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THE NEST - NEWS

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martedì 2 settembre 2014

“Troppo anziani e egoisti” il giudice toglie loro la figlia

Sentenza shock del tribunale dei minori del Piemonte. La madre ha 57 anni, il padre 70. La bambina è nata grazie alla fecondazione artificiale al di fuori dai confini italiani. Ora ha un anno e mezzo. Secondo il giudice diventerà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare il papà e la mamma.

“Troppo anziani e egoisti” il giudice toglie loro la figlia
Luigi e Gabriella Deambrosis  

Luigi e Gabriella Deambrosis non rivedranno più la piccola Viola. Questo, almeno, è ciò che pensano i giudici: la Corte di Cassazione ha confermato ieri le sentenza d’appello. La madre (che al momento del concepimento aveva 57 anni) e il padre (che ne aveva 70) hanno “una modalità distonica di rapportarsi con la bambina”, e per la donna in particolare “il mondo esterno è visto come una proiezione dei propri desideri o bisogni, indipendentemente da un esame obiettivo della realtà”. Nelle 16 pagine di motivazioni, relatore il giudice Massimo Dogliotti, la Cassazione non entra nel merito dei fatti, come il proscioglimento dall’accusa penale di avere lasciato sola la piccola per pochi minuti nell’auto parcheggiata davanti a casa (la bimba aveva 48 giorni e il papà, ‘scoperto’ dai vicini, ha dichiarato che stava per tornare a prendere la mamma dall’infermiera). Ma i magistrati si impegnano a più riprese nel precisare che “l’età dei genitori non riveste rilevanza alcuna”. Non è facilissimo crederlo, se si considera che Viola e i suoi genitori sono stati al centro di grande attenzione fin da quando la piccola è nata. Mamma bibliotecaria, papà giornalista in pensione, i due vivono in un piccolo paese del Monferrato a pochi passi da Casale, in una villetta col giardino davanti alla quale passa una minuscola strada, dove non circolano auto, o quasi.

Le sentenze dicono che non siete buoni genitori…
“Dicono che non ho l’immaginario paterno - dice al telefono Luigi Deambrosis, un uomo che, raccontano le sentenze, è diventato padre soprattutto per far piacere a sua moglie - ma la verità è che non ci hanno dato il tempo di provare a essere genitori. Viola ce l’hanno portata via che aveva due mesi. Se ce l’avessero lasciata un po’ di più avrebbero capito che potevamo essere un buon padre e una buona madre”.

I vicini di casa vi hanno denunciato perché la bambina era sola in auto. E’ vero? “Si, certo, l’ho lasciata dormire nel seggiolino per 7 minuti, il tempo di salire a scaldarle il latte. Dopo, saremmo andati insieme a prendere mia moglie. Siamo stati prosciolti (già in istruttoria, ndr) dall’accusa penale, ma a quanto pare non importa a nessuno”.

Vi arrenderete davanti a questa decisione? “No. Non ci arrenderemo, è un dolore troppo grande. Decideremo che cosa fare insieme all’avvocato”.

Da quanto tempo non vedete Viola? “Da più di un anno. Non ci sono parole per dire quanto mia moglie e io stiamo soffrendo. Avevamo una grande speranza nella giustizia, c’erano degli elementi nuovi… ma non sono stati considerati. Andremo avanti”.

Tutte le perizie hanno dichiarato Luigi e Gabriella sani di mente, ma nel 2003 la loro richiesta di adozione era stata rifiutata per ragioni di età e i due avevano quindi deciso di ricorrere a una fecondazione artificiale all’estero. Viaggi, prove, tentativi. E alla fine la nascita di una bella bambina nella maternità migliore d’Italia, al “Sant’Anna” di Torino. Da subito, i due sono guardati con perplessità. Ora l’avvocato Boscagli commenta: “Strano che la Corte abbia voluto ‘difendersi’ a più riprese dall’idea che la decisione fosse dettata in primo luogo dall’età dei genitori. Questa sentenza mette in discussione il modo di essere genitori di tutti gli italiani: chi non ha mai lasciato un bambino dormire in auto per qualche minuto in un luogo sicuro? Chi è in grado di esprimere i suoi sentimenti genitoriali durante gli incontri ‘protetti’ presso i servizi sociali con una bambina di pochi mesi, mentre è osservato come una scimmia in gabbia?”. Domande legittime, e istruttive per chiunque, passati i 50, decida di tentare una fecondazione oltreconfine. Tutto ebbe inizio il 16 settembre 2011. I genitori sono “troppo” anziani scrive Sarah Martinenghi su repubblica perché l´hanno concepita a 57 anni la madre, e 70 anni il padre. E hanno desiderato “troppo” avere un figlio, andando contro le leggi della natura ed evidentemente ricorrendo alla fecondazione al di fuori dei confini italiani.

