"La testimonianza del presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano in questo processo appare pertinente e rilevante
proprio per i riferimenti sollevati dal suo consulente, il dottore Loris D'Ambrosio, nella missiva
che quest'ultimo scrisse al Capo dello Stato e relativo ai fatti avvenuti tra
il 1989 e il 1993". Lo ha detto il pm Nino Di Matteo che ha proseguito con
il collega Roberto Tartaglia la relazione introduttiva nel processo sulla
trattativa Stato-mafia nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Di
Matteo ha cosi' motivato la richiesta, gia' nota da mesi, di citare come teste
il capo dello Stato. Sara' la Corte d'Assise a decidere in merito.
Nella lettera, scritta da D'Ambrosio nel giugno 2012, "egli espresse il
timore di essere considerato un ingenuo ed un inutile scriba di cose utili a
fungere da scudo per indicibili accordi", ha affermato Di Matteo.
D'ambrosio, scomparso un anno fa, era stato al centro di roventi polemiche in
relazione ai ripetuti contatti avuti, al telefono, con il senatore Nicola
Mancino che si lamentava per le indagini della Procura di Palermo e per una
"mancata tutela nei suoi confronti".
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