ancora - che calpesta la memoria di grandissimi sacrifici di sangue che hanno devastato la vita di intere famiglie di qualsiasi colore politico. Il diritto a manifestare - concludono - non deve trasformarsi in un oltraggio al dolore e alla me moria".

BERLUSCONI DECADE DA SENATORE
Berlusconi: appuntamento a primo giorno campagna elettorale - "Vi do appuntamento al primo giorno della prossima campagna elettorale. Saremo tutti qua, saremo molti di piu' e saremo tutti missionari di verita' e liberta'". Lo ha detto Silvio Berlusconi dal palco, concludendo il suo intervento.

Berlusconi: noi da parte giusta non tradiremo mai - "Accetto questa interruzione ruvida m efficace", dice Silvio Berlusconi dal palco riferendosi ai fischi della piazza nei confronti di Ncd. "Ma siamo sereni e sicuri di essere dalla parte giusta e che noi non tradiremo mai i nostri elettori", ha detto.

Berlusconi: faro' come Renzi e Grillo - Silvio Berlusconi dice alla piazza di non preoccuparsi se stara' fuori dal Parlamento "perche' un leader puo' essere tale anche stando fuori dal Parlamento. Faro' come Renzi e Grillo". Al sentir pronunciare i nomi dei due leader avversari la folla fischia in segno di protesta.

Berlusconi, siamo tra gente.Club Forza Silvio in tutti comuni - "Ci eravamo staccati un po' dalla gente colpevolmente", anche per colpa della legge elettorale "senza preferenze". Ebbene, Berlusconi dal palco esorta a "tornare a parlare con gli elettori". Per questo "abbiamo messo in campo il progetto di aprire un club 'Forza Silvio' in ogni comune, anche quello piu' piccolo".

Berlusconi: per farmi decadere hanno calpestato legge - "Per portarmi al voto che si sta consumando ora" al Senato "hanno calpestato la legge". Lo afferma Silvio Berlusconi dal palco, riferendosi al voto sulla sua decadenza da senatore.

Berlusconi: in nessun Paese leader cosi' perseguitato - Dal '94 a oggi "sono 57 i processi che mi hanno gettato addosso. I nessun paese civile e democratico e' mai successo nella storia un leader che abbia dovuto subire una simile persecuzione". Lo ha detto Silvio Berlusconi dal palco della manifestazione di via del Plebiscito.

Berlusconi: Magistratura democratica ha avuto legami con le Br - Silvio Berlusconi, dal palco della manifestazione, ribadisce l'accusa rivolta a Magistratura democratica di aver avuto "legami con le Brigate Rosse".

Berlusconi: magistrati usano giustizia a favore sinistra - "E' da venti anni, dal '94, che quando la sinistra non riesce ad andare al potere con il voto, e' compito della magistratura, che interpreta il diritto non in modo imparziale, fare andare al potere la sinistra". Lo ha detto Silvio Berlusconi dal palco della manifestazione di via del Plebiscito a Roma.

In Aula Senato si alza coro 'Silvio, Silvio' - La senatrice Annamaria Bernini ha appena finito di paragonare la giornata in cui l'Aula vota la decadenza di Silvio Berlusconi come l'otto settembre delle istituzioni che dai banchi di Forza Italia si alza il coro "Silvio, Silvio". Tanto che il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda ha dovuto attendere qualche secondo prima di iniziare la sua dichiarazione i voto.

Berlusconi: giorno di lutto per democrazia - "Oggi e' un giorno amaro, un giorno di lutto per la democrazia". Lo ha detto Silvio Berlusconi dal palco.

Iniziate dichiarazioni voto in Senato - Sono iniziate nell'aula di Palazzo Madama le dichiarazioni di voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore.

In piazza note 'Azzurra liberta'' e bandiere di Fi - Va a mano a mano riempiendosi via del Plebiscito, dove si svolgera' la manifestazione promossa da Forza Italia nel giorno del voto al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi. L'ex premier e' atteso sul palco intorno alle 16-16,30, per poi lasciare Roma e tornare ad Arcore dalla sua famiglia. In via del Plebiscito, bloccata al traffico e presidiata dalle forze dell'ordine, risuonano dagli altoparlanti le note di 'Azzurra liberta'', mentre lo sfondo e' tutto tricolore per le tante bandiere di Forza Italia che sventolano i manifestanti. Alcuni sostenitori stazionano nella piazzetta retrostante, dove c'e' l'ingresso posteriore di palazzo Grazioli, in un quasi rigoroso silenzio. Molte le telecamere e i teleobiettivi, ma al momento via del Plebiscito non e' ancora totalmente piena. Dal palco, dunque, parlera' solo Berlusconi. Un palco 'low profile', con sullo sfondo il cielo azzurro e la bandiera tricolore di Forza Italia, mentre al fianco del palco un maxi schermo che trasmettera' le immagini. Gli altoparlanti, invece, sono collocati lungo via del Plebiscito.