Sono i due punti cardine della sentenza choc pronunciata dal tribunale per i minori del Piemonte, che ha dichiarato “Viola” (il nome è di fantasia), bimba di un anno e mezzo, adottabile, togliendola per sempre ai suoi genitori che abitano a Mirabello, piccolo paese di mille anime tra le colline del Monferrato.

I giudici hanno infatti ritenuto che la piccola sia «il frutto di una applicazione distorta delle enormi possibilità offerte dal progresso in materia genetica». E la volontà di concepirla «è una scelta che, se spinta oltre certi limiti si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che necessariamente implicano l´accantonamento delle leggi di natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino».

In concreto, spiegano i giudici Donata Clerici, Federica Florio, Alberto Astesano e Silvia Truffo, «i genitori non si sono mai seriamente posti domande in merito al fatto che “Viola” si ritroverà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare i genitori anziani, che potrebbero avere patologie più o meno invalidanti, proprio nel momento in cui, giovane adulta, avrà bisogno del sostegno dei suoi genitori». Per questo riportano le parole della consulente tecnica secondo cui «il dato della differenza d´età per i genitori non assume alcuna rilevanza, essendo secondario rispetto all´appagamento del bisogno narcisistico di avere un bambino».

Contro questa decisione l´avvocato Fabio Deorsola (che assiste i genitori insieme al collega Giulio Calosso) presenterà ricorso: «Si tratta di una sentenza fondata sul pregiudizio che considera l´adozione una misura alternativa al desiderio di genitorialità». Nella sentenza i giudici hanno esaminato a fondo i caratteri dei genitori riscontrando difficoltà pratiche nel gestire la piccola: “È stata allattata artificialmente ed è rimasta al nido per 5 giorni dalla nascita perché la madre non si sentiva in grado di tenerla in camera con sé». Contro i genitori è in corso anche un procedimento penale per abbandono di minore, perché i genitori l´avevano lasciata per alcuni minuti da sola in macchina (pur non avendola messa, secondo i giudici, in situazione di pericolo).

La piccola era nata il 26 maggio 2010all´ospedale Sant´Anna di Torino, e la sua venuta al mondo aveva fatto scalpore proprio per l´età avanzata dei genitori. Il padre, in pensione, che aveva in passato ricoperto cariche istituzionali, e la madre che lavora nella biblioteca di una città piemontese, si erano sposati nel 1990, e avevano provato invano a adottare un bambino. La richiesta però era stata negata, nel 2003, per limiti d´età. Sette anni dopo hanno concretizzato il loro desiderio di diventare genitori. Ma solo per poco. Alla nascita di Viola, infatti, il tribunale ha subito aperto un procedimento sottoponendo i genitori-nonni a grande attenzione. Ed è bastata la segnalazione dei vicini di casa che avevano visto la bimba lasciata in macchina da sola piangere alle dieci di sera per far scattare, alcuni giorni dopo l´intervento di carabinieri e magistratura: Viola era stata presa e data in affido, a un mese di vita. «Stava dormendo nell´ovetto, non volevo svegliarla, e l´ho lasciata sola per sette minuti» ha spiegato invano il papà.

A Mirabello, tra solidarietà e vecchi rancori, parla la gente.

“C’è una storia di cattiveria dietro la sentenza che ha tolto loro la bambina”. E in piazza si discute: “Colpa del medico, non si fanno figli a quell’età”.

La storia di Gabriella e Luigi De Ambrosis sembra quella di un luogo greve, dove i vicini, per presunti antichi rancori, sono sospettati di aver voluto punire quella coppia un po’ stramba che decide di avere una figlia a 57 e 70 anni.

“Ma vi sembra possibile che le facciano vedere la bimba e poi non gliela diano?”. La signora Carla dice che è tempo di vuotare il sacco: “Quei vicini di casa che hanno chiamato i carabinieri quando hanno sentito piangere la bimba in auto dovrebbero pensare al male che hanno fatto. Quel giorno Gabriella era andata dall’infermiera a farsi un’iniezione e Luigi era andato a casa a scaricare la spesa. E siccome era l’ora di far mangiare la piccola era entrato in casa a cucinare la pappa. Ovvio che quella bimba piangeva, aveva fame, come fanno tutti i bimbi, ma lui è stato via poco e quelli si sono vendicati”.

La sua è la versione della maggioranza del paese, la parte che ha raccolto le firme in solidarietà dei genitori anziani a cui hanno tolto una bimba. Ma c’è quell’altra parte, quella che affiora dal passato. Giovanni Sisto passeggia nella via a fianco: “Vede quella fontana? Quell’uomo (Luigi) va lì a lavare i piatti, perché dicono che a casa non hanno l’acqua. Certo sono strani, quando una persona non esce mai con gli altri c’è sempre qualcosa che non va”. Un’ora dopo Luigi scuote le spalle: “È vero che da un anno non usciamo, Con tutto il dolore che abbiamo dentro. Non avevamo voglia di spiegare sempre la nostra storia”.

