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THE NEST - NEWS

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venerdì 7 marzo 2014

Marò: 27esimo rinvio. Lungaggini indiane tra controsensi e inettezze

India: no Sua act per i marò. Ma proceda la polizia anti-terrorismo (Nia). Controsensi e poca chiarezza aleggia da oltre due anni sul caso dei nostri due fucilieri della Marina e intanto, siamo giunti al 27esimo rinvio…

Marò: 27esimo rinvio. Lungaggini indiane tra controsensi e inettezze

Il Procuratore generale indiano continua a fare “l’indiano” e lunedì mattina, ha chiesto alla Corte Suprema che i due marò italiani non siano processati per la legge anti-terrorismo ed anti-pirateria (Sua Act), ma ha chiesto che l’accusa venga formulata comunque dalla polizia anti-terrorismo Nia.

Controsensi indiani, o gioco politico studiato a doc per allungare il più possibile i tempi, per i loro fini mediatico-elettorali?

Immediata la reazione della difesa, che si è opposta a quest’ultima ipotesi e quindi, il giudice che non attendeva altro, ne ha subito approfittato per fissare una nuova udienza che avrà luogo fra due settimane.

Subito dopo la decisione si è tenuto un vertice a palazzo Chigi sulla vicenda, fra il premier, Matteo Renzi, la Ministra degli Esteri, Federica Mogherini, la collega della Difesa, Roberta Pinotti e l’inviato del governo, Staffan De Mistura.

Il procuratore generale indiano, G. E. Vahanvati, quindi, ha presentato lunedì u.s. l'opinione del governo, favorevole ad abbandonare il Sua Act sul caso dei fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

L’applicazione della legge anti-terrorismo nel procedimento, era stata richiesta inizialmente alla Corte Suprema dall’accusa, ma il Sua Act contempla anche la pena di morte. La richiesta, aveva provocato una durissima reazione da parte di, Italia, Ue e Nato, che si sono dette fermamente contrarie all’ipotesi che due militari impegnati in una missione internazionale anti-pirateria, fossero processati per terrorismo.

Di fronte alle proteste internazionali, il governo indiano aveva deciso di studiare la possibilità di non usare il Sua Act. All’udienza di martedì 18 febbraio della Corte Suprema, che doveva decidere sul capo di imputazione, il procuratore generale aveva chiesto e ottenuto un rinvio (il 26esimo), in attesa del parere dell’esecutivo.

Oggi, Lunedì 24 febbraio, il procuratore Vahanvati ha consegnato al giudice B.S. Chauhan l'affidavit con l'opinione del ministero della Giustizia sul caso dei marò, in cui si esclude il ricorso al Sua Act. Il documento sostiene però che i capi d'accusa saranno presentati dalla polizia Nia (unità antiterrorismo), che ha svolto le indagini.

L'avvocato della difesa Mukul Rohatgi ha però obiettato che "è impossibile utilizzare la Nia in assenza del Sua Act". Il giudice ha allora chiesto alle parti di presentare le loro posizioni, fissando per questo, un termine di due settimane (27esimo rinvio). La questione sarà discussa da un tribunale della Corte composto da tre giudici.

All'uscita dell'udienza in Corte Suprema, il difensore Rohatgi ha voluto sottolineare il risultato di aver eliminato lo scoglio rappresentato dalla legge anti-pirateria. "Con l'eliminazione del Sua Act - ha sottolineato - abbiamo fatto un primo passo. Ora presenteremo le nostre motivazioni avverse al mantenimento della polizia investigativa Nia". (da: Farnesina)

Marò: Photo gallery

@robylfalco

Suicidi: è allarme in Italia, uno al giorno tra i disoccupati

I suicidi in Italia sono in vertiginoso aumento, soprattutto tra gli uomini; di media, un caso al giorno tra i disoccupati. Questo è quanto emerge dall'indagine dell'Eures, (Ricerche Economiche e Sociali), ''Il suicidio in Italia ai tempi della crisi. Caratteristiche, evoluzioni e tendenze".

Suicidi: è allarme in Italia, uno al giorno tra i disoccupati

In Italia, si legge su ASCA che riporta i dati dell'Eures, è emerso che sono stati 2.986 i suicidi commessi nel corso del 2009 (ultimo anno censito), con un aumento del 5,6% rispetto all'anno precedente (2.828 i casi nel 2008).

L'incremento registrato investe sia la componente femminile della popolazione (+1,6%, con 643 casi rispetto ai 631 del 2008), sia soprattutto la componente maschile (+5,6%, passando da 2.197 a 2.343).