Matteoli, vada avanti. Con lui nuovi successi - "Non mi sento di rivolgere un appello alla sinistra perche' sarebbe inutile, e' gia' tutto scritto. Rivolgo invece un appello a Silvio Berlusconi: vai avanti, continua ad esercitare la tua leadership che trova la forza politica nei milioni di consensi che sei capace ancora di raccogliere tra i cittadini". Lo ha dichiarato il senatore Fi-Pdl Altero Matteoli concludendo in Aula il suo intervento sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. "Oggi non e' la fine di un ciclo ma un nuovo inizio. Sotto la tua guida il centrodestra conseguira' nuovi successi politici ed elettorali", ha assicurato.

Russo (Pd), vergognose urla Gasparri contro Piano - Francesco Russo ha duramente criticato l'attacco di Maurizio Gasparri a Renzo Piano per la presenza in Aula in occasione del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Una vergogna le urla di Gasparri al senatore a vita Renzo Piano. Un uomo che onora l'Italia nel mondo. Un po' piu' di Gasparri...", ha scritto il senatore del Pd su Twitter.

Grasso, senatori a vita hanno tutti i diritti  - "L'articolo 1 del regolamento del Senato afferma che i senatori acquisiscono le prerogative della carica e tutti i diritti per il solo fatto dell'elezione e della nomina. Questo puo' bastare". Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso leggendo il Regolamento di Palazzo Madama riferendosi alla polemica innescata da Forza Italia nei confronti dei senatori a vita presenti nell'Aula di palazzo Madama per la decadenza di Berlusconi da senatore.

Gasparri, senatori a vita si e' tutti i giorni  - "Senatori a vita si e' tutti i giorni e non solo per partecipare a questa gogna". E' quanto afferma Maurizio Gasparri rivolgendosi ai senatori a vita nel dibattito sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

Bondi ai senatori a vita, vergognatevi  - "Vergognatevi". Cosi' intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama il forzista Sandro Bondi si e' rivolto ai senatori a vita presenti il giorno del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi quando nei mesi scorsi "non si sono certo distinti per la loro presenza ai lavori del Senato".

Berlusconi: respinte da Senato pregiudiziali e sospensive - Sono state respinte dall'Aula del Senato tutte le questioni pregiudiziali e le sospensive per la decadenza di Silvio Berlusconi.

Popolo Viola, "Protesta pacifica contro Caimano" - Il Popolo Viola rinnova l'appuntamento di oggi, dalle 15 in piazza delle Cinque Lune, per il presidio organizzato in attesa del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Come e' accaduto sempre - spiega il blogger viola Gianfranco Mascia - anche questa volta la nostra iniziativa sara' assolutamente non-violenta. Al contrario di quanto accaduto con le performance del pregiudicato Berlusconi. Che anche oggi, non abbiamo dubbi, utilizzera' la sua iniziativa fuorilegge (perche' in via del Plebiscito non e' permesso alcun tipo di manifestazione) per sciorinare i suoi insulti nei confronti di magistrati, istituzioni democratiche e cittadini italiani. Sembra che Berlusconi voglia seguire fino in fondo la sceneggiatura scritta da Moretti per il finale del Caimano".

Pd boccia ipotesi voto segreto, argomento chiuso - Il Partito democratico ha chiuso in Aula in Senato a ogni ipotesi di voto segreto per la decadenza di Silvio Berlusconi. "Inutile richiamare discussione gia' affrontate. L'argomento 'voto palese-voto segreto' e' chiuso da tempo. Non si torni su decisioni gia' prese", ha detto Francesco Russo, gia' relatore sul punto in giunta del regolamento. "Si tratta di un voto a difesa del plenum, non sulla persona. Dal 1993 a oggi, anche sulle autorizzazioni a procedere, le votazioni a scrutinio palese sono state 25 su 34", ha ricordato. Sulla stessa linea Doris Lo Moro che ha escluso si fossa fare un parallelo tra la vicenda Berlusconi e il caso dell'allora senatore Nicola Di Girolamo nel 2009.

Grasso respinge richieste voto segreto - Il presidente del Senato Pietro Grasso non ha accolto la richiesta venuta da Forza Italia e da Ncd di far ricorso al voto segreto sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi. "La votazione sulla decadenza da senatore non e' configurabile come voto sulla persona e dunque va effettuata tramite scrutinio palese", ha spiegato. Grasso ha dunque dato la parola al presidente della Giunta per le elezioni Dario Stefano per la lettura della relazione della giunta.

Nitto Palma, giunta Regolamento riesamini voto palese - Forza Italia ha chiesto formalmente in Aula in Senato che la giunta del regolamento torni a valutare la questione dle voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Bisogna evitare di la' da tutto che con questo voto ci si macchi di una palese violazione della Costituzione. Non c'e' premura politica, morale di sorta o interesse di bottega che puo' consentire al senato di violare in maniera cosi' palese la nostra Costituzione", ha avvertito in aula Nitto Palma. "Chiedo chiedo formalmente che venga reinvestita la giunta del regolamento di questa questione", ha detto, "decidera' se la votazione debba avvenire a scrutinio a palese anche per gli altri casi, discuteremo se si tratta di interpretazione o politica, cosi' davvero non possiamo andare avanti".