Una diceria locale dice che gli abitanti di Mirabello sono un po’ matti e quelli della vicina Occimiano sono molto tirchi. E che a Mirabello si litiga molto. Don Paolo Cassano è il parroco di tutti e due i paesi: “A parte tutte le storie che si raccontano, questa sentenza mi pare molto dura Ho parlato spesso con questa coppia dopo che hanno portato via la bambina, vorrebbero battezzarla e non sono riusciti a farlo”. Ma allora Gianna Nannini che di anni ne ha oltre 50 ed è sola?, si infervora il parroco che scrive sul giornale locale della Diocesi: “Io non sono d’accordo con la loro scelta di ricorrere alla fecondazione eterologa, ma non penso proprio che si possa sostenere che non sono in grado di occuparsi della bambina, che sono vecchi per farlo”.

Il giovane sindaco Luca Gianola esce dal Municipio e non vorrebbe dir niente: “Non dite che questo è un paese di pregiudizi. Mirabello è un paese vivace, dove ci sono tante associazioni, dove abbiamo il wi-fi ovunque, stasera abbiamo un festival musicale importante del Monferrato. Come in ogni paese ci sono odi e amori, non tutti si piacciono, non tutti vanno d’accordo”.

In piazza generazioni a confronto. Giulia ha 15 anni e studia al liceo di Casale. Non le piace l’idea di una fecondazione dove il padre non è il padre, ma neppure la decisione di un giudice che toglie una bambina ad una mamma: “Questa è una storia di cattiveria ed è triste dire che non sono in grado di occuparsi della bimba. Ma cosa ne possono sapere?”. Sulla panchina davanti al municipio quattro donne confabulano. Non vogliono dire come si chiamano per paura dei giudizi del giorno dopo, ma il loro verdetto è senza appello: ” Tutta colpa del medico. Non si fanno figli a quell’età”.

Parlano i genitori di "Viola"

Fiuggi. Giulio Terzi parla dei Marò: “solo la destra mi difese”

Pioggia di applausi e fiori, giungono dalla platea a Fiuggi per Giorgia Meloni, dove oggi ha esordito per la sua nomina a leader del movimento Fratelli d’Italia, ma poi, ha preso la parola anche l’ex ministro degli affari esteri, Giulio Maria Terzi di Sant'Agata.

Fiuggi. Giulio Terzi parla dei Marò: “solo la destra mi difese”

Terzi va ai microfoni e parlando agli intervenuti, rivolge un saluto a rispetto dei nostri due soldati, i fucilieri della Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ancora oggi in stato di detenzione in India; incontenibile e forte l’emozione e il lungo applauso della platea, ciò, rivolto non solo verso i due militari italiani, ma anche, per un vero e forte riconoscimento al diplomatico ex ambasciatore italiano, che ha preso la parola.

Giulio Terzi, infatti, con grande coraggio si dimise dopo la decisione dell’ex premier Mario Monti, di restituire i marines Girone e Latorre all’India, dopo il breve rientro in Italia che Terzi aveva ottenuto con grande abnegazione e senso del dovere nazionale.

Il saluto dei marò, è stato per Giulio Terzi l’introduzione ad un più ampio concetto, il concetto di sovranità nazionale dal quale la rinata destra, oggi a Fiuggi, non può prescindere: “La sovranità nazionale e l’interesse nazionale devono tornare a essere la bussola della politica estera. Solo la destra, nella vicenda dei marò, aveva colto l’esigenza di non abbandonare i nostri militari agli abusi dell’India, solo la destra aveva capito l’errore di averli rimandati indietro, decisione che portò alle mie dimissioni. Perché quella vicenda è una grave violazione della sovranità nazionale, che la sinistra aveva supinamente accettato, come già il Pci per la rinuncia sulla questione istriana, come anche nella vicenda dell’amico Toreggiani e della mancata estradizione di Cesare Battisti dal Brasile…”.

Con uno sguardo all’Europa, l’Onorato dimissionario Terzi, rivolgendosi alla nuova destra, rammenta che la politica di Fratelli d’Italia deve portare in Europa una visione critica; del fiscal compact, della guida unilaterale tedesca , la necessità di fare dell’anticorruzione una piattaforma continentale, in tema di immigrazione, di non confondere l’integrazione con l’assimilazione e il meticciato culturale...”

