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THE NEST - NEWS

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sabato 29 giugno 2013

Il falso antitabagismo

Premetto di essere un fumatore. Detto questo, le immagini che avrebbero intenzione di porre sui pacchetti di sigarette, non sono altro che un'altra delle tante contraddizioni dei vari paesi che guadagnano col tabacco e cercano, in questo modo, di mettersi a posto la coscienza: "ti vendo le sigarette, ma sappi che fanno male".

Oggi è la giornata “No tabacco day” promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Perché lo fanno?, forse per ricordarci che il fumo fa male?; forse per pubblicizzare un prodotto che riconoscono come insano per la salute; ma che essendo monopolizzato da vari governi, attraverso queste campagne si vogliono purificare?; forse per criminalizzare ideologicamente un intero settore?.

Tante, troppe sono le cose che ci fanno male, tanto, quanto il fumo delle sigarette, se non di più; pensate quanto possono nuocere ai nostri polmoni le polveri sottili, monossido di piombo, scarichi e altro ancora, inspirati vivendo in città come Milano, Roma, Bologna ecc.;  al cibo che ogni giorno ingeriamo, e che spesso vediamo porre sotto sequestro dai NAS o altri Organi perché non idoneo e velenoso per l’organismo;  ai nostri militari inviati in missioni di “pace”, già avvelenati o che si stanno avvelenando con l’”uranio impoverito” e le guerre stesse in quei luoghi che mietono vittime;  l’attuale caso dell’acciaieria ILVA di Taranto;  tutte le vittime suicide che, per essere state fiscalmente legali durante la loro vita lavorativa, perdendo il lavoro, si sono trovate attanagliate da cartelle esattoriali emesse da “Equitalia” e per poche centinaia o migliaia di euro, si sono visti confiscare i sacrifici di una intera vita, trovandosi per strada con le loro famiglie; potrei continuare all’infinito….. ma adesso per rilassarmi mi gusto una bella sigaretta e presumo, che anche i milioni di persone che si trovano nelle condizioni di cui sopra, lo preferirebbero.

Sembra, che la campagna dell’OMS voglia sensibilizzare il consumatore di tabacco, ma gli effetti sono altri, viene colpita l’industria e l’economia che ruota intorno al tabacco e milioni di lavoratori.

Quali sono i veri interessi del potere capitalistico?, eppure la vendita del tabacco, contribuisce in maniera significativa al finanziamento dello Stato attraverso la fiscalizzazione/monopolizzazione.

Il proibizionismo, non è mai stato la soluzione ad alcun problema, e il “Potere” ne è cosciente, ma cosa è meglio di una campagna antitabacco come scusa, per aumentare il costo del prodotto e tassazione?, perché è a questo che sono mirate la maggior parte delle campagne “Anti”.

Non voglio pensare che i “Potenti del mondo” (vedi Bilderberg), siano collusi con le “mafie”, altrimenti si evidenzierebbe una vera e propria guerra alle legali industrie mondiali del tabacco, per dar vita ad una criminalità organizzata favorita a governare l’illegale (ma più remunerativo) contrabbando. Nel 2012, il traffico illecito di tabacco, ha fatto perdere allo Stato italiano circa 870 milioni di euro.

Per gli altrui interessi, la pubblicizzazione annuale antitabacco, viene postata ad un pubblico adulto che fatica agli eventuali cambiamenti di vita e/o abitudini; penso invece, che andrebbe fatta una campagna informativa radicale e giornaliera, partendo già dalle scuole materne, avrebbe un maggiore impatto.

Sono sempre più convinto che “Save the Choice abbia perfettamente ragione a difendere le libertà personali di scelta e anche se giusta l’informazione per un consumo consapevole, non deve essere una imposizione per legge di quello che viene indicato come il giusto modo di comportarci.

Si promuovono campagne antifumo con il logo del Ministero della Salute, quando i Ministeri, tutti, nutrono un interesse particolare per le entrate fiscali sulla vendita del tabacco. Oggi, verificatosi un significativo calo di queste entrate, per minor vendita di tabacco, fanno la lotta “anti sigaretta elettronica” con già il provvedimento in tasca, per una immediata tassazione!.

In sintesi, la più ambigua delle pubblicità che, si intrinseca con la citazione di Oscar Wilde: “Parlatene bene, parlatene male, purché ne parliate”, tratta dal libro “Manuale del perfetto impertinente”.


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