Saltamartini (Ncd), separiamo decadenza da Stabilita'  - Barbara Saltamartini, deputata di Nuovo centrodestra, ha ribadito che il suo partito votera' contro la decadenza di Silvio Berlusconi, ma approvera' la legge di Stabilita'. "Siamo di fronte a un accanimento giudiziario. Negare questo vuol dire negare l'evidenza", ha detto ad Agora', "il Nuovo Centrodestra votera' convintamente contro la decadenza di Silvio Berlusconi". Ma, ha proseguito, "noi votiamo col governo la legge di stabilita' per responsabilita' nei confronti del paese. Sono due cose da tenere separate. Siamo entrati nel governo per la volonta' di Silvio Berlusconi di tirare fuori l'Italia dalla crisi. Anteporre l'interesse dell'Italia a qualsiasi interesse privato, questo ci ha insegnato Berlusconi".

Matteoli, vada avanti. Con lui nuovi successi - "Non mi sento di rivolgere un appello alla sinistra perche' sarebbe inutile, e' gia' tutto scritto. Rivolgo invece un appello a Silvio Berlusconi: vai avanti, continua ad esercitare la tua leadership che trova la forza politica nei milioni di consensi che sei capace ancora di raccogliere tra i cittadini". Lo ha dichiarato il senatore Fi-Pdl Altero Matteoli concludendo in Aula il suo intervento sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. "Oggi non e' la fine di un ciclo ma un nuovo inizio. Sotto la tua guida il centrodestra conseguira' nuovi successi politici ed elettorali", ha assicurato.

Russo (Pd), vergognose urla Gasparri contro Piano - Francesco Russo ha duramente criticato l'attacco di Maurizio Gasparri a Renzo Piano per la presenza in Aula in occasione del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Una vergogna le urla di Gasparri al senatore a vita Renzo Piano. Un uomo che onora l'Italia nel mondo. Un po' piu' di Gasparri...", ha scritto il senatore del Pd su Twitter.

Grasso, senatori a vita hanno tutti i diritti  - "L'articolo 1 del regolamento del Senato afferma che i senatori acquisiscono le prerogative della carica e tutti i diritti per il solo fatto dell'elezione e della nomina. Questo puo' bastare". Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso leggendo il Regolamento di Palazzo Madama riferendosi alla polemica innescata da Forza Italia nei confronti dei senatori a vita presenti nell'Aula di palazzo Madama per la decadenza di Berlusconi da senatore.

Gasparri, senatori a vita si e' tutti i giorni  - "Senatori a vita si e' tutti i giorni e non solo per partecipare a questa gogna". E' quanto afferma Maurizio Gasparri rivolgendosi ai senatori a vita nel dibattito sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

Bondi ai senatori a vita, vergognatevi  - "Vergognatevi". Cosi' intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama il forzista Sandro Bondi si e' rivolto ai senatori a vita presenti il giorno del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi quando nei mesi scorsi "non si sono certo distinti per la loro presenza ai lavori del Senato".

Berlusconi: respinte da Senato pregiudiziali e sospensive - Sono state respinte dall'Aula del Senato tutte le questioni pregiudiziali e le sospensive per la decadenza di Silvio Berlusconi.

Popolo Viola, "Protesta pacifica contro Caimano" - Il Popolo Viola rinnova l'appuntamento di oggi, dalle 15 in piazza delle Cinque Lune, per il presidio organizzato in attesa del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Come e' accaduto sempre - spiega il blogger viola Gianfranco Mascia - anche questa volta la nostra iniziativa sara' assolutamente non-violenta. Al contrario di quanto accaduto con le performance del pregiudicato Berlusconi. Che anche oggi, non abbiamo dubbi, utilizzera' la sua iniziativa fuorilegge (perche' in via del Plebiscito non e' permesso alcun tipo di manifestazione) per sciorinare i suoi insulti nei confronti di magistrati, istituzioni democratiche e cittadini italiani. Sembra che Berlusconi voglia seguire fino in fondo la sceneggiatura scritta da Moretti per il finale del Caimano".

Pd boccia ipotesi voto segreto, argomento chiuso - Il Partito democratico ha chiuso in Aula in Senato a ogni ipotesi di voto segreto per la decadenza di Silvio Berlusconi. "Inutile richiamare discussione gia' affrontate. L'argomento 'voto palese-voto segreto' e' chiuso da tempo. Non si torni su decisioni gia' prese", ha detto Francesco Russo, gia' relatore sul punto in giunta del regolamento. "Si tratta di un voto a difesa del plenum, non sulla persona. Dal 1993 a oggi, anche sulle autorizzazioni a procedere, le votazioni a scrutinio palese sono state 25 su 34", ha ricordato. Sulla stessa linea Doris Lo Moro che ha escluso si fossa fare un parallelo tra la vicenda Berlusconi e il caso dell'allora senatore Nicola Di Girolamo nel 2009.

Grasso respinge richieste voto segreto - Il presidente del Senato Pietro Grasso non ha accolto la richiesta venuta da Forza Italia e da Ncd di far ricorso al voto segreto sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi. "La votazione sulla decadenza da senatore non e' configurabile come voto sulla persona e dunque va effettuata tramite scrutinio palese", ha spiegato. Grasso ha dunque dato la parola al presidente della Giunta per le elezioni Dario Stefano per la lettura della relazione della giunta.