@robylfalco

Fiuggi. L’esordio della neo leader Giorgia Meloni dedicato agli eroi d’Italia

Fiuggi. L’esordio della neo leader Giorgia Meloni dedicato agli eroi d’Italia
Oggi al congresso di Fiuggi, la neo leader del movimento politico Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha lanciato il tema forte delle prossime elezioni europee, riferendo: “Il nostro rapporto con l’Europa nasce da un grande malinteso: noi non siamo la Grecia e il Portogallo, noi siamo la nazione che contribuisce di più in relazione al proprio prodotto interno lordo, penso sia arrivato il momento di dire che stare nell’euro a queste condizioni non conviene all’Italia. Sono convinta ormai che sia del tutto inutile provare a convincere la sorda Germania dunque l’Italia deve dire all’Europa che vogliamo uscire dall’euro perché all’euro serve l’Italia più di quanto l’euro serva all’Italia. E se diranno che siamo populisti chi se ne frega, meglio populisti che servi”. Sul palco arriva anche un mazzo di fiori, tra le ovazioni della platea. FdI non starà, dunque, nel Ppe.

Ma quello che più mi ha colpito, è stato il suo esordio sul palco, il riferimento della Meloni alla memoria di Fabrizo Quattrocchi, e ancora di, Giuseppe Prezzolini, Paolo Borsellino ecc.. Ma anche, le sprezzanti parole rivolte alla giornalista Giuliana Sgrena. E al proposito, vorrei spendere due parole a ricordo.

Quattrocchi fu preso in ostaggio a Bagdad, il 13 aprile 2004, insieme ai colleghi Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio, da miliziani del gruppo autoproclamatosi "Falangi Verdi di Maometto".

Così descrive il filmato dell'uccisione di Fabrizio Quattrocchi Pino Scaccia.

« Fabrizio Quattrocchi è inginocchiato, le mani legate, incappucciato. Dice con voce ferma: "Posso toglierla?" riferito alla kefiah. Qualcuno gli risponde "no". E allora egli tenta di togliersi la benda e pronuncia: "Adesso vi faccio vedere come muore un italiano". Passano secondi e gli sparano da dietro con la pistola. Tre colpi. Due vanno a segno, nella schiena. Quattrocchi cade testa in giù. Lo rigirano, gli tolgono la kefia, mostrano il volto alla telecamera, poi lo buttano dentro una fossa già preparata. "È nemico di Dio, è nemico di Allah", concludono in coro i sequestratori. »
 
La destra italiana, in particolare Alleanza Nazionale, assurse Quattrocchi a simbolo di eroismo per la sua ostentazione di fierezza nazionale, chiedendo il conferimento di una decorazione alla memoria.

Con decreto del 13 marzo 2006 e su proposta del Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi conferì a Fabrizio Quattrocchi la medaglia d'oro al valor civile:

«Vittima di un brutale atto terroristico rivolto contro l'Italia, con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l'onore del suo Paese. »
 
In quell’anno, 2006, Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita in Irak e il cui rilascio è stato segnato dalla morte dello 007 Calipari; contesta con parole forti la medaglia d’oro conferita dal Capo dello Stato a Quattrocchi.

A proposito del riconoscimento assegnato: «Io non sono d'accordo su questa medaglia», dice la Sgrena «Chi va in Irak per guadagnare dei soldi facendo il servizio di sicurezza, è un mercenario».

Scoppiò la polemica. Forza Italia e An insorsero e La Russa, senza fare sconti disse alla Sgrena: «Una persona del genere merita se non disprezzo, solo indifferenza». E ancora: «Deve scusarsi».

Personalmente, in merito alle dichiarazioni della giornalista ingrata, preferisco usare il termine “vile”, che non vuole offende l'onore o il decoro di una persona come la Sgrena. Che è persona priva di coraggio, codarda e vigliacca, vista la forte opposizione per Onorare Fabrizio Quattrocchi con la medaglia d’oro al valor civile e le reiterate dichiarazioni nei confronti del suo liberatore Calipari e ancona oggi, dei Marò.. Ed essendo appunto, persona priva di coraggio (vile), alcune e più disprezzanti dichiarazioni, le ha pure ritrattate.

@robylfalco

Kiev. Intercettazione shock: cecchini assoldati da leader

I cecchini che hanno sparato contro i manifestanti e la polizia a Kiev sarebbero stati assunti dai leader di Maidan, lo testimonia una conversazione telefonica intercettata, avvenuta tra il capo della politica estera dell'Unione europea Catherine Ashton ed il ministro degli esteri estone Urmas Paet.
 
Kiev. Intercettazione shock: cecchini assoldati da leader
In una telefonata tra il ministro degli Esteri estone Urmas Paet e il commissario Ue agli Affari Esteri Catherine Ashton, emergono nuove e inquietanti rivelazioni: i cecchini che avrebbero sparato sui manifestanti e anche sulla polizia, sarebbero stati assoldati della nuova coalizione.
 