Ciò che caratterizza il fenomeno suicidario in questi ultimi anni, è l’effetto forte ed interdipendente con la crisi economico-occupazionale: sono stati infatti 357 i suicidi compiuti da disoccupati nel 2009, con una crescita del 37,3% rispetto ai 260 casi del 2008, generalmente compiuti da persone espulse dal mercato del lavoro.

Un ulteriore indicatore del rapporto diretto tra il fenomeno suicidario e la crisi, è rappresentato dal numero dei suicidi per ragioni economiche (dove è possibile stabilire una lettura univoca del ''movente''), che raggiunge proprio nel 2009 il valore più alto degli ultimi decenni (198 casi, con una crescita del 32% rispetto ai 150 casi del 2008 e del 67,8% rispetto ai 118 casi del 2007).

Da un più recente sondaggio, sale a 238 il numero complessivo dei suicidi per motivi legati alla crisi economica, registrati in Italia nel biennio 2012-2013, scrive Finanza.com. Sono questi gli ultimi dati resi noti da Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica dell’Università degli Studi Link Campus University, che da oltre due anni studia il fenomeno e che adesso pubblica i dati complessivi di un’attività di monitoraggio avviata nel 2012.

“Dietro al tragico gesto – dichiara Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore di Link Lab – vi è un sistema Paese che fatica a trovare soluzioni a problemi ormai divenuti insormontabili: perdita del lavoro, impossibilità di pagare l’affitto o la rata del mutuo, debiti accumulati, stipendi non percepiti, tasse, bollette da pagare. Con il solo stipendio, quando questo arriva, si riesce a stento a far fronte alle spese ordinarie come quelle per affitto e utenze domestiche”.

“D’altra parte – prosegue Ferrigni – dalle ultime analisi, l’Istat continua a lanciare segnali preoccupanti: l’Istituto Nazionale di Statistica rileva infatti che il reddito delle famiglie italiane in valori correnti diminuisce in tutte le regioni italiane”.

Il 40% dei suicidi registrati nel 2013 è avvenuto nell’ultimo quadrimestre (non è iniziato meglio il 2014). Dopo i mesi estivi, il numero dei suicidi per ragioni economiche è salito vertiginosamente: a settembre 13 episodi registrati, il mese di ottobre conta 16 vittime, novembre 12 casi e nell’ultimo mese dell’anno le vittime sono state ben 18. Nell’ultimo quadrimestre del 2013 quindi, i suicidi riconducibili a motivazioni economiche rappresentano circa il 40% del totale registrato nell’intero anno.

Un suicida su due è imprenditore, ma in un anno è raddoppiato il numero dei disoccupati suicidi. Triplicato anche quello degli “occupati”. Circa un suicida su due (45,6%) è imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel 2012) ma, rispetto al 2012, raddoppia il numero delle vittime tra i disoccupati: sono 58, infatti, i suicidi tra i senza lavoro nel 2013, numero che risulta più che raddoppiato rispetto al 2012 quando gli episodi registrati sono stati 28.

Così come sono quasi triplicati, rispetto al 2012, coloro i quali, seppur in possesso di una occupazione, si son tolti la vita perché stretti nella morsa dei debiti a causa molto spesso di stipendi non percepiti: 7 i casi registrati nel 2012, 19 nel 2013.

Questo aumento significativo del numero dei suicidi anche tra chi possiede un lavoro, è indice di un Paese che non solo non riesce a dare soluzioni ma che spegne qualsiasi speranza per il futuro.

Il fenomeno non conosce più differenze geografiche: al Sud come al Nord. Rispetto al 2012, quando il numero più elevato dei suicidi per motivi economici si registrava nelle regioni del Nord (27 casi con un’incidenza percentuale pari al 30,3%) – area geografica a maggior rischio di suicidio tra gli imprenditori a causa della maggiore densità industriale – l’analisi complessiva dell’anno 2013 sottolinea come il fenomeno sia andato uniformandosi a livello territoriale interessando con la stessa forza tutte le aree geografiche.

Persino nel Mezzogiorno dove il tasso dei suicidi per crisi economica è sempre stato storicamente più basso rispetto alla media nazionale, vi è stato un allarmante aumento del numero dei suicidi: 13 i casi nel 2012 a fronte dei 29 del 2013.

Nel 2013 il numero più elevato di suicidi per ragioni economiche si è registrato nel Nord-Ovest che vede triplicato il numero delle vittime che passa da 12 dell’anno 2012 a 35 nel 2013. A seguire le regioni centrali con 33 casi (22,1%) a fronte dei 23 del 2012 (25,8%) e il Nord-Est con 32 (21,5%) a fronte dei 27 del 2012. Sono invece 19, i casi di suicidio registrati nelle Isole (14 nel 2012).