Nitto Palma, giunta Regolamento riesamini voto palese - Forza Italia ha chiesto formalmente in Aula in Senato che la giunta del regolamento torni a valutare la questione dle voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Bisogna evitare di la' da tutto che con questo voto ci si macchi di una palese violazione della Costituzione. Non c'e' premura politica, morale di sorta o interesse di bottega che puo' consentire al senato di violare in maniera cosi' palese la nostra Costituzione", ha avvertito in aula Nitto Palma. "Chiedo formalmente che venga reinvestita la giunta del regolamento di questa questione", ha detto, "decidera' se la votazione debba avvenire a scrutinio palese anche per gli altri casi, discuteremo se si tratta di interpretazione o politica, cosi' davvero non possiamo andare avanti".

Saltamartini (Ncd), separiamo decadenza da Stabilita'  - Barbara Saltamartini, deputata di Nuovo centrodestra, ha ribadito che il suo partito votera' contro la decadenza di Silvio Berlusconi, ma approvera' la legge di Stabilita'. "Siamo di fronte a un accanimento giudiziario. Negare questo vuol dire negare l'evidenza", ha detto ad Agora', "il Nuovo Centrodestra votera' convintamente contro la decadenza di Silvio Berlusconi". Ma, ha proseguito, "noi votiamo col governo la legge di stabilita' per responsabilita' nei confronti del paese. Sono due cose da tenere separate. Siamo entrati nel governo per la volonta' di Silvio Berlusconi di tirare fuori l'Italia dalla crisi. Anteporre l'interesse dell'Italia a qualsiasi interesse privato, questo ci ha insegnato Berlusconi".

da affaritaliani.it

 

lunedì 25 novembre 2013

Salerno, madre obbligava figlia 13enne a sesso con l'amico di famiglia


Nuovo caso di baby prostituzione dopo lo scandalo dei Parioli: in cambio di denaro ed altri regalini una madre induceva la figlia di 13 anni a prostituirsi con un amico di famiglia di circa 60 anni. Arrestati i due nel Salernitano
 

Salerno, 25 novembre 2013 - In cambio di denaro ed altri regalini induceva la figlia di 13 anni a prostituirsi con un amico di famiglia di circa 60 anni. L’uomo e la madre della ragazzina sono stati arrestati - scrive l'Ansa - dai carabinieri di Salerno e rinchiusi nel carcere di Fuorni (Salerno). La scoperta degli investigatori al termine di un mese di indagini.

La donna è accusata di aver favorito gli incontri sessuali della figlia, l’uomo invece di atti sessuali su minorenni al di sotto dei 14 anni. I carabinieri hanno fermato l’uomo nei pressi della propria abitazione mentre era in compagnia della ragazzina che è stata subito presa in consegna da una psicologa e trasferita successivamente in una casa famiglia del Salernitano.

Stando alle prime notizie, la ragazzina non avrebbe avuto rapporti con altre persone al di fuori dell’uomo che è stato arrestato.

Staminali, malati versano sangue sulla foto di Napolitano

 
I manifestanti pro-stamina cercano di entrare a Montecitorio.
La polizia non oppone troppa resistenza...
 
 
Caos, megafoni e carrozzelle nel centro di Roma per protestare contro i tagli alla ricerca sul metodo Stamina. In piazza scrive affaritaliani.it, un centinaio di manifestanti. I malati e le loro famiglie hanno sfilato davanti a Palazzo Chigi e a Montecitorio, dove hanno "cercato" di sfondare il cordone di sicurezza. Subito chiuso il portone della Camera. Una donna si è sentita male. Traffico bloccato nel centro della capitale. "Vogliamo solo curare i nostri figli", gridavano i manifestanti. Due di loro hanno versando il loro sangue su alcune foto che ritraggono il presidente della Repubblica Napolitano e il ministro della Salute Lorenzin.

LA MANIFESTAZIONE -  Sandro Biviano e Roberto Meloni stanno letteralmente versando il loro sangue su alcune foto che ritraggono il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. I due, medicalmente assistiti da volontari, fanno defluire il sangue dal braccio attraverso il tubicino di una flebo direttamente sulle foto, mentre un organizzatore urla al megafono: "Assassini assassini, vergogna Lorenzin stai mandando a morte questi malati".

"Siamo vite a tempo, lasciateci curare". E' uno degli striscioni esibiti dai manifestanti pro metodo Stamina che hanno letteralmente paralizzato il centro storico della capitale. Un centinaio di persone del presidio fisso di Montecitorio ha bloccato il traffico spostandosi in largo Chigi, poi singoli gruppi si sono spostati in piazza Venezia, in via del Tritone e all'altezza del Traforo mandando in tilt il traffico e costringendo i bus dell'Atac a deviare diverse linee su percorsi alternativi. In piazza molti malati - tra loro anche dei bambini - armati di fischietti e di cartelli di protesta.

I manifestanti di Stamina hanno sfondato il cordone di sicurezza che protegge Montecitorio (a mio parere la polizia li ha lasciati passare) e si sono avvicinati all'ingresso del palazzo. Immediatamente è stato chiuso il portone della Camera, con le forze dell'ordine che "tentavano" di allontanare i dimostranti. "Vergogna, vergogna", hanno urlato, "buffoni, buffoni".