Finalmente spunta la verità sulla voluta guerra e da chi. Ora si comprende che dietro i cecchini non vi era Yanukovich, ma personaggi dalla nuova coalizione, ha detto Urmas Paet durante la conversazione.
 
La chiamata ha avuto luogo ed è stata intercettata il 25 febbraio, dopo che il ministro degli esteri dell'Estonia ha visitato Kiev, ovvero dopo il picco degli scontri tra i manifestanti pro-UE e forze di sicurezza, nella capitale ucraina.
 
Paet ha anche ricordato la sua conversazione con un medico che ha curato i feriti dai cecchini a Kiev. Ha detto che entrambi i manifestanti e la polizia sono stati colpiti dalle stesse persone.
 
La Ashton dal suo canto dice di essere rimasta scioccata nell’apprendere tali notizie al telefono, e promette indagini in proposito.
 
Kiev. Intercettazione shock: cecchini assoldati da leader
Urmas Paet & Catherine Ashton La cosa più inquietante riferisce Paet, è quanto testimonia Olga Bogomolets, medico e fisico che si trovava al centro degli scontri e vicina ai manifestanti di piazza Maidan, la quale ha affermato che tutte le prove dimostrano che le persone che sono state uccise da cecchini da entrambi i lati, tra poliziotti e la gente nelle strade, sono stati gli stessi cecchini ad ucciderli; le ferite sui cadaveri, tanto della polizia quanto dei manifestanti – prosegue Olga - portano le impronte "della stessa mano, gli stessi proiettili".
 
Ashton ha reagito alle informazioni dicendo: " . Beh, sì ... ecco , è terribile " Il fisico Bogomolets ha anche mostrato alcune foto - ha detto Peat - da dove si evincono le medesime modalità di tiro, lo stesso tipo di proiettili, ed è davvero inquietante che ora la nuova coalizione, non voglia indagare su cosa esattamente sia accaduto.
 
Olga Bogomolets era il medico principale per la clinica mobile Maidan quando le proteste sono diventate violente a Kiev. Fin dall'inizio, ha manifestato la volontà di trattare i pazienti con ferite gravi e ha contribuito a organizzare il loro trasporto negli ospedali dei paesi vicini.
 
Il medico e fisico, sin da subito ha rivolto le sue accuse verso i cecchini per aver causato gli infortuni e le morti. E per questi motivi, per la situazione poco trasparente, ha rifiutato la carica di Vice Primo Ministro dell'Ucraina per gli affari umanitari, offertale dal neo regime golpista, nominato.
 
Il ministro estone ha descritto tutta la questione relativa ai cecchini come "inquietante" e ha aggiunto, "si scredita già fin dall'inizio" il nuovo potere ucraino. Peat, ha sottolineato anche: il popolo ucraino non si fida dei leader Maidan, ne dei politici dell'opposizione in programma di aderire al nuovo governo, perché "hanno un passato sporco".
 
La telefonata intercettata, è stata caricata sul web da parte di funzionari del servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) fedeli al deposto presidente Viktor Yanukovich, nonostante abbiano violato i telefoni di Paet e Ashton. Ma hanno dovuto farlo, si sono sentiti in dovere di porre alla luce lo scandaloso evento, poiché il mese scorso, 94 persone sono state uccise e altre 900 sono rimaste ferite durante il braccio di ferro tra polizia e manifestanti. (da: RT)
 
Ascolta la telefonata tra Catherine Ashton e Urmas Paet.


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Euro e Bce bocciati sulla rivista dell’Fmi

Scioccanti le frasi redatte da Kevin Hjortshøj O’Rourke, noto storico economista, docente all’All Souls College, istituto di ricerche postuniversitario di Oxford, sulla rivista ‘Finance & Development, del Fondo monetario internazionale (Fmi) .

Euro e Bce bocciati sulla rivista dell’Fmi

«L’economia Europea è in un terribile disastro» - e ancora - «L’euro è stata una cattiva idea, come era stato spiegato due decenni fa quando la valuta unica è stata disegnata». Queste le frasi esternate da Kevin Hjortshøj O’Rourke; sono frasi che ascoltiamo ormai da tempo e dai più noti economisti di fama mondiale, come anche non è difficile ascoltarle da parte di politici euroscettici e da una buona maggioranza del popolo italiano ed europeo.

Sono frasi di grande impatto quelle di O’Rourke, è sorprendente leggerle proprio sulla rivista del Fondo monetario internazionale, nell’ultimo numero di marzo, dedicato all’Europa. La condanna dello storico economista è senza appello, e si estende anche alle attuali politiche economiche.