La crisi interessa strati sempre più ampi della popolazione. Nel 2013, così come nel 2012, la crisi economica, intesa come mancanza di denaro o come situazione debitoria insanabile, rappresentano la motivazione principale del tragico gesto, è all’origine dei 108 suicidi (72,5%) nel 2013, a fronte dei 44 del 2012. La perdita del posto di lavoro continua a rappresentare la seconda causa di suicidio: 26 gli episodi registrati, in aumento rispetto al 2012. Ad incidere inoltre sul tragico epilogo, i debiti verso l’erario (Equitalia): 13 le persone che nel 2013 si son tolte la vita a causa dell’impossibilità di saldare i propri debiti nei confronti dello Stato.

Tali dati indicano come gli effetti della crisi economica interessino strati sempre più ampi della popolazione e quindi non più solo riconducibili alle difficoltà economiche degli imprenditori o di chi perde il posto di lavoro”.

E i tentati suicidi? Preoccupante e significativo, quasi raddoppiato il numero dei tentati suicidi rispetto al 2012. Sono infatti 86 le persone che nel 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, tra cui 72 uomini e 14 donne, contro i 48 casi complessivi registrati nel 2012.

@robylfalco

Bonino furiosa: "Mi ha sbattuto fuori, nemmeno una telefonata"

Emma Bonino esce dal governo senza nemmeno saperlo. Lo scopre dai giornali, nessuno si degna di avvisarla e lei si arrabbia: "Nessuno mi ha avvertita, io non sapevo assolutamente nulla" dichiara in una intervista al Corriere della Sera. Ma è subito smentita...

Bonino furiosa: "Mi ha sbattuto fuori, nemmeno una telefonata"

Fatta fuori senza preavviso. «NESSUNO MI HA AVVERTITA» - «Non mi ha chiamata nessuno, l’ho appreso dalla Tv. Io non sapevo assolutamente nulla», aveva dichiarato Emma Bonino in un’intervista al Corriere della Sera.
Ma dopo il giuramento del neo governo al Quirinale, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, smentisce le dichiarazioni riportate dal Corriere: «Non è vero che Renzi non l’ha avvertita» e aggiunge, venerdì sera nel momento in cui Matteo Renzi ha sciolto la riserva «Ero presente quando il presidente del Consiglio le ha telefonato».
 
Pochi minuti dopo le dichiarazioni di Delrio, arriva il commento dell'ex della Farnesina, Emma Bonino: «È vero, ricostruzioni inesatte» - «Sono rimasta molto sorpresa da articoli di stampa che mi hanno attribuito l’affermazione di aver saputo del mio avvicendamento dai media. In realtà sono stata informata personalmente dal presidente del Consiglio Renzi».

La notizia della smentita è stata riportata dallo stesso Corriere.it, "sbugiardato".

Fatto sta, che la Bonino
è stata sostituita al Ministero degli Esteri da Federica Mogherini , giovane parlamentare del Pd. E il cambio di poltrona avviene proprio nel bel mezzo della vicenda delicatissima dei due fucilieri della Marina italiana (Marò) che, come afferma Maria Giovanna Maglie (nel suo articolo sul quotidiano Libero in edicola oggi), "ora hanno una speranza", sperano che qualcuno sia in grado di risolvere una situazione che è in fase di stallo per due anni e per cui la Bonino ha fatto poco, o nulla.

La Maglie, nel suo articolo, sentenzia l’ex titolare della Farnesina "La mancata riconferma d
ella Bonino agli esteri è una buona notizia", riepilogando in una frase tutti gli errori di gestione del caso Marò in questi due anni. La Bonino invece, non commenta, lei: le dichiarazioni ufficiali le farà nell'incontro di oggi in Piazza Argentina con i suoi sostenitori.

Secondo molti retro-scenisti, dietro quelle due ore e mezza di colloquio tra Napolitano e Renzi, ci sarebbe stato uno scontro sul nome Bonino (oltre che su quello del magistrato Nicola Gratteri), pare il Colle avesse preferito la sua permanenza alla Farnesina per dare un segnale di continuità rispetto all'arrivo della Mogherini. Renzi sembra abbia ceduto sulla Giustizia, l'ha invece spuntata sugli Esteri. Così, Emma ha perso la poltrona.

Foto gallery - tutti i ministri del governo Renzi

@robylfalco


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