Un centinaio di persone, tra cui anche dei malati di Sla e distrofia muscolare, stanno manifestando davanti alla Camera dei deputati in favore del metodo Stamina, la cui sperimentazione è stata bloccata da un comitato scientifico istituito dal ministero della Salute. La protesta si sta svolgendo pacificamente in piazza di Montecitorio ma con degli slogan molto duri nei confronti di tutta la classe politica, anche se con toni molto accesi in particolare verso il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, e il premier Enrico Letta.

Ad organizzare la manifestazione è il Movimento Vite Sospese. Gli organizzatori hanno srotolato un immenso striscione per terra sul quale si legge: "Si a Stamina". "Lasciateci curare", si legge invece su un cartello. A partecipare alla protesta c'è anche il fondatore della Stamina Foundation, Davide Vannoni. In piazza c'è anche la tenda blu, ormai nota a tutti, che fu montata molti mesi fa dai sostenitori del metodo Stamina, all'interno della quale si trovano i fratelli Biviano, Marco e Sandro.

 

Stato-mafia, Napolitano ci ripensa: "La mia testimonianza non serve"

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un a lettera alla Corte d'Assise di Palermo nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-mafia. «Non ho da riferire alcuna conoscenza utile al processo, come sarei ben lieto di potere fare se davvero ne avessi da riferire», si legge in un passaggio.

Presidente della Repubblica - Giorgio Napolitano
Dal Colle - "Non ho da riferire alcuna conoscenza utile al processo, come sarei ben lieto di poter fare se davvero ne avessi da riferire e tenderei a fare anche indipendentemente dalle riserve espresse dai miei predecessori Cossiga e Scalfaro, sulla costituzionalità della norma di cui all'articolo 205 del codice di procedura penale". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si esprime nella lettera inviata il 31 ottobre al presidente della Corte d'assise di Palermo, Alfredo Montalto, che sta celebrando il processo sulla trattativa Stato-mafia. Il Capo dello Stato è attualmente ammesso fra i testi del dibattimento. La lettera è stata depositata poco fa in cancelleria.

Nessuna confidenza da D'Ambrosio - "Dei problemi relativi alle modalità dell'eventuale mia testimonianza la Corte da lei presieduta è peraltro certamente consapevole, come ha - nell'ordinanza del 17 ottobre - dimostrato di esserlo dei 'limiti contenutistici' da osservare ai sensi della sentenza della Corte costituzionale del 4 dicembre 2012". Lo scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nella lettera al giudice Alfredo Montalto, che presiede il processo per la trattativa Stato-mafia. Napolitano dovrebbe essere ascoltato sulle confidenze fattegli dal suo ex consigliere giuridico, Loris D'Ambrosio, morto nel luglio 2012 dopo le pesantissime polemiche relative alle sue telefonate con l'ex ministro dell'Interno, Nicola Mancino, oggi imputato di falsa testimonianza nel giudizio palermitano. Il capo dello Stato sottolinea però di non aver "in alcun modo ricevuto dal dottor D'Ambrosio qualsiasi ragguaglio o specificazione circa le 'ipotesi' - solo ipotesi - da lui 'enucleate'".

D'Ambrosio scrisse una lettera (fatta pubblicare da Napolitano) in cui esprimeva la sensazione di essere stato utilizzato come "utile scriba per fungere da scudo a indicibili accordi", nel periodo delle stragi del '92, oggetto del processo in corso in Corte d'assise. Un riferimento che riguarda il periodo in cui il magistrato lavorava al ministero della Giustizia e scrisse il decreto che consentì la nomina di Francesco Di Maggio al vertice del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Nomina irregolare, secondo la Procura, diretta a favorire l'ascesa a un ruolo-chiave di un personaggio come Di Maggio (anche lui morto, nel 1996) che avrebbe curato la "trattativa" per l'alleggerimento del carcere duro ai boss in cambio della rinuncia della mafia alle stragi. Su questo punto ecco la precisazione del presidente della Repubblica: "L'essenziale è comunque il non aver io in alcun modo ricevuto dal dottor D'Ambrosio qualsiasi ragguaglio o specificazione circa le 'ipotesi' - solo ipotesi - da lui 'enucleate' e il 'vivo timore' cui il mio consigliere ha fatto generico riferimento, sempre nella drammatica lettera del 18 giugno, rinviando al suo scritto inserito, come sapevo, nel recente volume di Maria Falcone. Ne io avevo modo e motivo - neppure riservatamente, nel colloquio del 19 giugno - di interrogarlo su quel passaggio della sua lettera".

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da Affaritaliani.it

 

sabato 23 novembre 2013

Berlusconi: "Decadenza un colpo di stato, tutti in piazza il 27 novembre. Non chiedo la grazia, la dia Napolitano"

 
 
ROMA - Forza Italia scende in piazza. Mercoledì 27 novembre alle 14 in via del Plebiscito a Roma, davanti Palazzo Grazioli, è in programma la manifestazione di Fi contro il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi.

È stato comunicato ai deputati del partito, secondo quanto si apprende, in una mail arrivata questa mattina. La manifestazione convocata da Forza Italia nel giorno della decadenza ha un 'format' ancora variabile. Secondo quanto viene spiegato dal partito, anche l'orario potrebbe slittare. A condizionarlo, è infatti la decisione di scendere in piazza in contemporanea con il voto di Palazzo Madama sulla decadenza.