O’Rourke non risparmia dal criticare la European Central Bank (Bce) unitamente alla Bundebank, per le attuate strategie politiche e monetarie degli ultimi anni, e scrive: «Un argomento consueto è che la Bce non può rendere la politica monetaria più espansiva perché questo alleggerirebbe le pressioni sui Governi a continuare le riforme strutturali che Francoforte considera desiderabili. A parte il fatto che ci sono meno prove della desiderabilità di queste riforme di quanto a volte gli economisti ammettano, ma mantenere deliberatamente la gente in disoccupazione involontaria per far progredire una particolare agenda politica è sbagliato. E non è legittimo per un banchiere centrale non eletto, a Francoforte, tentare di influenzare il dibattito politico in paesi come l’Italia o la Spagna, sia perché il Banchiere centrale non è eletto, sia perché è a Francoforte».

Non sono fauste le frasi di O’Rourke, sull’Europa ha una tesi forte in un articolo dove descrive l’euro come la fonte di effetti perversi rispetto alle libertà offerte dall’Europa ai suoi cittadini.

Infine, descrive la sua diagnosi: «L’Europa è oggi definita dai vincoli che impone ai governi, non dalle possibilità che offre loro di migliorare le vite dei loro cittadini. Questo è politicamente insostenibile».

Le soluzioni sono due, secondo O’Rourke: passare dall’Unione europea all’Unione federale, o tornare alle valute nazionali, anche se questo dovesse prevedere «controlli di capitali, default in diversi paesi e accordi per definire come gestire debiti e contratti pregressi». Sarebbe «una grande crisi», ammette lo studioso - i problemi più gravi, si può immaginare, deriverebbero dalla rapidità della reazione dei mercati a fronte dell'inevitabile lentezza dei governi, per questo, andrebbe decisa e affrontata in modo «democratico».

Con una più lungimirante visione, lo storico O’Rourke, riguardo la moneta unica, si spinge a dire: «La mia previsione è che gli storici tra cinquant’anni si chiederanno come è avvenuto che esso sia stato introdotto».

Una risposta a quest’ultima affermazione giunge proprio dal governatore della Banca centrale polacca Marek Belka, il quale fa intendere che, l’introduzione dell’Euro è avvenuta per motivi politici e di potere. Come ha spiegato: «è una conferma importante del fatto che l’eurozona è soprattutto un progetto politico che, come del resto l’allargamento della Ue, ha una natura persinoimperiale” ».

@robylfalco

Stai sereno Renzi, ci pensa Padoan..

Nominato da Napolitano il genio economista Pier Carlo Padoan, docente di Economia presso l'Università La Sapienza di Roma, il College of Europe di Bruges e Varsavia, l'Université Libre de Bruxelles, l'Università di Urbino, quella di La Plata e l'Università di Tokyo.

Stai sereno Renzi, ci pensa Padoan..
 
Sempre a fianco dell’Europa. Padoan è stato fondatore e direttore della fondazione di “cultura” politica Italianieuropei; è stato consigliere economico con i Presidenti del Consiglio Massimo D'Alema e Giuliano Amato; direttore esecutivo per l'Italia del Fondo Monetario Internazionale con responsabilità su Grecia, Portogallo, San Marino, Albania e Timor Est; responsabile per il coordinamento della posizione italiana nei negoziati dell'Agenda 2000 per il bilancio UE, l'Agenda di Lisbona, il Consiglio Europeo, gli incontri bilaterali e i vertici del G8, e ancora, uomo di fiducia per i compiti a lui affidati, dal gruppo Bilderberg.
 
Padoan quindi, è di casa tra i potenti del mondo. E’ stato vice segretario generale dell'OCSE, e successivamente alle grandi disfatte, ne diviene anche capo economista. Padoan rappresenta l'OCSE al G20 finanza.
 
Il 21 febbraio 2014, Matteo Renzi su “consiglio” del capo dello Stato Giorgio Napolitano, chiama Pier Carlo Padoan, il genio delle dottrine economiche che ha mandato in default l’Argentina, la Grecia e il Portogallo, a ricoprire l'incarico di Ministro all'Economia italiana. Quale migliore garanzia per l’Europa-Merkeliana e dei poteri della grande finanza? Un fatto è certo, con la nomina di Padoan a Ministro dell’Economia, l’Italia farà passi da gigante. Ma verso dove?
 
 
Default Argentina
Insomma, Padoan è un un marchio e una garanzia, ex dirigente del Fondo monetario internazionale (Fmi); poi consulente dellaBanca centrale europea (Bce); vice segretario dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Le sue scelte? tutte in-successi, che hanno reso ricca e prospera l’Unione europea, così come la viviamo oggi.…
 
Matteo Renzi “può stare sereno”. Pier Carlo Padoan, è stato scelto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, vero e proprio talent scout in fatto di leader politici. Ci ha regalato Mario Monti prima ed Enrico Letta dopo; non si può dire lo stesso per Renzi, quest’ultimo ha deciso di bruciarsi da solo e già sente i primi sintomi. Ma il bugiardo, potrà sempre dire che Padoan, l’incendio lo ha appiccato a sua insaputa e con la complicità di re Giorgio.
 
