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THE NEST - NEWS

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venerdì 27 settembre 2013

"Allons enfant" Quando l'azione diventa un giusto diritto..

La marcia su Roma
 
Le recenti vicende politiche ed industriali del nostro paese raccontano una verità di per se stessa evidente che nemmeno il tentativo di incantamento messo in opera dai gruppi editoriali sostenuti economicamente dal potere riesce più a nascondere.

 Qualche testata indipendente, le mille voci senza autorità, ma grandemente autorevoli a cui la rete offre l’opportunità di esprimersi, hanno contribuito a mettere sotto gli occhi di tutti lo stato reale delle cose privato degli orpelli retorici dietro i quali i servi dei vari potentati tentano di nascondere gli interessi primari dei loro padroni.

Che quella del PDL non sia una battaglia per la “Giustizia”, ma mera guardiania del corpo e delle proprietà del padrone del partito è evidente oltre ogni dubbio. Che Il PD non sia “antagonista”, ma complice di questa operazione di tutela lo dicono i fatti in essere, non le supposizioni. Che in Italia non si faccia più politica, programmazione industriale, ricerca, cultura, dibattito sul tema dei diritti o pianificazione energetica è esperienza quotidiana di tutti quelli che, in un modo o nell’altro, sono ancora coinvolti nel residuo di attività economica che decenni di disattenzione ci hanno lasciato.

Questo per dire che nessuno di noi, preso singolarmente, ha più scuse. Nessuno può dire: non sapevo, non me ne ero accorto, avevo capito male. Che votiate PD, PDL , M5S o Lista Civica, se non agite ora, subito, non avrete nessuna attenuante. E che nessuno, per carità, si rifugi nel: “a me non interessa, me ne vado all’estero”, perché all’estero non aspettano gli italiani e se vi volete mettere in gioco come stradini o operai, liberissimi, purché sappiate che ci sono turchi, rumeni e africani in fila da molto tempo prima di voi e con lo stomaco già ampiamente foderato d’acciaio.

Da queste pagine non voglio e non posso incitare alla sedizione ed alla rivolta. Anche se molti che leggono lo fanno continuamente nei loro tweet o post alla Robespierre, io parlo sempre seriamente e se pensassi veramente che è la strada giusta non starei a scriverlo in pubblico. Entrerei in clandestinità e me la giocherei alla vecchia maniera.

 Non lo penso e quindi non lo dico, invece vi prego di fare questo: mettete finalmente alla prova chi vi rappresenta politicamente. Prendete la parola in sezione, fatevi ricevere dal vostro deputato, intervenite in un meet up, ma chiedete esplicitamente che siano messe in atto azioni organizzate di dimostrazione contro l’attuale condizione di degrado programmatico del paese. Fate gruppo, date forza alla vostra istanza, chiedete azione immediata e non promesse, artifici, occupazione di soffitte, battaglie ideali in punta di diritto, ma azione, azione, azione. Cerchiamo, tutti insieme, di portare gli italiani sulle prime pagine dei giornali europei, facciamogli capire che non ci stiamo e che se saremo costretti ad affogare, ce li porteremo tutti dietro.

Ascoltate ciò che vi viene risposto dai vostri capi sezione, deputati, coordinatori. Cercate di leggere negli occhi del vostro interlocutore quanto è disposto a farsi carico della vostra istanza, quanto l’organizzazione che avete votato e che sostenete può veramente rappresentare questa esigenza non differibile aldilà della messa in scena di azioni il cui obiettivo è avere cinque minuti di popolarità  con il video in ascensore. E se non vi convince, passate oltre. Abbiate il coraggio di fare spesa al PD se il PDL latita o al M5S se Sel vi sembra interessata ad obiettivi diversi. Fatelo, perché solo facendolo potete comprendere in prima persona se e quanto sarà possibile che questo sistema possa trovare in se stesso la forza e le regole per ripartire. Abbiate il maledetto coraggio di guardare negli occhi le Gorgoni.

Il luogo virtuale nella quale avete confinato il vostro dissenso è divertente, ma è inutile. Può servire per coordinarsi, scambiare le idee, ma l’opposizione a questo stato di cose va riportata per strada, agli incroci, nelle piazze perché un tweet può ferire l’orgoglio, ma la testa la spaccano i manganelli e noi abbiamo bisogno di dimostrare che questo stato sa solo parlarci con tasse, disoccupazione e manganelli.

Bene, ora che avete finito di leggere queste dieci righe ve la sentite di prendervi l’impegno personale di iniziare da subito e voi soli il percorso che io ho già iniziato stamattina parlando con chi dovevo? Siete pronti ad alzare il culo e dimostrare in prima persona quanto siete in disaccordo con ciò che state vivendo? Pensate che sia inutile? Che non succederà nulla?

Come scusa per rimanere seduti è buona, anche se non chiedete non potrete mai sapere ciò che vi verrà risposto. E se non ve la sentite, se pensate che il massimo che possiate fare è mettere una crocetta su una scheda elettorale, allora, scusate, non rompetemi più il cazzo con rivoluzione e emigrazione che di chiacchiere, alla mia età, ne ho le palle piene.

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