Soltanto lunedì, dunque, quando la capigruppo calendarizzerà il voto, si saprà qualcosa di più. Al momento, l'orario indicativo è tra le 14 e le 17 di mercoledì. Resta anche la possibilità, inoltre, che una parte dei manifestanti si sposti da via del Plebiscito a Palazzo Madama, nel caso in cui Silvio Berlusconi decida di andare in Aula per il voto. L'intenzione è quella di far sentire la propria vicinanza al Cavaliere, ma anche contrapporsi a eventuali manifestanti anti-Cav che si presentino davanti al Senato. 

COSI' BERLUSCONI AI GIOVANI DI FORZA ITALIA «Nella magistratura oggi non si giudica più per quello che è il fatto oggetto del giudizio ma o per un'ideologia politica o per un 'do ut des'
tra magistrati. Mangano è stato un eroe». «Sono tre notti che non dormo perchè quello che mi sta succedendo mi preoccupa moltissimo non per me, che ho un'età, ma per quello che sta accadendo al Paese, all'attacco che si sta portando alla nostra libertà senza che nessuno si alzi per dire che non è possibile». 

ATTACCO AL CORRIERE DELLA SERA
L'avviso di garanzia nel '94 a Napoli «mi fu comunicato attraverso il Corriere della sera, da sempre organo non ufficiale, anzi ufficiale, della procura di Milano». «Farò una conferenza stampa nei prossimi giorni dove dimostrerò con carte ineludibili come non avessi nessuna responsabilità» rispetto alle accuse che sono alla base della condanna del processo Mediaset. «Una sentenza politica, incredibile, assolutamente infondata, utilizzata per porre le basi per un processo di decadenza per l'omicidio politico del leader del centrodestra». Così Silvio Berlusconi, con riferimento
al processo Mediaset e al procedimento di decadenza dal Senato.  

fonte: ioleggo

Siria, bombardata dal regime ad Aleppo: 40 morti, fra cui donne e bambini. Il resto del mondo tace

Stamattina in Siria un bombardamento del regime ha causato 40 morti, tra cui donne e bambini.


 
Il bombardamento è avvenuto in un sobborgo a est di Aleppo. Lo riferiscono attivisti e testimoni oculari di al Bab e Tadef, località colpite e solidali con la rivolta popolare contro il presidente Bashar al Assad.

Il bilancio di circa 40 uccisi è provvisorio e impossibile da verificare in maniera indipendente. Gli attivisti riferiscono di una quarantina di corpi, non tutti identificati, recuperati sotto le macerie degli edifici colpiti da barili-bomba sganciati da elicotteri. Tra le vittime ci sarebbero quattro minorenni e sei donne.

Secondo gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, un'ong con sede a Londra, i raid sono stati due. Nel primo, avvenuto sul distretto di Tariq al-Bab, hanno perso la vita almeno 14 persone. Nel secondo attacco, che ha colpito l'area di Tadef, un sobborgo di Aleppo, sono morte 15 persone.

Attentato al ministro Intanto sempre stamattina il ministro siriano della Riconciliazione Nazionale, Ali Haidar, è sopravvissuto a un tentativo di omicidio. Lo ha riferito la tv di Stato di Damasco, precisando che l'episodio è avvenuto nella Siria centrale.

Secondo la tv libanese "al-Mayadeen", schierata con il regime siriano, l'attacco è avvenuto vicino alla città costiera di Tartous. L'auto sulla quale viaggiava il ministro è stata colpita da diversi colpi d'arma da fuoco, uno dei quali ha ucciso l'autista. Il figlio di Haidar era morto lo scorso anno nella provincia di Homs in circostanze analoghe.
 
 

Forza Italia, Santanchè: "Alfano è un terrorista"

Nonostante Silvio Berlusconi avesse invitato tutti alla calma
e a non infierire contro Angelino Alfano,
oggi i falchi lo attaccano

Daniela Santanchè - (FI)
"Altro che noi estremisti e loro moderati! Alfano e il suo Nuovo Centrodestra sono come quelle cellule di terroristi che, col sorriso sulle labbra e vigliaccamente, sparavano alle spalle dei loro obiettivi, con la complicità morale dei salotti della sinistra", afferma in una nota Daniela Santanchè. La "pace armata" tra il Nuovo Centrodestra e Forza Italia dura davvero lo spazio di una settimana. Silvio Berlusconi lo scorso 16 novembre, durante il suo discorso al Consiglio Nazionale del Pdl era stato chiaro: "Vorrei dire a tutti i componenti di Forza Italia di astenersi da accuse e dichiarazioni che vadano contro Alfano, le colombe e il Nuovo Centrodestra". Oggi, invece, le accuse fioccano copiose.