Default GreciaIl neo Ministro è osannato dai mass-media italiani sottomessi alla politica di sinistra ed è stimato dagli economisti, soprattutto da quelli che, grazie all’austerità, allo spread e ai lungimiranti consigli del Club di Bilderberg, hanno fatto dell’Unione europea un’isola in-felice dove il mancato sviluppo e la sempre meno occupazione, sono diventati la regola…
 
Padoan, per conto degli ‘intellettuali’ del Fondo monetario internazionale, nel 2001 fu nominato responsabile economico dell’Argentina e le sue ‘intelligenti’ politiche economiche liberiste e monetarie imposte dal Fmi, diedero il colpo di grazia; in quell’anno, quel Paese sudamericano dichiarò il default.
 
Fu sempre lui, lo stesso genio di Pier Carlo Padoan, che ricevette l’incarico di occuparsi, con l’in-‘successo’ che ben conosciamo, anche dell’economia della Grecia e del Portogallo.
 
Default Portogallo
Plausi quindi dai poteri finanziari e della Merkel per il neo nominato ministro all’economia italiana del governo Renzi, infatti, Padoan non ha mancato un solo colpo; se è vero che l’Europa meridionale dovrà servire come serbatoio di lavoratori schiavizzati, sottopagati e tartassati, per mantenere i restanti Paesi europei centro-settentrionali; be, che dire, “stiano sereni tutti”; se Padoan è riuscito a mandare in default, Argentina, Grecia e Portogallo, perché dovrebbe fallire proprio con l’Italia?
 
Krugman, che non perde di vista i grandi economisti del mondo, in un suo articolo spiegò che: “erano state le ‘straordinarie’ intuizioni economiche suggerite da Padoan, a favorire la successiva crisi economica in quei Paesi”.
 
Quindi, Pier Carlo Padoan è l’uomo giusto per rilanciare l’economia italiana; ha iniziato con le super-tasse e con i tagli alla sicurezza che è già al collasso, queste le prime due mosse che risolveranno i problemi dello sviluppo, dell’occupazione, della cassa integrazione, della spesa pubblica, dello sviluppo delle imprese e aziende italiane. “Stiamo sereni”…
 
@robylfalco

Per fortuna l’Italia non è in mano ad un idiota qualsiasi

L’inettezza reiterata delle eccelse menti del potere politico-finanziario italiano, faranno sì che l’Italia sprofondi negli abissi più bui, tanto da divenire la lustrascarpe d’Europa. Non sono riusciti i geni Montiani, ne la massoneria Lettiana e tantomeno riusciranno a convincerci le bugiarderie Renziane; il nostro paese è in default e ne usciremo solo se l'Italia viene immediatamente liberata dalla schiavitù dell'euro, dal debito pubblico generato dalle banche, dalla globalizzazione della finanza speculativa.

Per fortuna l’Italia non è in mano ad un idiota qualsiasi

Il debito pubblico è volato al record storico. A mettere nero su bianco sulla situazione dei conti pubblici italiani è l'Istat che ha anche rivisto al -2,5% il dato sul Pil 2012. L'ultima stima del Governo prevedeva, per il 2013, una contrazione dell'1,7%. Ai prezzi di mercato il Prodotto interno lordo lo scorso anno ò risultato pari a 1.560.024 milioni di euro, con una riduzione dello 0,4% rispetto all'anno precedente. Lo stock del debito pubblico ha raggiunto il top dall'inizio delle serie storiche confrontabili nel 1990, al 132,6% del Pil nel 2013.

Quindi, no all'euro, no all'austerità, no al Fiscal Compact, no al Mes, no al Patto di stabilità, no al Pareggio di bilancio iscritto nella Costituzione, che ci costringono a sottrarre annualmente 75 miliardi di euro dal fabbisogno interno per corrispondere a dei parametri relativi al rapporto deficit-Pil e debito-Pil, nonché al pareggio di bilancio.

Per superare questa crisi strutturale della finanza e dell’economia globalizzata l’Italia dovrebbe riappropriarsi della sovranità monetaria e uscire dalla speculazione dei titoli derivati, per cui, unica soluzione è l'uscita dall'euro. Solo se lo Stato italiano potrà emettere moneta a credito, potrà liberarsi dalla follia suicida che oggi gli impone di contrarre sempre più nuovi debiti per ripianare i debiti, tramite l'emissione di titoli di Stato a debito, ovvero, l'unica opzione consentita allo Stato per disporre della moneta. Ed è così che l'Italia si sottomette sempre di più alla dittatura delle banche che si sono attribuite il monopolio dell'emissione della moneta e detengono il 75% del debito pubblico italiano che ammonta a circa 2 mila miliardi di euro.