Guerra aperta -
  La pace invocata da Silvio è durata un battito di ciglia. Ma ad aprire il fuoco questa mattina è stato proprio il "mite" Angelino, che dal Tempio di Adriano a Roma, dove ha presentato i nuovi gruppi parlamentari ha affermato: "Ci siamo stancati del fatto che quel grande equilibrio e la capacità di sintesi di Silvio Berlusconi fossero ogni giorno violentate da chi gli stava accanto per ambizioni personali e che porterà Forza Italia in una direzione che non è la nostra. Una direzione estremista". Durissima la reazioine dei falchi che hanno dato ad Alfano del Giuda, come ha fatto l'amazzone Michaela Biancofiore, o peggio Maurizio Bianconi che ha affermato: "Caro Angelino, amico mio, il tuo governo è fuffa per gonzi". A mettere il sigillo al bombardamento su Angelino è stata appunto la Pitonessa: "Alfano è solo un terrorista che spara alle spalle". Il sereno tra le due fazioni, ora, a pochi giorni dal voto sulla decadenza, pare pura utopia. E per Alfano la "battaglia" è ancora tutta da combattere.
 
 

Paolini shoc in Tribunale: "Ho conosciuto Ratzinger in una sauna gay"

Gabriele Paolini
Da dodici giorni rinchiuso in una cella di Regina Coeli per sfruttamento e induzione alla prostituzione  minorile e per pedo pornografia, Gabriele Paolini non ha perso il vizio di provocare e fare scandalo. E anche oggi si legge su affaritaliani.it, in un processo che lo vede imputato in tribunale per interruzione di pubblico servizio per aver 'infastidito' due giornalisti Rai impegnati in un collegamento in diretta (il 25 giugno 2009 e il 10 gennaio 2010), il disturbatore televisivo per eccellenza non è stato da meno esprimendosi in maniera poco ortodossa nei confronti di Ratzinger. "Avevo 14 anni e conobbi Joseph Ratzinger in una sauna per gay, a Torino" ha detto il disturbatore.

Così l'avvocato Marcello Melandri, legale dell'azienda di viale Mazzini, ha chiesto al giudice Maria Vigna di trasmettere gli atti all'ufficio del pubblico ministero a finche si valuti l'eventuale contestazione del reato di diffamazione ai danni del Papa emerito. L'ennesimo show di Paolini, apparso comunque provato dall'esperienza in carcere, è avvenuto sotto gli occhi della madre, presente in aula.

Papa emerito Joseph Ratzinger
"Sono vent'anni che ho a che fare con i processi - ha esordito l'imputato, come dichiarazioni spontanee -. Questo per me è particolarmente emozionante perché vengo da detenuto per un'altra causa e perché c'è qui mia madre. Nel periodo dei fatti che mi sono contestati in questo processo, gridavo di un'infanzia rubata. Nella mia vita ho scelto di stare dietro ai giornalisti non per disturbare, ma per dire la mia verità. E per un motivo o per un altro, la mia voce è stata sempre ascoltata a metà. Nei due episodi che sono oggetto di questo processo chiedevo le dimissioni di Ratzinger perché l'avevo conosciuto in situazioni non consone".

A quel punto il giudice ha invitato Paolini a concludere l'intervento e poi ha aggiornato il processo a febbraio per sentire gli ultimi testi della difesa. Intanto, il 27 novembre prossimo c'è' l'appuntamento davanti al tribunale del riesame cui Paolini ha fatto ricorso per impugnare l'ordinanza cautelare del gip Alessandrina Tudino. I suoi difensori hanno chiesto la revoca della misura o, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari.

 

venerdì 22 novembre 2013

Due donne violentate, fermato 15enne a Brescia. Si sarebbe vantato in classe

 
 
Brescia - Agi -, svolta nelle indagini sulla violenza sessuale consumata domenica scorsa ai danni di una 40enne della Franciacorta nelle campagne di Castegnato (Brescia). I carabinieri della compagnia di Chiari hanno fermato un 15enne originario del Marocco. Il giovanissimo, che l'avrebbe costretta a salire in auto minacciandola con una pistola e poi a subire un abuso, è stato riconosciuto dalla vittima. E' accusato di avere violentato con le medesime modalità anche una 29enne, aggredita il 20 novembre nella zona di Trenzano (Brescia). Il ragazzino si sarebbe vantato delle proprie aberranti prodezze a scuola.

IL FATTO
Ha violentato due donne in poche ore in Franciacorta, nel Bresciano, e poi se n'è vantato con gli amici. Ma i carabinieri sono riusciti a individuarlo e a fermarlo: lo stupratore seriale è un 15enne marocchino, già riconosciuto dalle due donne e ora rinchiuso nel carcere minorile "Beccaria" di Milano in attesa dell'interrogatorio di garanzia. Le vittime delle violenze sono una 40enne, aggredita a Castegnato, e una 29enne, violentata a Trenzano.

Il ragazzino, fuggito da una casa d'accoglienza per minori difficili di Ospitaletto, sempre nel Bresciano, domenica notte ha avvicinato una 40enne all'esterno di un locale e, minacciandola con una pistola, l'ha costretta a salire in auto. Quindi, dopo averla fatta guidare per ore, l'ha stuprata in una zona isolata di Castegnato e poi è fuggito a piedi, mentre la donna è stata soccorsa da un camionista.

Quaranta ore dopo una nuova violenza sessuale: il marocchino ha preso di mira una 29enne appena uscita dal lavoro e, sempre minacciandola con la pistola, l'ha fatta salire in auto e, dopo averle toccato le parti intime, le ha rapinato la vettura.

Il 15enne era già stato fermato pochi mesi fa per rapina, ma nonostante la richiesta del pm di tenerlo in carcere il gip aveva disposto il suo trasferimento in comunità, da dove è fuggito per compiere le violenze.

Altre fonti

 

Stato-mafia, Napolitano: "Rivalutare testimonianza". Limitate le conoscenza sui fatti


Presidente della Repubblica - Giorgio Napolitano

"Con la lettera pervenuta in cancelleria il 7 novembre 2013 - dice in aula il giudice Alfredo Montalto - il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel manifestare la propria disponibilità a testimoniare, chiede che si valuti ulteriormente, anche in applicazione della previsione di cui all'articolo 495 comma 4 del codice di procedura penale, l'utilità del reale contributo che tale testimonianza potrebbe dare, tenuto conto delle limitate conoscenze sui fatti di cui al capitolato di prova, che nella medesima lettera vengono dettagliatamente riferite".

La corte ha deciso di depositare la lettera in cancelleria, a disposizione delle parti: "Perché possano pronunciarsi sulla sua acquisizione ed utilizzabilità  -  dice ancora il presidente Montalto - riservato all'esito ogni provvedimento di competenza della corte". Dunque, dopo la lettura del messaggio di Napolitano ai giudici di Palermo, si potrebbe riaprire la discussione sulla citazione del Capo dello Stato al processo sulla trattativa.

Erano stati i pm di Palermo a chiedere l'audizione di Giorgio Napolitano su un episodio in particolare: "Le preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D'Ambrosio nella lettera del 18 giugno 2012", questo hanno scritto i magistrati nella lista dei 177 testimoni da citare in corte d'assise. In quella lettera D'Ambrosio esprimeva il "timore" di "essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi, e ciò nel periodo fra il 1989 e il 1993". In quegli anni, D'Ambrosio era stato in servizio all'Alto commissario  per la lotta alla mafia e poi al ministero della Giustizia.

Nella lista testi, la Procura spiega di voler chiedere a Napolitano ulteriori notizie su quella lettera e su quello sfogo. Ma adesso Napolitano precisa di non essere a conoscenza di particolari ulteriori su quella lettera del suo consigliere giuridico.

Ma allora non c’è proprio speranza, siamo condannati a tutto questo?

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fonte >>

Usura: la polizia fa scacco matto sul 'cravattaro' Vittorio Di Gangi


Ristoratori, piccole società a conduzione familiari e poi negoziante ma anche dipendenti pubblici: tutti si erano rivolti al clan capeggiato da Vittorio Di Gangi, conosciuto col soprannome di "er nasca", per ottenere prestiti a tassi da usura. In manette finiscono in otto; sequestrati beni per 40 milioni di euro tra case, ristoranti e supercar. La disponibilità di denaro veniva dal traffico di droga

 
Dalle prime ore dell’alba gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma stanno eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Roma nei confronti dei componenti di una vasta organizzazione criminale, dedita all’usura, alle estorsioni ed al riciclaggio di capitali.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha permesso di far emergere un enorme giro di capitali prestati a tassi usurari gestito da un noto pregiudicato romano Vittorio Di Gangi (soprannominato "er nasca") che, nel corso degli anni, essendo riuscito ad accumulare smisurate ricchezze derivanti da traffico di droga, è arrivato a soggiogare, insieme alla sua famiglia, numerosi titolari di attività commerciali ed imprenditoriali della Capitale.

Nel corso dell’operazione della polizia di stato, che ha visto impegnati oltre cento - tra uomini e donne - della Squadra Mobile di Roma, sono state sequestrate anche numerose attività commerciali che i capi dell’organizzazione avevano aperto grazie ai ricavi dell’attività di usura realizzata per anni.

Tra le società sequestrate vi sono concessionarie di auto, abitazioni private, attività di ristorazione, autovetture di lusso per un valore totale di circa 40 milioni di euro.

Vorticoso il giro di affari realizzato dall’organizzazione capeggiata da Vittorio Di Gangi che era riuscita a soggiogare molti cittadini tra i quali vi erano ristoratori, titolari di società a conduzione familiare, impiegati pubblici, imprenditori, titolari di negozi e di gioiellerie. Alcuni hanno avuto il coraggio di denunciare i loro “strozzini” liberandosi dalla spirale nella quale erano caduti e nella speranza di risolvere i loro problemi economici.

Già nel maggio 2012,
in una operazione antiusura della squadra mobile di Roma, che aveva impegnato circa 300 agenti, in seguito alle oltre 40 perquisizioni in città, disposte dalla direzione distrettuale antimafia (D.I.A.), il Di Gangi finì in manette.

Al termine delle indagini emerse un giro di usura gestito da un noto pregiudicato romano: Vittorio Di Gangi. Nell'abitazione dell'uomo arrestato, la polizia rinvenne un revolver calibro 38 con matricola abrasa.

La famiglia Di Gangi - dichiarò la Questura - era già nota alle forze dell’ordine per contatti con affiliati all’ex banda della Magliana. La stessa famiglia Di Gangi sarebbe titolare di una delle più importanti agenzie di sicurezza private: "Sipro".

Con la crisi economica e le difficoltà di accesso al credito sono purtroppo sempre di più gli imprenditori vittime di usura: si stima che nel Lazio siano circa 28.000.

da affaritaliani + altre fonti
 


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