E’ tragico pensare che geni egocentrici e servi della finanza europea come quelli susseguitisi, possano tirarci fuori da un prossimo prevedibile crack, e Renzi fallirà come i suoi predecessori o come potrebbe fallire un qualsiasi idiota.

Un idiota e inetto qualsiasi infatti, se non dovesse tirar furi L’Italia dall’Euro, dovrà tassarci a morte e per sempre, aumentare l’Iva, le Accise, la Trise la Tasi, l’Irpef, rimettere l’Imu sulla prima casa. Dovrà mentire agli italiani, fingendo col gioco delle tre carte di spostare fondi e investimenti essenziali da un luogo ad un altro per poi perderli per ripianare solo in parte gli interessi debitori. Dovrà rispettare il pareggio di bilancio imposto dall’Euro-Merkel, che non fa altro che peggiorare la situazione già agli stremi, ovvero: ulteriore tassazione, impossibilità di investire per le aziende e tagli alla spesa. A tutto questo farà seguito la continua perdita di posti di lavoro, salari, pensioni, modernizzazione del paese, sanità, risparmi privati, piano industriale, risanamento bancario, crescita del Pil, ecc.

Ma Renzi è Renzi, non un idiota e inetto qualsiasi.

Renzi: le parole che cambiano l’economia del Paese

Plausi al governo Renzi dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sulle misure «dettate a parole» dal neo premier durante i suoi interventi alla Camera e al Senato. L’Fmi ha espresso soddisfazione anche per Pier Carlo Padoan al ministero dell’economia: «quando era al Fmi era molto rispettato».

Renzi: le parole che cambiano l’economia del Paese

«Abbiamo ascoltato attentamente le parole di Renzi» afferma il portavoce del Fmi, Gerry Rice, che rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulle proposte avanzate dal premier di ridurre le tasse sul lavoro e sul taglio del cuneo fiscale, si è limitato a dire: il Fondo appoggia alcune delle misure proposte, e attende ulteriori particolari.

L’approvazione del Fmi è legata alle azioni che Renzi ha illustrato a parole durante le sue discussioni. Quello che è «cruciale» è l’attuazione delle riforme, per un ritorno alla sostenibilità e alla crescita del Belpaese.

Fra le riforme, considerata «chiave» è quella del lavoro, alla luce dell’alto tasso di disoccupazione che è un nodo pressante.

Dall’ISTAT giungono oggi dati allarmanti. A gennaio 2014 gli occupati sono 22 milioni 259 mila, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente e in diminuzione dell'1,5% su base annua (-330 mila).

Il tasso di occupazione, pari al 55,3%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,7 punti rispetto a dodici mesi prima.

Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 293 mila, aumenta dell'1,9% rispetto al mese precedente (+60 mila) e dell'8,6% su base annua (+260 mila).

Il tasso di disoccupazione è pari al 12,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti nei dodici mesi.

Non incoraggiano neppure i dati di Confcommercio. Le famiglie italiane sono sempre più povere - rileva la Confcommercio - il reddito pro capite scende del 13% negli ultimi 6 anni, i consumi sono fermi, mentre i governi che si susseguono, riconfermano "l’intenzione di continuare ad utilizzare la leva fiscale per far quadrare i conti pubblici invece di attuare quelle riforme indispensabili per sostenere famiglie e imprese e far ripartire l’economia".

Nel 2012 la ricchezza netta è tornata ai livelli del 2002 perdendo, rispetto al massimo raggiunto nel 2006, oltre 18mila euro a testa mentre il reddito pro capite è tornato, al netto dell’inflazione, ai livelli della seconda metà degli anni ’80. L’attuale livello di pressione fiscale, infatti, è incompatibile con le esigenze della crescita e al momento non vi sono segnali di un cambio di rotta”.

Ce la farà l’ottimo comiziante a far ripartire l’Italia senza alcun accordo con l’Europa della Merkel, per fare allentare lo strozzo del 3% imposto? Non credo, nel frattempo piovono ulteriori aumenti sui cittadini già in ginocchio, uno di questi è prossimo, l'aumento delle Accise e Iva sui carburanti, che contribuiranno a catena, come è logico, ad aumentare qualsiasi genere di merce trasportato su gomma, che in Italia risulta essere l'80%; quindi, un'ulteriore perdita del potere d'acquisto per le famiglie italiane.

Roberto Turi - @robylfalco


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